All'arrivo del primo tram Kevin era ancora vivo

Il 26enne non è morto per un malore, bensì per il mezzo Atm che lo ha travolto sui binari

All'arrivo del primo tram Kevin era ancora vivo
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Kevin Mateo Rodriguez era ancora vivo, quando il primo di almeno cinque tram lo ha travolto sui binari all'alba del 26 gennaio in via dei Missaglia. È quindi morto a causa dell'investimento del mezzo Atm. Sono questi i primi risultati dell'autopsia sul corpo del 26enne.

L'incidente si è verificato sul percorso della linea 15. L'esame autoptico disposto dalla Procura è stato eseguito nella mattinata di lunedì. I medici legali hanno escluso che il giovane originario dell'Ecuador fosse già morto, magari a causa di un malore, quando il primo tram lo ha sorpreso, comunque disteso, sui binari. L'urto con il mezzo pubblico è dunque stato letale. Gli ha infatti procurato lesioni gravissime a cranio e addome. Dopo il primo tram tra l'altro ne sarebbero passati sopra al corpo altri quattro. Nessuno dei conducenti se ne sarebbe accorto, anche per l'oscurità delle prime ore dell'alba. Quando è stato trovato il cadavere era anche mutilato degli arti.

Ora sul corpo di Rodriguez verranno eseguiti gli esami tossicologici, in particolare per stabilire la quantità di alcol presente nel sangue della vittima. L'ipotesi è che sia caduto sui binari proprio per aver bevuto troppo o che fosse addirittura incosciente per un malore che non l'ha ucciso ma che non gli ha permesso di accorgersi dall'arrivo del mezzo. Un punto fermo dell'inchiesta per omicidio stradale, coordinata dal pm Rossana Guareschi, come emergerebbe dai video delle telecamere di sorveglianza, è che il 26enne era immobile a terra. La vittima, che abitava in zona Gratosoglio, aveva trascorso la serata con un coinquilino in una discoteca vicino al luogo dell'incidente. Poi i due erano usciti per tornare a casa appunto in tram.

Nei giorni scorsi gli amici di

Kevin, con un appello diffuso via social avevano chiesto a eventuali testimoni di farsi avanti perché «ogni dettaglio è rilevante». Il legale della famiglia, l'avvocato Angela Ferravante, valuta ulteriori consulenze tecniche.

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