AltaRoma apre le passerelle con la moda maschile di Testa, Litrico, Piattelli, Rubinacci e Barbera, nel museo Andersen dove smoking, blazer e sahariane vengono esaltati dalle enormi statue di gesso e di bronzo di eroi mitologici. Arriva anche Lella Bertinotti, moglie del presidente della Camera Fausto, che sceglie le sue giacche dal couturier napoletano Rubinacci, come il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nel villino anni Trenta fanno gli onori di casa il presidente di AltaRoma Stefano Dominella e quello onorario Beppe Modenese. Cè un manichino vestito con la dinner-jacket blu elettrico che Litrico confezionò negli anni Settanta per Christian Barnard, il cardiochirurgo che fece il primo trapianto di cuore. Luca e Fabio Litrico, nipoti del fondatore Angelo, gli hanno affiancato anche una preziosa mantella di antichi tessuti giapponesi. Testimonial è Jonis Bashir. Osvaldo Testa espone il blazer doppiopetto bianco in seta cruda rivisitato pensando a quello realizzato negli anni Settanta per Luchino Visconti. In contrasto, il blazer in lino nero lucido, portato sui jeans: un accostamento, che per il maestro, «fa apprezzare la giacca ai giovani di oggi». È prezioso il cappotto doppiopetto foderato in visone del biellese Luciano Barbera, maestro dei tessuti, che estrae dal suo archivio degli anni Sesanta uno spolverino verde, un doppiopetto azzurro, un abito a quadri e uno rigato. Piattelli, che ha alle spalle 130 anni di attività, propone una piccola rassegna di capi storici che dimostrano la sua tesi: «leleganza è sempre di moda».
Per sottolineare il «no» della moda allanoressia AltaRoma invita in serata 300 ospiti a Palazzo Venezia, per un banchetto rinascimentale a base di antiche ricette: dalla zuppa maritata di Lucrezia Borgia al timballo di maccheroni di Papa Bonifacio VIII. Rispetterà le regole del Manifesto antianoressia, recentemente firmato da governo e istituzioni della moda, il grande Fausto Sarli, nella scelta delle sue modelle. Oggi sarà la sua giornata, nel settecentesco Palazzo Incontro della Provincia, che apre per la prima volta le porte alla moda, ospitando la mostra sulla storia della maison. Il maestro napoletano farà sfilare una donna sinuosa come una canna di bambù, con abiti ispirati a quel melting-pot di culture cinese e indiana che è lIndocina. Signore bon ton di Saigon in tailleur un po anni Cinquanta, indigene fasciate in tubini dai tessuti jacquard e sacerdotesse dalle sontuose tuniche drappeggiate e dai ricami che sispirano ai mosaici dei templi antichi. Sempre oggi vedremo Marella Ferrera al Tempio di Adriano, con Marta Cecchetto nei panni di Lady Chatterley e una misteriosa indossatrice con le bretelle da carrettiere del suo amante. Ispirati alla tunica i modelli di Giovanni Cavagna.
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