Rugby, All Blacks devastanti, l'Italia annichilita per 96-17

Nella partita che vale i quarti di finale l'Italia regge solo pochi minuti prima di venire travolta. I Kiwi infliggono agli Azzurri una batosta memorabile, come non si vedeva da parecchi anni. Il 6 ottobre si chiude con la Francia

Rugby, All Blacks devastanti, l'Italia annichilita per 96-17

Se la partita contro la Nuova Zelanda doveva essere la prova della maturità per l’Italia della palla ovale, diciamo che toccherà studiare ancora parecchio prima di battersi contro l’elite del rugby mondiale. I Kiwi, punti nell’orgoglio e criticati pesantemente in patria, sfogano la rabbia contro gli Azzurri, che reggono il confronto solo per pochi minuti prima di scomparire dal campo. Gli All Blacks mettono mete a ripetizione e dominano in tutti i fondamentali, approfittando al meglio dei tanti errori ed imprecisioni messi da un’Italia troppo brutta per essere vera. Prima Jordan, poi una tripletta di Smith, il capitano Savea, colpi durissimi che affondano l’Italia sotto una marea nera. Dopo il primo tempo da dimenticare contro l’Uruguay, gli Azzurri fanno ancora peggio. Dopo la meta di Capuozzo che sembrava poter rendere meno pesante la sconfitta, l’Italia evapora dal campo e subisce una punizione terribile nel finale. Batosta memorabile, che non si vedeva da tantissimo tempo, una lezione di umiltà per la nazionale azzurra che dovrà però riprendersi e giocarsi il tutto per tutto il 6 ottobre contro la Francia.

La partita

Nonostante i bookmakers diano la vittoria degli Azzurri 20 a 1, l’Italia si presenta al Parc OL di Lione decisa, se non altro, a vendere carissima la pelle. Kieran Crowley, che non si è nascosto affermando che stavolta la Nuova Zelanda è battibile, cambia solo tre pedine rispetto al XV che ha battuto l’Uruguay. Dino Lamb prende il posto di Niccolò Cannone in seconda linea mentre Stephen Varney partirà come mediano di spinta: Luca Morisi rientra in squadra con Tommaso Allan che torna a giocare da estremo.

Capuozzo Ioane Twitter
Fonte: Twitter (@Federugby)

La Nuova Zelanda arriva alla partita decisiva della Pool A con un ritorno importante nel quindici titolare: l’espertissimo seconda linea Sam Whitelock non partirà dal primo minuto venerdì sera, ma se entrasse in campo arriverebbe a 149 caps, record assoluto per i Kiwi. Il tecnico Ian Foster rimescola le carte pesantemente dopo la nettissima vittoria con i vicini della Namibia; tra i nove cambi il ritorno da subito degli infortunati Frizell, Barrett e Lomax. Il capitano Sam Cane, invece, partirà dalla panchina come previsto alla vigilia.

L’Italia regge solo pochi minuti

La partita dal punto di vista nervoso inizia già prima del fischio d’inizio, con la tradizionale haka dei Kiwi. Azzurri immobili di fronte alla danza cerimoniale degli All Blacks, senza avanzare come fecero a suo tempo i francesi, forse perché il capitano neozelandese ha scelto la Ka Mate, la versione meno aggressiva. I Tuttoneri sono subito aggressivi e testano la tenuta della difesa azzurra, muovendosi specialmente sulle fasce ma non disdegnando di tornare al centro o usare calci di spostamento in maniera intelligente. Primo errore dopo nemmeno tre minuti, un in avanti che vale la prima mischia a favore dei Kiwi nei 20 metri dell’Italia: il vantaggio di 50 chili a favore degli avversari dell’Italia si fa subito sentire, un tema che sarà decisivo stasera. Gli Azzurri riescono a contenere i danni ma non a respingere gli attacchi dei Kiwi, che alla fine riescono a trovare la prima meta: calcio in avanti intelligentissimo che viene preso al volo sulla fascia sul quale Varney non riesce ad intervenire. Gran meta ad una mano quella di Will Jordan: Richie Mo’unga converte con precisione e porta la Nuova Zelanda sul 7-0.

Jordan meta Nuova Zelanda Italia

La risposta degli Azzurri arriva al 9’, quando un fallo della difesa neozelandese consente a Tommaso Allan di mettere i primi 3 punti per l’Italia, riducendo lo svantaggio a 4 punti. Quando l’attacco nei Tuttoneri non è preciso, sono gli Azzurri a poter tornare ad avanzare, grazie ad un preciso calcio di Varney che vale un’interessante touche dai 10 metri. Parecchie imprecisioni da entrambe le squadre, specialmente quando un calcio che potrebbe aprire un’autostrada ad Ange Capuozzo è troppo lungo. Alla lunga, però, qualche errore in difesa garantisce alla Nuova Zelanda di vincere una touche e mettere una spinta micidiale con la rolling maul alla quale gli Azzurri non riescono a resistere: meta quindi per Smith che viene ancora convertita facilmente da Mo’unga, 14-3 per gli All Blacks ma l’Italia è ancora viva.

Barrett Nuova Zelanda Italia

Gli All Blacks asfaltano gli Azzurri

Fischetti rimedia un colpo alle costole ed è costretto ad uscire, venendo sostituito da Nemer ma non c’è tempo di sistemarsi: errore grave al centro, con un placcaggio mancato sui 22 della Nuova Zelanda che apre la porta ad un contropiede micidiale degli All Blacks, concluso da Telea con la terza meta. L’ennesima conversione di Mo’unga porta i neozelandesi avanti per 21 a 3 in soli venti minuti: l’Italia ora dovrà stringere i denti e provare a riaprire una gara che sembra già mettersi malissimo. L’uno-due è duro da digerire e l’ennesima imprecisione a centrocampo vale ancora una touche nei 22 azzurri. Il terzo turnover si trasforma nella quarta meta grazie ad una finta della Nuova Zelanda, con il capitano Ardie Samea si libera e non viene nemmeno toccato prima di schiacciare l’ovale in meta. I Kiwi si prendono il punto di bonus prima della mezz’ora: decisamente non l’inizio sperato da Crowley. L’Italia, ormai, non è quasi più in campo e al 27’ subisce la quinta meta con Aaron Smith che approfitta di una palla uscita bene dalla mischia per schiacciare ancora l’ovale. Mo’unga è precisissimo e porta il punteggio sul 35-3.

Telea Nuova Zelanda Italia

L’accenno di reazione degli Azzurri dura poco; un intercetto non serve a bloccare l’ennesima azione della Nuova Zelanda, che approfitta di un’altra imprecisione in un placcaggio per concedere la terza meta di Smith, che sfugge alle attenzioni della difesa azzurra per schiacciare ancora la palla in meta. Ormai la partita è andata, con gli All Blacks avanti 42-3, un punteggio che rispecchia quanto visto in campo. Italia troppo contratta, poco aggressiva, incapace di reggere il confronto con la fisicità dei neozelandesi che, a questo punto vogliono lanciare un avvertimento alle altre rivali per il titolo mondiale. L’Italia mette un primo tempo ancora più disastroso di quello visto contro l’Uruguay, scavando un pozzo dal quale sarà quasi impossibile uscire, visto che gli Azzurri vedono il pallone per pochissimi minuti. Le statistiche sono davvero impietose: 51 a 26 per gli All Blacks in quanto a corse con la palla ma soprattutto 406 a 176 metri di avanzamento. Timidi segnali di ripresa per l’Italia negli ultimi minuti ma zero punti. La Nuova Zelanda gioca per oltre 4 minuti oltre il 40’ grazie ad una serie di errori e, alla fine, trova di nuovo la meta, stavolta con Savea. La marea nera continua ad infierire sugli Azzurri. Nuova Zelanda 49, Italia 3: nel secondo tempo bisognerà salvare almeno la faccia.

Telea Ioane Nuova Zelanda Italia

Manifesta inferiorità

La partita, ormai, è più che andata ma gli Azzurri hanno il merito di tornare in campo decisi ad approfittare dell’inevitabile calo di tensione da parte degli All Blacks, con la pancia un po’ piena dopo la scorpacciata dei primi 40 minuti. Prima Garbisi mette una bella avanzata, poi c’è spazio per qualche attacco interessante ma, sebbene non abbiano il furore agonistico del primo tempo, l’Italia non riesce ad essere precisa nei 22 della Nuova Zelanda per mettere la prima meta. La mischia continua a faticare tantissimo ma, alla fine, bel movimento di campo dell’Italia, che trova finalmente il modo di innescare la velocità di Capuozzo, che segna la sua prima meta della serata. Appena gli Azzurri hanno trovato un minimo di spazio, riecco il gioco arioso che aveva fatto sperare i cinquemila tifosi italiani presenti a Lione.

Capuozzo meta Nuova Zelanda Italia

49 a 10 è una montagna enorme da scalare e ai cambi dell’Italia, Foster si affida all’esperienza di Whitelock, con la sua 149a presenza. Neanche il tempo di sistemarsi ed ecco un’altra meta neozelandese: Barrett intercetta un calcio di liberazione di Capuozzo e il roccioso Metallick si apre un corridoio verso la meta. Dopo dieci minuti promettenti, l’Italia dovrà di nuovo ripartire e provare ad esprimere ancora il suo rugby, anche con i rimpiazzi in campo. Fase un po’ frenetica della partita con diversi errori da entrambe le parti. Mancano ancora 28 minuti ma con forze nuove in campo, se non altro gli Azzurri reggono meglio il confronto. Magra consolazione per il movimento rugbistico italiano il record di punti di Tommaso Allan, che supera il mito Diego Dominguez. Al 56’ gli All Blacks si ripresentano in area di meta: dopo un fallo in attacco dei Kiwi, ecco un’incredibile errore dalla touche dei nostri, che vale un’altra meta subita. Le dimensioni della disfatta iniziano a farsi davvero importanti, con Foster che rimette in campo il capitano Cane per far rifiatare i titolari. Stasera, insomma, non funziona proprio niente, con l’Italia incapace di mettere due azioni decenti di fila prima di incappare in un altro errore.

Laulala Nuova Zelanda Italia

Ormai gli All Blacks giocano sul velluto, tanto che Dane Coles al 60’ passeggia sulla retroguardia azzurra dopo un’altra touche persa malissimo. Schiacciare il pallone in meta senza essere nemmeno toccato è davvero un’umiliazione per un’Italia che sperava almeno di limitare i danni. La decima meta dei Kiwi, per fortuna non convertita da Mo’unga, è una punizione severissima per gli Azzurri che, però, hanno aiutato non poco i Tuttoneri con una serie di turnover infinita. Nelle praterie concesse dall’Italia i Kiwi vanno a nozze, continuando a spingere senza pietà ed approfittando di una mischia azzurra in crisi nerissima. Crowley, a questo punto, rimescola le carte per risparmiare le forze per la gara della vita contro la Francia di settimana prossima. McKenzie ne approfitta per segnare ancora, allargando ulteriormente un fossato che sembra un vero e proprio lago.

L’Italia in campo non c’è più ed arriva anche la meta di Will Jordan, che aveva aperto le marcature al sesto minuto. Nel baseball si smetterebbe di giocare per manifesta inferiorità ma il rugby non prevede niente del genere. Dane Jones mette altri 5 punti, tanto da far perdere il conto delle mete. Lienert-Brown ne mette un’altra ed ormai si arriva sulla soglia dei 100 punti. Gli Azzurri chiudono in avanti ma senza riuscire a segnare e sono costretti a subire gli attacchi degli All Blacks, che non si fermano fino all’ultimo secondo.

L’Italia riesce a chiudere in avanti, trovando una meta all’81’ con Ioane ma gli Azzurri non ne hanno davvero più. Riprendersi dopo una batosta del genere non sarà semplice ma chiudere questo mondiale a testa alta è fondamentale.

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