Addio amaro per Schwazer: si ritira per dolori dopo 14 km

Il campione di Pechino 2008, terminata la lunga squalifica per doping, ha disputato la sua ultima 20 km ad Arco di Trento. Ma si è dovuto arrendere alla sciatalgia

Addio amaro per Schwazer: si ritira per dolori dopo 14 km
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Finisce senza lieto fine la gara d'addio di Alex Schwazer. Il 39enne altoatesino non è riuscito a completare la "QAlex20k" sulla pista dell'impianto di Arco di Trento, da lui voluta per chiudere una carriera travagliata segnata dalla lunga squalifica per doping durata 8 anni e che si era conclusa l'8 luglio scorso.

L'azzurro, oro a Pechino nella 50 chilometri, poco prima di metà gara ha lamentato problemi alla schiena che lo hanno costretto al ritiro intorno al 14° chilometro. La lunga inattività nonostante gli allenamenti, si è fatta sentire. Nei giorni scorsi aveva anche lamentato problemi di sciatalgia che però non gli avevano impedito di voler essere in pista, sotto la pioggia, per gareggiare per la prima volta davanti ai suoi figli Ida e Noah.

Centinaia di persone hanno raggiunto l’impianto sportivo, al quale era possibile accedere liberamente, e tutto è stato allestito per festeggiare Alex. Presenti in pista, oltre alle autorità locali, gli allenatori Sandro Donati e Mario De Benedictis. "Questi otto anni sono stati allucinanti, avevo i brividi a tornare in gara, anche con forti dolori per la sciatalgia. Volevo essere qui a tutti i costi per i miei figli, purtroppo ho una forte sciatalgia da tre settimane, non volevo dirlo perchè avevo paura che mi fermassero" sono le parole di un emozionato Schwazer al termine della sua gara d'addio.

Le ombre del caso Schwazer

La gara di oggi segna la conclusione di una carriera segnata prima dal doping ammesso (quello del 2012) e poi da una oscura vicenda, diventata perfino un docu-film su Netflix. Eppure Schwazer le Olimpiadi le ha vinte nel 2008, quando a Pechino conquistò l'oro nei 50 chilometri di marcia. Poi ai Giochi non c'è più tornato.

Nel 2012 a poche settimane dalle Olimpiadi di Londra venne squalificato per doping. Tornò nel 2016, cercò di qualificarsi per Rio, ma venne trovato ancora positivo. Otto anni di stop, più di un sospetto che fosse tutto un complotto e una querelle legale infinita. Contestò quella squalifica, parlò di provetta manipolata, poi c'è stata una denuncia ufficiale, ma le cose nonostante tante battaglie non sono cambiate.

O meglio: è stato assolto dalla giustizia ordinaria, ma non da quella sportiva. Il sogno olimpico, quello di Parigi è rimasto vivo a lungo, ma poi è svanito per sempre. Con la parola fine messa lo scorso marzo.

La squalifica di otto anni è scaduta domenica scorsa giusto il tempo di tornare a correre per l'ultima volta da professionista. Per lui si apre ora ufficialmente una nuova vita, al fianco di moglie e figli, con l'orgoglio di averci provato almeno un'ultima volta. Con la certezza di restare "atleta per sempre".

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