Luciano Vitabile, il Pirandello del galoppo italiano

Intervista all’allenatore del momento, Luciano Vitabile, che ha vinto il St Leger Italiano (GR3), l’ultima pattern italiana del 2024

L'amore per il cavallo
L'amore per il cavallo

È nato ad Erice ma gli piace precisare che la sua famiglia è di Sciacca, dove ha vissuto fino all'età di 15 anni e mezzo, poi con tanta speranza è partito dalla sua città con destinazione Merano, oltre 1.500 chilometri di distanza, con l’ambizione di fare il fantino. Nella città termale ha affrontato il non facile corso per diventare artiere, terminato il quale è arrivato alla corte di Luciano D’Auria. Successivamente ha coronato il proprio sogno iscrivendosi, frequentando e terminando il corso per fantini da ostacoli. Con la patente in tasca ha cominciato la carriera di fantino professionista anche se Luciano D’Auria è rimasto il suo punto di riferimento. Una premessa dovuta per incominciare a dialogare con questo giovane allenatore, classe 1984, che tanto bene sta facendo.

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Luciano e Taany

Partiamo dalle due ultime vittorie, l’ultima corsa di GR3 del panorama classico italiano, il “St Leger” con Taany a Milano con una prestazione eccezionale e il giorno dopo la Debuttanti per 2 anni “Sergio ed Elena Serboli” con Ancient Story anch’essa con disinvoltura, come a voler legare con un filo invisibile presente e futuro. Che emozione si prova e che progetti si sognano con due risultati del genere?

"La vittoria di Taany è stata un'emozione stupenda, grandissima, perché vincere una corsa di gruppo è pura gioia, è il coronamento di un percorso che parte da lontano, poi vincerla con quei distacchi non è cosa di tutti i giorni ad aggiunge ulteriore gioia. Il St. Leger italiano è una corsa a cui ho sempre tenuto, poi era qualche anno che non vincevo una corsa del genere ed il piatto è servito. Un piatto dolcissimo che abbiamo gustato fino all’ultimo ma che continuiamo ad assaporare. Taany ha dimostrato di essere una grandissima purosangue ed io ne sono orgogliosissimo perché l’ho scelta alle aste insieme a mia moglie".

Insomma, una favola diventata realtà?

"Sì, possiamo descriverla così. Ancient Story è un cavallo stimato, rappresenta il futuro e la nostra attività di ricerca. Taany ed Ancient Story raffigurano il sacrificio e la gioia del nostro lavoro. Sono il segreto svelato del perché stiamo sempre sul pezzo, il perché ci si sveglia la mattina e si fanno tanti sacrifici ed investimenti. In questo momento loro sono il nostro fiore all’occhiello e la nostra maggior visibilità ma non sono gli unici, ogni mio cavallo in scuderia è un valore aggiunto ed un atleta da gestire ed allenare. L’obiettivo è di continuare e migliorare ancor di più".

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Premiazione a Pisa, Premio Serboli

Il presente ed il futuro lo abbiamo scritto, del suo passato ovvorre ricordare sicuramente Falbrav, un cavallo leggendario…

"Falbrav l'ho vissuto nell'anno 2000, nell'anno che ha fatto il derby ed è arrivato secondo. Ho vissuto tutta la preparazione e naturalmente, come ho detto più volte, viverla a fianco di Luciano D’Auria era ancor più speciale perché ti faceva capire che stavi partecipando ad un progetto unico. Un cavallo stupendo, di quelli che se ne vedono veramente pochi in una vita, con un pelo molto fine ed una forza fuori dal comune. Ho avuto la fortuna di poterlo montare alla mattina. Per due natali e due capodanni non sono mai andato a casa perché avevo l'onore di accudirlo e montarlo, che ad onor del vero era anche sacrificio perché la famiglia mi mancava, poi però la ragione e l’amore per quel fuoriclasse sopperiva a tutto il resto. Mi sentivo protagonista, anch’io al centro di quel progetto unico, eccezionale, lo montavo al mattino aspettando Dario Vargiu, che all'epoca era il suo fantino. Le sue vittorie erano linfa vitale, poi ho vissuto il momento della sua partenza e quella fu una giornata veramante triste perché tutti eravamo coscienti che stava andando via uno dei migliori purosangue visti negli ultimi anni in Italia, e forse nel mondo".

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Premiazione a Milano

Dato che le mie interviste hanno lo scopo di unire lavoro e famiglia e di raccontare il personaggio a 360 gradi, oltre a occuparsi di cavalli che fa Luciano Vitabile nel suo tempo libero?

"Ho la fortuna di avere una famiglia che mi segue ed è parte integrante della scuderia; questo è il nostro stile di vita, diciamo che per noi non esiste un piano B e forse non c'è mai stato. Noi viviamo con e solo per i cavalli, per la nostra attività. A casa si parla sempre di corse di cavalli e anche i figli sembrano voler seguire le orme dei genitori; infatti, sono molto appassionati ed entrambi montano a cavallo, Ginevra che è la più grande fa già dei completi e Tommaso monta al pony club. Anna, mia moglie mi aiuta nell'attività quotidiana, è parte integrante della scuderia, poi ci sono i miei fratelli Davide e Simone che collaborano con noi quotidianamente. Simone è anche un ottimo gentleman, appena premiato dall’Ippodromo Snai San Siro come il migliore della stagione appena conclusa. Che altro posso aggiungere, ci ritagliamo qualche giorno di vacanza in estate, ovviamente lontano dai nostri cavalli, ma sinceramente con la testa siamo sempre da loro e con loro".

Insomma, il cavallo prima di tutto ma questo mi spinge a fare una domanda che può sembrare anche scomoda. Tornando al suo lavoro, oggi il galoppo italiano è lontano anni luce dai fasti di Falbrav, secondo lei c’è la possibilità di ritornare a quel glorioso passato? Ha qualche cosa da suggerire in merito, che dalle nostre pagine vuol lanciare al sistema?

"Oggi stiamo pagando 15/20 anni di scelte scellerate, azioni che hanno cercato di distruggere il nostro settore, non so se sono state volutamente cercate oppure dettate da inconsapevolezza, sta di fatto che sono accadute ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Adesso mi sembra che ci sia un interesse diverso, che questo governo stia facendo qualcosa, finalmente, per il settore. Aioni che si toccano con mano, come ad esempio il pagamento dei premi, oggi molto più regolari rispetto a poco tempo fa. È difficile ricostruire e a mio modesto parere ci vorranno anni, la speranza è quella di riuscire a tornare come un tempo ma ci accontenteremo anche di un efficace miglioramento rispetto al recente passato, sarebbe un segnale forte e benaugurante. Auspico possa nascere un ente come France-galop che possa tutelare tutta la filiera a partire dagli allevatori ma anche noi allenatori, i proprietari, gli scommettitori, gli artieri, insomma proprio tutti. Un passo veramente decisivo sarebbe avere un interlocutore unico che dovrebbe essere il Ministero dell’Agricoltura ed arrivare alla stipula di contratti di lavoro omogenei. Ritengo singolare avere contratti che fanno capo all'Agricoltura ed altri che fanno capo allo Spettacolo. L’omogeneità agevolerrebbe gli inquadramenti e la regolarità delle assunzioni. E poi ci sarebbe la nostra cultura, i cavalli da corsa che corrono in tutto il mondo hanno il marchio di fabbrica di Federico Tesio, un illustre italiano come lo siamo noi. Investire nella storia e nella tradizione del nostro paese potrebbe essere un ottimo ritorno al passato, perché conoscere le origini ed alimentarle è il primo segno di vitalità, perseveranza e progresso. Gli ingredienti ci sono, basta mescolarli con consapevolezza e un po’ di pazienza".

Nella nostra speciale classica, quella dei premi con dotazione da € 8.250 e superiori, il suo score nel 2024 ci risulta essere di 32 vittorie impreziosite da un GR3, 2 Supercondizionate ed un HP A. Si sente soddisfatto oppure ha qualche rammarico?

"Diciamo che sono molto soddisfatto della stagione perché vincere 40 corse in Italia ed una in Francia è un dicreto risultato. Una buona stagione e considerando che non è ancora finita possiamo ancora migliorare. Naturalmente si poteva fare meglio e qualche corsa poteva andare diversamente ma non c’è una corsa che in particolare mi è rimasta indigesta. La corsa dei cavalli è una prestazione sportiva molto complicata, il lavoro di settimane/mesi si materializza in uno/due/tre minuti a seconda della distanza percorsa e talvolta la tattica scelta non risulta la migliore. In conclusione, i cavalli in scuderia sono andati quasi tutti bene e questo fa per sperare anche per il prossimo futuro".

Ho letto che per lei è molto importante la fede...

"La fede è molto importante, sono cresciuto in una famiglia che crede nei valori cristiani, da piccolino ho frequentato la chiesa e l’oratorio, ma ad onor del vero siamo più gente di fede che di chiesa. Ho un rapporto quotidiano con il nostro Gesù, pregare è un modo di essere, confidargli i problemi e chiedergli consiglio è azione quotidiana, buona e giusta. La fede si è rafforzata tantissimo nei periodi di riposo forzato derivante dagli infortuni subiti durante la carriera di fantino ad ostacoli, ringrazio ogni giorno per quello che ho e sono. Un'ulteriore gioia è aver trasmesso tali valori ai miei figli. Un aiuto dall’alto è necessario ed io provo ad ottenerlo, onorando e professando i valori cristiani della fede".

Vitabile e consorte
Ad Ascot

Termina questa intervista a Luciano Vitabile, un

personaggio importante del galoppo italiano. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla chiacchierata con lui e auguriamo mille soddisfazioni a questa famiglia che dedica tutto il proprio tempo all’animale più bello del mondo…

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