«Roma ha la sua legge speciale, è giusto che al più presto ce labbia anche Milano che dItalia è la capitale economica». Parola di Antonio Di Pietro, il ministro delle Infrastrutture che con la sua visita prosegue limpegno del governo inaugurato martedì con la venuta del premier Romano Prodi. Quello che ormai tutti chiamano Tavolo Milano, tanto per intendersi, e che ad agosto sarà istituzionalizzato con un decreto legge del Consiglio dei ministri. Ieri sè parlato di infrastrutture e il sindaco Letizia Moratti non ha perso loccasione per far sentire la voce dei milanesi. Anzi, più che la voce, il grido di dolore dei residenti che quotidianamente vedono la città «invasa» da 760mila auto e di giorno la popolazione quasi triplicare, passando da un milione e 200mila unità a tre milioni. «Chiaro - spiega la Moratti davanti a Di Pietro, al governatore Roberto Formigoni e al presidente della Provincia Filippo Penati - che alleggerire il traffico in ingresso in città è questione decisiva per la qualità della vita». Bene, dunque, il via libera del ministro alla Tangenziale est esterna e alla Pedemontana. «Avere una buona viabilità esterna - aggiunge il sindaco - è indispensabile per migliorare quella interna». Ma non solo perché, almeno sulla carta, Di Pietro si è impegnato a sviluppare anche il trasporto su rotaia e la rete delle metropolitane.
«Bene - il commento dellassessore Bruno Simini -. Il governo sembra aver capito che migliorare la viabilità intorno a Milano non è affare solo dei milanesi, ma un vantaggio per tutta Italia. Qui, in fondo, con appena il 6,7 per cento di strade circola il 16 per cento della mobilità e addirittura il 22 per cento del traffico merci. Significa che troppa gente è costretta a passare per Milano anche se la sua meta è tuttaltra». Un nodo risolto con il via libera a Tem e Pedemontana? «Per noi del rito ambrosiano - sorride - la parola data è sacra. Speriamo che adesso Di Pietro trasformi le sue in fatti concreti». Soddisfazione anche per il via libera ai cantieri del metrò. «La linea 5 può già partire. Per la 4 il Cipe ha varato un finanziamento da 250 milioni di euro, il 30 per cento, ma a Di Pietro abbiamo chiesto che lo Stato arrivi, come fa di solito, al 60.
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