Un passato glorioso da fantino, tanto da meritarsi il titolo di “Re della Pista dritta”, oggi allenatore in ascesa. Due professioni vicine ma anche molto lontana. Cosa le manca della prima e cosa desidera dalla seconda?
"Sì, sono due professioni contigue ma molto diverse, il fantino tra virgolette ha meno responsabilità ed uno stress limitato, il tempo di prendere gli ordini, correre la corsa e tutto è finito. La professione di allenatore è veramente molto più stressante perché deve sempre relazionarsi con i proprietari e mandare avanti la scuderia h 24. Sinceramente la professione del fantino non mi manca perché ho sofferto per farla, ero sempre in sauna, non mangiavo mai, ero molto nervoso perché purtroppo il peso era oggettivamente un problema, infatti, ho smesso a 38 anni con la carriera ancora tutta da realizzare. La professione di allenatore mi piace e la porto avanti con tanta passione. Mi è sempre piaciuto allenare i purosangue e adesso sono soddisfatto, felice".
Ha avuto la possibilità di allenare all’estero ma poi è tornato in Italia, perché?
"Sono stato in Francia ed anche in Dubai. In Francia mi trovavo benissimo ma sono dovuto tornare per motivi familiari. Ho due figli piccoli e per non stravolgere la loro vita non me la sono sentita di fare un passo così grande, ovvero trasferirmi in modo permanente. Sono stato lontano due anni, avanti e indietro, un pendolarismo brutale e davanti al bivio, o noi o io: sono tornato definitivamente a Roma. Per onore del vero posso dire che quei due anni sono stati importanti anche perché nel paese transalpino il galoppo è in ascesa, tutto molto bello, tutto molto curato e le varie figure professionali sono rispettate e ben retribuite".
Nella nostra personale classifica, l’ultima vittoria di rilievo è stata con "Io so Io" a Napoli, oggi in scuderia conta una trentina di soggetti, alcuni di loro hanno ben figurato nel 2023, per il 2024 quali sono le aspettative? Angel’s Trumpet dopo un bel terzo posto a Chantilly, ha steccato l’ultima di Roma calando in retta e per il futuro prossimo quali saranno gli impegni?
"Angel’s trumpet purtroppo soffre sui terreni pesanti, proprio non li fa, non ama correre davanti come si è ritrovato a Roma per mancanza di andatura. Avevamo pensato di correre domenica 17 ma non lo faremo perché il terreno è decisamente contro le sue attitudini. Abbiamo mirato una Listed sui 1.800 metri ad Aprile, una distanza perfetta per lui e col terreno buono penso che possa far bene. In scuderia ho molti cavalli, giovani ed anziani, ma non ce ne è uno che gradisca il terreno pesante, 'Io so io' ha vinto a Napoli ma perché la pista partenopea è in salita e li si è adattato bene".
Ad ottobre 2023 "La Gite" le ha regalato un sogno vincendo il GR2 “Lidya Tesio”, una sorpresa per gli scommettitori, un po’ meno per gli addetti ai lavori, quale sarà il prossimo sogno? E gli altri, cosa può raccontarci?
"Ottobre è stato un mese straordinario, il sogno che si avvera per un allenatore giovane e piccolo come me, già un piazzamento nel Premio Roma (Angel’s trumpet) ed un piazzamento nel Premio Dormello (Tomico) erano tanta roba ma la vittoria nel Premio “Lydia Tesio” è stata l’apoteosi. La Gite è stata la vittoria del Team, un gran lavoro da parte di tutti perché l'abbiamo studiata e capita. Siamo riusciti a capire che alla cavalla non piace viaggiare e che non le piaceva stare all’avanguardia ed allora abbiamo lavorato in maniera determinata e mirata e tutto questo lavoro l’ha premiata e ci ha premiato. Per il futuro prossimo è in programma il Premio Regina Elena che vorremo correrlo con Tomiko, rientrerà ad Aprile. La cavalla ha sofferto l’inverno ma in questo momento sta rifiorendo e va bene, ci contiamo. Angel's trumpet seguirà il programma classico, insomma anche il 2024 possiamo sognare"
Il rapporto con i proprietari è senza dubbio un caso di studio ed è molto interessante perché ogni allenatore ha il proprio, può descriverci il suo?
"Il rapporto con i proprietari è buonissimo, forse perché sono circondato di proprietari che prima di tutto sono amici, è vero che l'amicizia è una cosa e il lavoro è altro, a noi però va bene così. Riusciamo a capirci ad essere reciprocamente sinceri. Se i cavalli non vanno non è colpa di qualcuno, sarebbe troppo facile spendere molti soldi alle aste e ritrovarsi il campione in scuderia, chi vive questo mondo sa benissimo che non funziona così. I proprietari hanno le loro richieste ed io, insieme alla squadra, cerco di fare il possibile per assolverle. Poi l’ippica è come il calcio, il presidente cambia l’allenatore se la squadra non va, è normale ed è giusto che sia così. Anche nel mondo ippico se un proprietario non è soddisfatto è giusto che cambi e provi nuove esperienze. Anche da fantino qualche volta è successo, magari non ero contento ma queste sono regole del gioco e quindi vanno accettate".
Qualcuno le disse: “Paolo mille metri sono lunghi…”, dopo qualche anno diventò lo specialista di tale distanza, ma se dovesse dare un consiglio ad un giovane fantino quale gli darebbe, visto che le sue scelte ricadono sempre su fantini molto esperti?
"I fantini italiani sono un'eccellenza riconosciuta nel mondo. Personalmente non ero un fenomeno però bravino sì, ci mettevo passione come la metto adesso nell'allenare. Un consiglio che posso dare ad un giovane allievo è di crederci, di rubare sempre con gli occhi, di ascoltare anche l'ultimo dei fantini e mettere nel cassetto. Ho sviluppato quella professione praticamente da autodidatta però mi piaceva osservare, guardavo gli altri, i video e tutto quello che poteva essermi utile.
E con questa bellissima frase finale salutiamo l'allenatore Paolo Aragoni, augurandogli altri 100 giorni come il 29 ottobre 2023, prenotandoci per tante altre interviste.
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