Una base segreta come nei romanzi di James Bond. Con lunghi tunnel che si sarebbero diramati a grandi profondità per raggiungere sale di comando, centri di controllo, silos di stoccaggio e piattaforme da cui lanciare, in caso di escalation, i missili nucleari nascosti dalla calotta glaciale della Groenlandia. Coordinate remote, isolate e ricoperte dalla neve che avrebbe ben mimetizzato l’intera installazione sotterranea. Questo era l’obiettivo di un piano clandestino e decisamente top secret designato come Progetto Iceworm.
Ora che Washington torna a mettere gli occhi sull'Isola Verde ricoperta di ghiaccio che si staglia tra il nord dell'Atlantico e l'Oceano Artico, sollevando la contrarietà del Regno di Danimarca, è impossibile non ripensare a quando gli Stati Uniti, dopo aver tentato di acquistare l'isola senza successo nel 1946, pensarono di renderla un vettore per colpire obiettivi di strategici in Unione Sovietica nel bel mezzo della Guerra Fredda.
Nel quadro del conflitto latente tra il blocco occidentale e quello orientale, la capacità di una data potenza di colpire per prima e con successo gli arsenali nucleari avversari, inibendo le capacità di ritorsione di un "secondo colpo", rappresentava l'unica chance di sopravvivenza. Negli anni, gli strateghi americani e sovietici si concentrarono su tutti quei progetti che avrebbero permesso di "nascondere e proteggere" dai possibili attacchi avversari i missili balistici, che rappresentavano la deterrenza e che ancora non potevano essere trasportati e lanciati dai sottomarini.
Così, mentre i sovietici sviluppavano treni blindati per trasportare missili balistici intercontinentali in basi segrete della remota Siberia, gli americani pensarono a come nascondere fino a 600 dei loro missili nucleari in un'installazione di copertura chiamata "Camp Century". Un grande campo base per ricerche scientifiche che sarebbe sorto a meno di 200 chilometri dalla base aerea statunitense di Thule, stabilita nel 1951, e a quasi mille chilometri dal punto più a nord della Terra.
Camp Century e il "Programma Iceworm"
La struttura denominata Camp Century fu approvata ufficialmente dalla Danimarca, che non si oppose nemmeno all'installazione di una mini centrale nucleare alimentata dal primo generatore nucleare semi-mobile del mondo, un PM-2A che avrebbe supportato gli esperimenti condotti da un'équipe di scienziati statunitensi. Sfortunatamente, il vero intento del Pentagono era stabilire un campo base per scavare una serie di tunnel sotto il ghiaccio che avrebbero ospitato scompartimenti prefabbricati in grado di "supportare lo stoccaggio, il trasporto e il lancio di missili balistici nucleari appositamente progettati" in un piano segreto: il Progetto Iceworm.
Dal 1959 al 1960, un distaccamento dell'US Army Engineer Corps scavò diverse miglia di tunnel sotto la calotta glaciale della Groenlandia settentrionale impiegando il metodo "cut and cover": una volta scavata una larga trincea, un tetto d'acciaio arcuato veniva sistemato per essere riseppellito dalla neve che presto sarebbe ricompattata e ghiacciata. Una volta verificata la tenuta del ghiaccio e la fattibilità dell'intero progetto, i pianificatori del Pentagono avrebbero continuato a far scavare gli ingegneri, per decine di migliaia metri quadrati, fino a raggiungere la capacità di installare "piattaforme di lancio mobili sotto il ghiaccio" con una distanza di 6 chilometri tra loro. Pronte per essere usate in caso di necessità, e mobili proprio per non essere localizzate facilmente dei sovietici.
Nell'installazione segreta, che avrebbe dovuto raggiungere un'espansione di 3.000 km di tunnel sotterranei, sarebbero stati custoditi fino a 600 missili nucleari a medio raggio modificati per resistere alle condizioni di freddo estremo. Denominati, per rimanere in tema, "missili Iceman".
Due scoperte sconvolgenti
Non passò molto tempo prima che i capi del progetto, asserragliati nei tunnel ghiacciati tra militari e osservatori dei servizi segreti, si trovarono a comunicare al Pentagono che il ghiaccio non avrebbe garantito la stabilità auspicata. Il ghiaccio della Groenlandia, grande come lo stato del Texas, non era né stazionario né stabile, e già nel 1962, il soffitto della stanza che ospitava il reattore nucleare aveva iniziato ad abbassarsi, imponendo azioni di mantenimento costose che non potevano essere considerate come definitive. Nel 1963, il reattore nucleare venne sostituito con dei generatori diesel: segnando la prima grande battuta d'arresto del programma.
I campioni di carotaggio raccolti nel corso del tempo avevano confermato le "pressanti preoccupazioni" degli scienziati della struttura, che nel corso di cinque anni di ricerche parallele al programma militare, avevano portato a termine rilevamenti fondamentali per lo studio del nostro pianeta. Secondo quanto riportato, gli scienziati inviati dal Pentagono avevano accumulato oltre 110.000 anni di dati climatici. Con le loro analisi poterono affermare con certezza che "i climi del passato erano stati estremamente variabili, a causa sia dei cambiamenti nell’inclinazione dell’asse terrestre, sia delle oscillazioni orbitali", e che la calotta glaciale si "stava muovendo così rapidamente che l'intera installazione si sarebbe rivelata inutilizzabile nel giro di pochi anni". In breve, le ambizioni degli strateghi polari del Pentagono e l'intero Progetto Iceworm si stava letteralmente sciogliendo come neve al sole.
Nel 1965 l'intera struttura venne abbandonata e il progetto fu sepolto sotto una coltre di ghiaccio e segretezza. Ciò che stupisce ancora oggi è che, per quanto riguardava il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, le attrezzature, le scorte di carburante e la ridotta quantità di scorie radioattive prodotte dal reattore nucleare potevano tranquillamente restare dov'erano.
Un segreto pericoloso
I dettagli del programma che prevedeva la costruzione di una base missilistica segreta americana nella Groenlandia settentrionale, compresi i dossier “Valore strategico della calotta glaciale della Groenlandia” risalente al 1960, rimasero segreti per decenni. Nel gennaio del 1995 questi dossier vennero esaminati nel corso di un'indagine sull'impiego e lo stoccaggio di armi nucleari condotta dall'Istituto danese di politica estera su mandato del Parlamento. L'indagine era stata avviata in seguito alla diffusione di informazioni declassificate riguardanti un incidente avvenuto nel 1968 presso la base aerea americana di Thule, e che aveva portato alla perdita di un bombardiere strategico B-52 che trasportava armi nucleari. Quattro bombe all’idrogeno Mark 28.
Nel 2016, un gruppo di scienziati ha affermato che è "solo questione di tempo" e che l'attuale fase di cambiamento climatico porterà progressivamente alla
riduzione del ghiaccio che ricopre i resti di Camp Century, portando alla luce non solo i pochi segreti rimasti del Programma Iceworm, ma anche le vecchie scorie radioattive che il Pentagono ha abbandonato in Groenlandia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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