La difesa del titolo olimpico conquistato a sorpresa a Tokyo si conclude con una prestazione finalmente convincente del quartetto azzurro ma che si conclude con l’ennesima, maledetta medaglia di legno. Jacobs, Patta, Melluzzo e Tortu chiudono con una grandissima rimonta ma devono accontentarsi del quarto posto, con il bronzo che va al quartetto britannico per soli 7 centesimi. Vittoria a sorpresa di un perfetto Canada, che chiude con 37.50 ma resiste per poco al gran finale del Sudafrica di Simbine, dietro di soli 7 centesimi di secondo. Disastro, invece, per i favoritissimi Stati Uniti, che sbagliano i cambi e finiscono addirittura squalificati dopo una gara da dimenticare.
Italia fuori a testa altissima
L’attesa per la 4x100 maschile vice-campione del mondo a Budapest è altissima, visto che Marcell Jacobs sembra carico ed ha recuperato dal fastidio muscolare nel finale della sfortunata gara dei 100 metri piani. Corsia esterna, proprio come a Tokyo ma ancora prima della gara c’è un cambio in squadra: fuori Desalu, protagonista di un cambio non ideale in semifinale, spazio a Matteo Melluzzo, più affidabile nei cambi e forse più performante in curva. Confermati ovviamente Jacobs, Tortu e Patta, mentre la pioggia rischia di complicare ulteriormente il compito degli azzurri. Gli Stati Uniti a sorpresa non schierano Noah Lyles, che dopo la sconfitta nei 200 metri ha abbandonato la missione di ripetere i quattro ori di Carl Lewis.
Il campo dei rivali è però agguerritissimo, dalla Gran Bretagna al Sudafrica, dalla Cina al Giappone fino al Canada, solitamente perfetto nei cambi. Gli azzurri avevano da farsi perdonare le tante imperfezioni nei turni preliminari ma la partenza della new entry Melluzzo non è certo dirompente, con il siciliano che fatica ad ingranare e consegna a Jacobs il compito di riportare sotto il quartetto azzurro. Marcell il suo lo fa e stavolta mette un cambio con Patta praticamente perfetto: la curva del sardo è incredibile e consente agli azzurri di arrivare all’ultimo cambio in seconda posizione. L’ultimo frazionista Filippo Tortu non è in grado di ripetere il miracolo di Tokyo e chiude con un 9.20 addirittura superiore a quanto fatto in semifinale.
Il fatto di avere a che fare con clienti scomodissimi come De Grasse e Simbine fa sì che l’Italia si veda superata inesorabilmente da tre squadre. Assolutamente disastrosa, invece, la prova dei favoritissimi Stati Uniti che ne combinano di tutti i colori: se Bednarek sbaglia tutto, inclusa un’invasione di pista, il giro degli statunitensi è disastroso, tanto da farli chiudere al settimo posto. Per spargere sale sulle ferite, poi, arriva la squalifica per un cambio fuori dalla zona designata: la maledizione della 4x100 si conferma: gli Usa non vincono l’oro da Atene 2004. La delusione per gli azzurri è tanta ma, considerato che si è comunque trattato di una finale di altissimo livello, rimane comunque la soddisfazione di essersi battuti fino alla fine.
Jacobs: “Il quarto posto fa malissimo”
L’ex campione olimpico dei 100 metri non riesce a contenere la delusione quando si presenta in zona mista ai microfoni della Rai: “È un quarto posto che fa malissimo, siamo scesi in pista perché credevamo di poter vincere e prendere una medaglia. Sappiamo quanto sia difficile questa disciplina, lo hanno dimostrato gli Stati Uniti che arrivavano qui con l'oro in tasca e sono arrivati ultimi”. Una volta superata l’amarezza, l’atleta di Desenzano prova ad esaminare la prova con più oggettività: “Rispetto a ieri siamo migliorati tanto. Che dire, si perde e si vince insieme. Abbiamo migliorato tanto ma purtroppo non è bastato, ma saremo sempre super uniti e torneremo al lavoro più agguerriti di prima”. Ultima nota sulla sua Olimpiade, che non considera del tutto fallimentare: “Già in questi ultimi minuti sono riuscito a fare un po’ il punto della situazione di quella che è stata questa olimpiade, ovviamente posso per prima cosa dire di essere molto contento di essere qui e ovviamente quello che mi dà tanta fiducia è anche la mia gara individuale, il fatto di essere tornato a correre forte e di essere tra i migliori al mondo. Certo, con 9.85 si prendevano le medaglie, questa volta non è andata così”.
L’ultimo staffettista del quartetto azzurro, quel Filippo Tortu che era stato protagonista dell’incredibile recupero che era valso l’oro a Tokyo è molto schietto: non è riuscito a ripetersi e sente di essere in parte responsabile per questo risultato: “Volevamo una medaglia e potevamo giocarcela, ce l'ho messa tutta. Oggi non è bastato, mi hanno messo nelle migliori condizioni e mi sento in qualche modo responsabile, penso sia mancata la mia prova e la mia quarta frazione. È un quarto posto che brucia ma è un risultato grandioso, non è una medaglia che ti può far cambiare idea su quanto vali e sul legame che ci unisce. Questo quarto posto ci lascia l'amaro in bocca ma ci spingerà a fare meglio per i prossimi anni”.
La delusione è tanta, soprattutto perché i miglioramenti degli azzurri non sono bastati per battere i rivali, tutti più veloci rispetto alle batterie. A consolare i velocisti azzurri il pensiero di aver difeso in maniera egregia il loro titolo olimpico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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