BerlinoSeppure lentamente e con ritardo il muro eretto dallEuropa davanti al dramma degli sbarchi di Lampedusa va sgretolandosi. E aumentano le voci di chi si rende conto che lItalia non può essere lasciata sola ad affrontare lemergenza profughi sia per ragioni umanitarie sia perchè il problema, in mancanza di una politica ampiamente condivisa, rischia di avere conseguenze destabilizzanti per tutti. Voci che si fanno sentire non solo nelle istituzioni comunitarie di Bruxelles ma anche in Germania il Paese che insieme alla Francia è stato in prima fila nel respingere le richieste di solidarietà avanzate dal nostro governo.
A Berlino la linea di chiusura assunta dal ministro dellInterno Hans-Peter Friedrich, per il quale ciò che avviene a Lampedusa non deve coinvolgere lEuropa, è contestata non solo dallopposizione ma anche da uno dei due partiti della coalizione governativa di Angela Merkel, il partito liberale. In unintervista al quotidiano Die Welt il viceministro degli Esteri Cornelia Pieper, liberale, accusa Friedrich di sottovalutare il problema. «Lampedusa sta diventando il corridoio attraverso il quale giungono in Europa non solo i profughi tunisini ma anche chi fugge dagli altri Paesi dellAfrica. Per bloccarlo è necessaria una politica di contrasto che può essere efficace solo se decisa a livello europeo. Lasciare che sia solo lItalia a fare pressioni sulla Tunisia è un errore».
Altrettanto esplicito il portavoce del gruppo parlamentare liberale per i problemi della sicurezza interna Hartfried Wolff il quale giudica del tutto inutili i controlli straordinari alle frontiere tedesche per impedire larrivo dei profughi muniti dei permessi temporanei concessi dalle autorità italiane. «Si tratta di misure decise solo per motivi di politica interna. Siamo in presenza di una nuova emergenza che deve essere affrontata a livello europeo».
Ed anche a Bruxelles lo scenario va cambiando.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.