
Non cambia (nazionalità) ma raddoppia (gli sport). Arianna Fontana fa sempre parlare di sé, suo malgrado. Il ritorno a Milano in Coppa del Mondo è stata la prova generale dell'Olimpiade 2026. Per la prima volta al Forum, la più grande pattinatrice dello short track nonché l'azzurra più medagliata (11) ai Giochi invernali ha conquistato 3 podi e ora è in Polonia per le gare di pista lunga. Se raddoppia gli sforzi, intanto deve ancora decidere quali Mondiali disputare a marzo per via della contemporaneità.
Arianna, come mai anche la pista lunga?
«Voglio aiutare la squadra femminile a qualificarsi ai Giochi. Non è mai successo, per poi puntare al podio».
Altro che cambio di nazionalità
«Non era vero. Se mi sono messa in testa di raddoppiare è perché voglio restituire qualcosa e vincere ancora con l'Italia. Mi diverto e amo sempre ciò che faccio».
Non sta mai ferma
«Sto cercando di trovare un equilibrio tra i due sport: con mio marito Anthony (l'ex azzurro Lobello suo coach, ndr) abbiamo aggiustato qualcosa. Mi sento già meglio».
Cos'è rimasta di quella Arianna che debuttò a Torino 2006 a 15 anni?
«La grinta, la voglia di tagliare il traguardo per prima, c'è sempre. Ora sono un'atleta, una donna più complessa in tutti i sensi. Ho capito come assecondare il mio corpo, quando staccare o spingere».
Cosa manca dopo le gare di Milano?
«Fare tre podi in casa è molto bello. È mancata la vittoria, spero arrivi ai Giochi».
Com'è la pista?
«Bella, è un ghiaccio che ti fa lavorare. Li preferisco rispetto a quelli veloci veloci».
Che effetto le fa avere la sua torcida sugli spalti?
«Da Berbenno in Valtellina sono scesi in tanti. Sarà più emozionante tra un anno sentire la passione degli italiani.
Ha visto il trionfo di Federica Brignone?
«È una tigre e ce l'ha sul casco. Vince già al cancelletto. Ci sosteniamo. Tra l'altro ha vinto l'oro mondiale il 13 febbraio, il giorno in cui vinsi l'oro olimpico a PyeongChang 2018».
Siete in tanti del 1990.
«Io, lei, Wierer e Pellegrino. Sono contenta di non essere l'unica vecchietta che regala emozioni».
La staffetta maschile azzurra ha vinto a Milano.
«I ragazzi sono stati bravissimi. Ci hanno creduto fino alla fine, chapeau».
Però dall'Olimpiade 2022 non gareggia con i colleghi nella mista. È l'effetto dall'assoluzione a Cassinelli e Dotti che lei accusava di averla fatta cadere in allenamento?
«Sto ancora aspettando una risposta. Dovrei essere tra le 4, ma dipende dai tecnici».
Lei si allena in Nordamerica e la squadra a Bormio. Influisce?
«In Italia non abbiamo una pista dove fare short track e pista lunga. In estate abbiamo provato più volte a stare con la squadra, ma se ti mettono dei paletti, si rischia di creare l'illusione del disagio. Noi la buona volontà ce la mettiamo comunque noi ragazze stiamo andando bene (5 podi in 6 tappe e vittoria nella generale, ndr)».
Lei vive spesso all'estero. Come si sente?
«Mi piacerebbe stare molto di più in Italia ma viviamo con due valigie, sempre».
Tra costi in più e convivenza forzata, ne va della sua serenità per essere al top?
«Nello short track la federazione mi aiuta quando sono convocata. Gli allenamenti della pista lunga sono tutti a carico nostro. Vorrei tornare sapendo di aver dato tutto».
La portabandiera di
PyeongChang vorrebbe alfiere la Goggia?«Sofia non ha potuto farlo a Pechino per via dell'infortunio. Io l'oro l'ho rivinto, quindi posso rifarlo Scherzi a parte, a me farebbe piacere che fosse Chicco Pellegrino».
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