Intervista a Raffaele Romano, il numero 1 del galoppo ad ostacoli

Continuano le nostre inteviste ai protagonisti delle corse dei cavalli. Oggi è la volta di Raffaele Romano, il numero 1 del galoppo ad ostacoli

Intervista a Raffaele Romano, il numero 1 del galoppo ad ostacoli

Raffaele Romano nasce il 27 agosto 1976 e diventa fantino professionista nel 2007. Prima una carriera da gentleman rider, iniziata all’età di 16 anni, che conta 300 successi in ostacoli e circa 90 in piano. Da professionista corre per altri sette anni, inanellando vittorie su vittorie. Ha vinto praticamente tutte le grandi classiche dell’ostacolismo italiano, dove spicca la tripletta nel Gran Premio Merano, con Haling Joy (2007) e Sharstar (2008-2009), sempre per il training di Paolo Favero. Dal 1996 al 2014 è stato il leader indiscusso dei fantini che hanno scelto la specialità ostacoli, sempre primo in classifica.

RR al passo

Chi è Raffaele Romano?
"Molto lo ha già detto lei, se posso aggiungere qualcosa sulla descrizione del fantino, posso dire che per passare da Gentleman a Professionista ho dovuto fare una dieta mirata e qualche sauna ma credo che ne sia valsa la pena. Se dovessi descrivermi, mi definirei una persona che ama il cavallo ed infatti smessi i panni da fantino ho indossato quelli di allenatore perché credo proprio che senza quelli odori, l’alba della mattina, il caffè dopo la prima uscita non saprei proprio stare. In realtà sono un allenatore un po’ diverso dai miei colleghi, infatti mi piace continuare a galoppare e lavorare in sella ai miei allievi".

In scuderia RR secchio

È uno degli allenatori più stimati e vincenti dell’ostacolismo italiano, non poteva essere altrimenti visto il suo palmares da fantino, ma come si muove in scuderia sembra più un giovane artiere, questo è un segno distintivo di modestia che solo i grandi possiedono…
"La ringrazio per le sue parole, il lavoro in scuderia è il sale, se la dedizione è massima, i risultati verranno. Questa è la mia filosofia, poche parole e gesti concreti che danno l’esempio, per questo non mi vergogno a portare un secchio, anzi, gli uomini, le donne ed i cavalli vedono e sentono e se il lavoro quotidiano è al centro, l’ostacolo sarà più facile da saltare".

Premesso che noi scriviamo rivolgendoci ad una platea vasta, fatta anche di chi non segue attentamente il mondo dei cavalli, la prossima domanda le sembrerà banale ma il dovere di cronaca mi obbliga a farla. Il cavallo non è nato per saltare, almeno così dicono, e allora come fa a saltare?
"La domanda non è per niente banale, è vero: il cavallo non salta, impara a saltare ed il bello della mia professione è proprio questo, insegnare ed abituare il purosangue inglese a saltare, perché se correre e correre forte è nella natura dell’animale, saltare non lo è. E quello che mi dà molta soddisfazione è proprio portare l’animale a farlo con naturalezza. Per questo, quando arriva un nuovo cavallo in scuderia, sono proprio io, in prima persona che lo aiuta ad entrare in questa nuova disciplina, avvicinandolo con dolcezza a saltare prima gli ostacoli bassi e poi quelli sempre più alti. Noi instauriamo un rapporto speciale con questi magnifici animali ed abbiamo tutto l’interesse affinché stiano bene e in forma, è una prerogativa di tutto il sistema, non solo la mia".

Visti i risultati, potremmo dire che l’uomo che sussurrava ai cavalli, il famoso romanzo che poi è diventato un cult movie interpretato da Robert Redford, può essere stato una fonte di ispirazione…
"A parte le battute, il cavallo per imparare a saltare, necessita almeno di tre- quattro mesi di allenamento e noi con dedizione proviamo a farlo diventare un cavallo saltatore. Spesso ci riusciamo con grande soddisfazione di tutto il team".

La scuderia di RR

In scuderia ha una trentina di cavalli, è difficile la loro gestione?
"La mia scuderia si compone di 8 persone, 2 a terra e 6 che lavorano in sella, diciamo che il personale è soddisfacente ma ho qualche timore per il futuro; infatti, è sempre più difficile trovare persone motivate, auspico che riparta il corso per allievo fantino, che tanto ha fatto bene alla nostra attività e che sarebbe un grande segnale per tutto il movimento, investire nella professione di fantino ha un solo significato e noi tutti ce lo auguriamo".

Adesso è a Pisa, ma lei ha la base al Nord, la stagione degli ostacoli a San Rossore è terminata ma è sempre qua, perché?
"Ho scelto di rimanere fino alla fine di marzo, gli anni scorsi a fine febbraio si smontava e si andava a Merano, ma visto che San Rossore offre un bel pacchetto, il clima è mite, le piste di allenamento di ottima qualità per la nostra disciplina, preparare i cavalli qua in Toscana dovrebbe essere un valore aggiunto. La stagione a Merano incomincia a primavera inoltrata, gli ostacoli sono un po’ diversi da quelli pisani ma avremo il tempo per far abituare i nostri effettivi anche a quelli".

“Dei trenta cavalli in scuderia, voglio ricordare Sopran Mistery che il settembre 2023 ha vinto una corsa di GR1 proprio a Merano e Policasta che ha fatto un ottimo piazzamento nella Gran Corsa Siepi l’11 febbraio a Pisa. I suoi programmi futuri?”
"Come le ho detto, per noi Merano rappresenta la vera e propria stagione, e come ogni anno proveremo ad affrontarla nel miglior dei modi, in merito ai cavalli che ha citato, spero molto in loro, le garantisco che però le frecce in faretra non sono solo loro, ci sono dei nuovi arrivati che potrebbero fare veramente bene, ma non mi chieda i nomi, per favore".

Ringraziamo Raffaele per il tempo dedicatoci, proveremo a seguirlo sulla pista di allenamento per vederlo all’opera insieme ai suoi collaboratori, con la convinzione che anche oggi abbiamo conosciuto un altro vero numero uno di questo sport.

La disciplina della corsa ad ostacoli è antica ed affascinante e noi possiamo solo ringraziare chi, come Raffaele Romano, la onora e sviluppa.

Non è un caso se le sue iniziali sono uguali a chi ha fatto la storia dei cavalli vapore e anche dei motori di aeroplano…RR Raffaele Romano

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