Allarme sul Lambro per uno sversamento

DANNI È il terzo atto di pirateria ecologica in 40 giorni. La conseguenza: pesci morti, schiuma e odore nausabondo

Ci risiamo. A neanche un mese dal disastro ecologico che ha stravolto il Lambro nelle cui acque sono finiti 2.600 tonnellate di idrocarburi, ieri un’altra emergenza. Una schiuma biancastra molto densa ha colorato il fiume per un tratto che va da Briosco fino al parco di Monza. L’allarme per la Protezione civile della Provincia di Monza e Brianza è scattato nel tardo pomeriggio quando alcune guardie ecologiche hanno segnalato l’inquinamento. Come Pollicino, la polizia provinciale ha risalito il corso del Lambro arrivando nel Lecchese. Questa volta non si tratta di olio combustibile e gasolio, ma di scarichi industriali di una delle tante tessiture che sorgono lungo il corso del fiume brianzolo. Ancora una volta il depuratore di San Rocco a Monza, già messo fuori uso dopo lo sversamento dalla raffineria di Villasanta, ha fatto da filtro e tappo evitando che la massa inquinante raggiungesse Milano e andasse oltre. Barriere e solventi sono stati usati a piene mani per evitare il peggio anche nella parte rimasta «sana» del Lambro. Il tratto di fiume interessato dall’inquinamento di ieri era stato risparmiato un mese fa scorrendo a monte rispetto alla «Lombarda Petroli» di Villasanta. Pesci morti, un odore nauseabondo e quello strano colore biancastro dell’acqua. Ancora a tarda sera erano ben visibili le conseguenze dell’ennesimo atto di pirateria ecologica. Il terzo in soli 40 giorni. Ormai per il Lambro è emergenza continua.
Nel frattempo continua l’inchiesta della magistratura monzese sul disastro del 23 febbraio che ha portato all’emergenza idrica da Monza sino al Po. Il legale rappresentante del gruppo Addamiano, l'immobiliare che ha in progetto la realizzazione di oltre 400mila metri cubi di edifici commerciali, residenziali e industriali sull'area della Lombarda Petroli di Villasanta, è stato sentito, la scorsa settimana, in Procura a Monza. Giosué Addamiano, che è stato sentito per due ore e mezza dai sostituti procuratori Donata Costa ed Emma Gambardella come persona informata dei fatti, ha voluto chiarire che il suo gruppo è stato danneggiato dal sabotaggio dei depositi e dallo sversamento degli idrocarburi pesanti. «In questa vicenda – ha spiegato - noi siamo vittime». Il Governo ha deciso di istituire una cabina di regia per il coordinamento della bonifica dei fiumi Lambro e Po, inquinati dagli idrocarburi. Sono state recuperate dal Po circa 750 tonnellate di emulsioni oleose, circa 500 di idrocarburi e morchie, circa 315 di ramaglie contaminate da idrocarburi. Per monitorare le acque del Po, Arpa Emilia-Romagna ha compiuti dal 25 febbraio ad oggi circa 200 campionamenti e oltre 400 analisi chimico-fisiche.

Dopo lo stato di emergenza nazionale dichiarato l'1 marzo dal consiglio dei ministri è prevista una nuova ordinanza, nei prossimi giorni, per sostenere finanziariamente quanto anticipato subito dalla Regione Lombardia e definire sul piano istituzionale e finanziario la bonifica dei due fiumi inquinati.

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