"La vita... grazie Dio". Chi era Muriel Furrer, morta a 18 anni ai mondiali di ciclismo

La giovane ciclista svizzera aveva scritto sul suo profilo Instagram un inno alla vita accompagnato da un breve video registrato mentre si trovava sulla salita al Passo dello Stelvio, appena sotto il rifugio Folgore

"La vita... grazie Dio".  Chi era Muriel Furrer, morta a 18 anni ai mondiali di ciclismo
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La scomparsa di Muriel Furrer è l'ennesima pagina triste per il ciclismo, uno sport che nella sua storia ha saputo regalare racconti di imprese memorabili ma anche grandi tragedie. La 18enne ciclista elvetica, caduta ieri durante la gara su strada femminile juniores ai Mondiali di Zurigo 2024, è morta oggi in seguito alle gravissime conseguenze riportate nell'incidente.

Vittima del tragico epilogo, Muriel Furrer aveva una carriera brillante davanti a sé ed era considerata un talento emergente del ciclismo svizzero. Qualche mese fa, precisamente il 22 luglio scriveva sul suo profilo Instagram: "Questa vita, su questa Terra, in questo posto. Grazie Dio". Un inno alla vita accompagnato un breve video registrato mentre si trovava sulla salita al Passo dello Stelvio, appena sotto il rifugio Folgore.

Viveva a Egg, un piccolo sobborgo del Canton Zurigo, non lontano da Uster, dove giovedì è scattata la corsa su strada femminile junior. Ha frequentato la United School of Sports di Zurigo dove ha completato la formazione commerciale. Nel mese di giugno era arrivata seconda nella corsa in linea e nella cronometro ai Campionati svizzeri juniores. Ma non solo a testimonianza di una grande versatilità, aveva anche ottenuto ottimi risultati nella mountain bike e nel ciclocross, facendo parte a maggio della nazionale vincitrice del bronzo a squadre agli Europei di mountain bike in Romania.

"Appena tornata a casa dalla corsa su strada ai campionati europei in Belgio. È stata davvero dura su queste strade pianeggianti, ma ho imparato molto. Felice di aver potuto fare questa esperienza. L'ultima gara della stagione saranno i campionati mondiali di casa a Zurigo la prossima settimana" aveva scritto sui social appena pochi giorni fa.

Intanto a seguito del decesso della ciclista svizzera, l'Unione Ciclistica Internazionale ha stabilito che durante la premiazione della prova in linea maschile

under 23 del Campionato mondiale su strada non sarà suonato l'inno della Nazione del vincitore e non saranno alzate le bandiere dei primi tre. Di sicuro troppo poco forse per far sì che tragedie del genere non accadano più.

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