L'Onu contro gli atleti trans negli sport femminili: "Preservare l'equità"

Svolta dopo le polemiche degli ultimi mesi. Il rapporto di Reem Alsalem propone screening sessuali obbligatori: “Non invasivi e riservati”

L'Onu contro gli atleti trans negli sport femminili: "Preservare l'equità"
00:00 00:00

Preservare l’equità e la sicurezza delle donne. Questa la richiesta di un gruppo di atlete all’Onu rispetto al dilagare di atleti trans nelle competizioni femminili ed è arrivata una risposta forte e chiara. La relatrice Reem Alsalem ha presentato un rapporto al comitato dell’Assemblea generale con indicazioni perentorie: i Paesi e le istituzioni sportive devono garantire che le competizioni sportive femminili siano limitate alle atlete nate biologicamente donne.

Un documento destinato a scatenare polemiche, con la lobby Lgbt in prima fila, ma di assoluto buonsenso. Come evidenziato dal Foglio, il report della Alsalem segnala che più di 600 atlete femminili hanno perso complessivamente 900 medaglie a favore di concorrenti biologicamente maschi in oltre 400 eventi sportivi. Numeri che ben riassumono la stortura in atto, con buona pace di chi prosegue col ritornello della necessità di raggiungere l’uguaglianza transgender.

Il rapporto sottolinea che anche con la riduzione del testosterone gli atleti trans “mantengono attributi come forza e densità muscolare” che “continuano a inclinare la competizione a loro favore”. Per la Alsalem non ci sono dubbi: gli standard attuali sono arbitrati e non basati sulla scienza, da qui la proposta di adottare screening sessuali “non invasivi e riservati” obbligatori per tutte le atlete che competono nelle categorie femminili.

Come evidenziato in precedenza, nelle scorse settimane un gruppo di atlete e leader internazionali aveva avanzato richieste presso la sede delle Nazioni Unite. Un unico obiettivo: preservare l’equità e la sicurezza nelle categorie sportive femminili.

L'ex nuotatrice Sharron Davies aveva evidenziato che “le donne sono svantaggiate fisicamente” e non c’è nessuna intenzione di escludere qualcuno: “Vogliamo vedere le donne praticare uno sport equo e sicuro. E non possiamo aspettare che una donna si ferisca gravemente o, peggio ancora, venga uccisa, prima di poter fare i conti con la scienza, l’ovvio e il buonsenso”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica