Super Bowl: Trump, Taylor Swift e polemiche. Philadelphia schianta Kansas City

La festa della Nfl vede il trionfo degli Eagles che battono nettamente i campioni dei Chiefs. C'è stato spazio per i fischi a Taylor Swift, l'entusiasmo per Trump, la fine degli spot woke e un halftime show discusso

Fonte: X (@NFL)
Fonte: X (@NFL)

L’evento sportivo che unisce l’intera America ha offerto uno spettacolo ben diverso da quello che ci si sarebbe potuti aspettare. Dopo aver vinto due Super Bowl di fila, i Kansas City Chiefs sono stati annichiliti dai Philadelphia Eagles in una delle finali più sbilanciate della storia del football americano. Nonostante i favori del pronostico puntassero allo storico three-peat, le cose sono andate in maniera sorprendente. La difesa di Philly è stata implacabile, mettendo costantemente sotto pressione Mahomes e costringendolo a lanci pericolosi che sono costati carissimi ai campioni.

Non c’è stata storia, con il duo degli Eagles Jalen Hurts e Saquon Barkley che ha fatto il bello e il cattivo tempo, consegnando alla franchise della Pennsylvania il secondo trionfo della sua storia. Se la partita non è stata particolarmente entusiasmante, la serata ha offerto tantissimi altri spunti interessanti, dalla presenza del presidente Donald Trump, il primo nella storia ad assistere alla finalissima, alla scomparsa del woke dai costosissimi spot pubblicitari fino ai fischi riservati alla superstar Taylor Swift o al controverso halftime show di Kendrick Lamar.

Trump? Invisibile, quasi annoiato

Non c’è voluto molto prima di capire come l’azzardo di Donald Trump fosse stata la scelta giusta. Appena inquadrato sui mega-schermi dello storico Superdome, il pubblico ha salutato con entusiasmo la sua presenza. L’evento sportivo annuale più seguito al mondo non è stato però caratterizzato dall’effetto Trump, visto che la Nfl ha fatto di tutto per far finta di niente. Non tutti, però, hanno seguito il copione: appena il presidente è entrato in campo nel pre-partita, il giocatore dei Chiefs Chris Jones si è fatto largo tra gli agenti del servizio segreto per stringergli la mano. Interessante come la regia della Fox, canale storicamente non ostile a Trump, abbia accuratamente evitato di inquadrarlo un’altra volta per tutta la durata della partita.

Considerato quanto il magnate newyorkese ami le luci del palcoscenico, è singolare il fatto che abbia rispettato di non essere il protagonista in quella che è la festa della Nfl, lega con la quale in passato ha avuto parecchie ruggini e cause legali. La partita, però, non deve averlo appassionato, visto che lo stakanovista della Casa Bianca ha trovato il tempo di annunciare sui social che la zecca americana non produrrà più le monetine da un centesimo, visto che il costo di produzione è tre volte superiore al loro valore nominale. Alla fine anche Elon Musk ha voluto entrare in questa festa. Poche ore prima della partita, sui social si erano diffuse voci che il magnate di X avesse comprato cinque spot da 30 secondi per fare pubblicità ai tagli del Doge. Alla fine, però, non si è visto niente: si trattava solo dell'ennesimo scherzo di Musk.

Fischi a Taylor e halftime show

Taylor Swift sarà pure l’artista più popolare al mondo ma, almeno tra gli appassionati di football, è più famosa come la fidanzata del tight end di Kansas City, Travis Kelce. Il fatto che le televisioni la inquadrino con una frequenza eccessiva è causa di infinite polemiche, come confermato dai fischi del Superdome quando viene mostrata per la prima volta sui mega-schermi. La reazione della superstar della musica è tra il sorpreso e lo scocciato: certo non si aspettava di beccarsi una bordata così sonora, visto che è la beniamina dei tifosi dei Chiefs. Significativo il fatto che la regia della Fox, quando Kansas City finisce pesantemente sotto nel secondo quarto, provi ad inquadrarla di nuovo, causando l’ennesima montagna di fischi. Considerato che, per la prima volta in carriera, Kelce non aveva ricevuto un solo lancio nel primo tempo, una serata da dimenticare per entrambi.

La Nfl ha affidato il tradizionale halftime show al rapper Kendrick Lamar, scelta che non è piaciuta a tutti. Bisogna tornare allo show del 2020, quando si esibirono Shakira e Jennifer Lopez, per non trovare un artista di colore come headliner. Un netto cambio di rotta rispetto agli anni ‘10, nei quali solo superstar del calibro di Beyonce e Bruno Mars avevano interrotto una serie di artisti molto più in linea coi gusti dell'America profonda. La reazione online è impietosa: a parte gli appassionati dell’hip-hop, un coro di commenti sarcastici, a conferma che la Nfl ha forse perso il polso del pubblico generalista. Kendrick, visti gli ascolti da record, coglie l’occasione per insultare il rivale Drake. Neanche la presenza di Samuel Jackson vestito chissà perché da Zio Sam riesce a risollevare una performance che sembra del tutto fuori luogo per un evento visto da quasi metà della popolazione americana.

Polemiche e la fine degli spot woke

A far alzare più di un sopracciglio, alcune scelte della Nfl per questo evento che dovrebbe unire una nazione. A parte il cosiddetto “inno dei neri”, la cui presenza aveva convinto alcuni a boicottare la finalissima, le scelte musicali non sono state certo apprezzate da tutti. Nel pre-game show, scegliere Lady Gaga per cantare una canzone è sembrato uno schiaffo agli elettori di Trump, considerato come ai recenti Grammy Awards la stella italo-americana si fosse lanciata in un discorso decisamente poco conciliatorio. Va bene che siamo a New Orleans, la patria del jazz, ma le versioni di “America the beautiful” e dell’inno nazionale in salsa cajun hanno lasciato molti interdetti. Il segnale più importante che il clima in America sia cambiato si è però capito dall’atmosfera dei costosissimi spot che infarciscono le tante pause della partita.

Tanta nostalgia per il paese di una volta, uomini e donne in uniforme, patriottismo, umorismo bonario, zero idiozie woke, un cambiamento netto rispetto agli ultimi anni. Se molti hanno apprezzato la mascolinità esagerata dello spot dell’ultima versione del pick-up della Dodge, lo spot della maionese Hellmann’s che ha riunito Meg Ryan e Billy Crystal per rifare l’iconica scena di “Harry, ti presento Sally” avrà fatto scendere una lacrimuccia ai figli degli anni ‘70. Per il resto, il solito mix di spot non particolarmente memorabili con un’eccezione: lo spot della Nfl per promuovere il football femminile, una festa del wokismo più trito e ritrito. Qualcuno, evidentemente, non ha ancora capito che il vento è cambiato.

1Q: touchdown Hurts, Eagles avanti 7-0

Alla fine, arriva il momento del football. Il primo possesso va agli Eagles, la cui forza è il gioco di corsa ma la difesa dei Chiefs risponde subito presente, costringendo il quarterback Jalen Hurts a tentare una rischiosa conversione sul quarto down. Il lancio verso Brown sarebbe perfetto ma viene rovinato da un fallo del ricevitore, costringendo Philadelphia al primo punt. Prima decisione discutibile degli arbitri e primo four-and-out per l’attacco degli Eagles, che consegna alla difesa il compito non semplice di fermare Patrick Mahomes e compagni. Il primo drive dei bi-campioni in carica non è fortunato, con il quarterback che sfugge per poco al primo sack, costringendo Kansas City a riconsegnare l’ovale ai rivali. A ravvivare il primo quarto ci pensa la prima ricezione di Goedert, che riesce a far avanzare gli Eagles ma i running back di Philly faticano parecchio a trovare varchi nella linea difensiva. L’ennesima decisione discutibile degli arbitri causa le prime proteste da parte del pubblico, rinfocolando le polemiche nelle ultime settimane che hanno infiammato il popolo degli amanti del football.

La svolta arriva a 6’30” dalla fine del primo quarto: Jalen Hurts sfugge al blitz della difesa e recapita l’ovale tra le mani di Dotson. La gioia del primo touchdown dura poco, visto che il ricevitore ha messo a terra il ginocchio a una yard dalla linea di meta. Nel play successivo, Philadelphia usa la famosa tush push e porta il punteggio sul 7-0. La risposta dei Chiefs tarda ad arrivare: il drive di Kansas City viene immediatamente interrotto dall’attenta difesa degli Eagles, che tornano subito in possesso dell’ovale. Stavolta Jalen Hurts non rischia più e si accontenta di affidarsi alla corsa, riuscendo ad avanzare nella metà campo dei campioni. Il primo quarto si chiude con Philadelphia incapace di avvicinarsi ulteriormente alla end zone ma sempre in posizione pericolosa.

2Q: disastro Chiefs, Eagles avanti 24-0

L’inizio del secondo quarto non potrebbe essere peggiore per i campioni della Nfc, visto che un lancio profondo di Hurts manca il bersaglio, venendo intercettato da Brian Cook. Mahomes riconquista il possesso ma deve partire dalle proprie due yards, una posizione estremamente scomoda. Alla fine, neanche il funambolico Qb dei Chiefs riesce a superare una difesa davvero arcigna, costringendo Kansas City all’ennesimo punt. La prima sorpresa della serata è vedere come Philadelphia non stia usando molto la sua arma più pericolosa, lo straordinario running back Saquon Barkley, sorvegliato numero uno. Hurts è protetto abbastanza da riuscire a trovare AJ Brown, riportando Philly sulle 30 yards di Kansas City. La difesa dei Chiefs blocca la corsa di Hurts e gli Eagles sono costretti ad accontentarsi di un field goal: nonostante una penalità molto discutibile degli arbitri, Jake Elliott mette i 3 punti. 10-0 Philadelphia. Il possesso per Kansas City è da incubo, visto che Mahomes viene steso a terra per due volte consecutive, una cosa inaudita considerata la forza della offensive line dei Chiefs.

Il terzo down finisce come peggio non si potrebbe: lancio azzardato di Mahomes che viene intuito dal rookie Cooper Dejean, che intercetta il pallone, si fa largo d’agilità e segna il secondo touchdown di Philadelphia proprio nel giorno del suo compleanno. Una devastante pick six, solo la quinta nella carriera del quarterback: Eagles avanti 17-0. Visto che la pass defense di Philly è in gran serata, i Chiefs provano a correre ma neanche questa variazione funziona. Terzo sack per Mahomes e nuovo punt a cinque minuti dall’intervallo: un momento davvero orribile per i campioni, che sembrano in balia dei rivali. Alla fine, la difesa di Kansas City riesce a mettere pressione a Hurts, che subisce un sack ma viene salvato da una penalità. Gli Eagles non trovano spazi per le corse e faticano ad avanzare, riconsegnando il pallone ai Chiefs. Mahomes, però, è sotto pressione e viene di nuovo intercettato a 14 yards dalla propria linea di meta. Philadelphia ha l’occasione di chiudere il primo tempo alla grande e non si lascia sfuggire l’occasione: Hurts trova Brown ed è di nuovo touchdown. L’ultimo possesso dei Chiefs è altrettanto disastroso: quando Mahomes trova Hopkins apertissimo, il ricevitore scivola e non riesce a prendere il pallone.

3Q: niente rimonta, dominio Eagles

Iniziare con il secondo svantaggio più grande della storia del Super Bowl (solo Washington nel 1987 fece meglio staccando di 25 punti Denver) non è certo quello che i bi-campioni in carica si aspettavano. La montagna da scalare è enorme, considerato come i Chiefs abbiano messo forse il peggior primo tempo dell’era Mahomes. Il primo drive di Kansas City non è per niente incoraggiante: nel giro di pochi minuti, il quarterback viene messo a terra due volte, costringendolo a rischiare una corsa per evitare l’ennesimo punt. La pressione della difesa di Philly è asfissiante, per la disperazione dei tifosi di Kansas City. Quando la palla torna in mano a Jalen Hurts, gli Eagles finalmente trovano il modo di usare Barkley, che prima mette una buona corsa, poi riceve un passaggio profondo che porta Philadelphia a 4 yards dal quarto touchdown. La difesa dei Chiefs riesce a bloccare i lanci di Hurts e gli Eagles devono accontentarsi di un altro field goal: 27-0.


A provare a riportare in partita i campioni ci prova disperatamente Mahomes, cacciato senza pietà dalla difesa degli Eagles nonostante faccia di tutto per danzare tra le linee. Alla fine riesce a trovare un paio di buoni lanci, incluso uno per Kelce. Costretti a lanciare anche al quarto down, Mahomes rischia l’ennesimo intercetto, riconsegnando il pallone a Philadelphia. Stasera, insomma, non funziona davvero niente. A girare il coltello nella piaga ci pensa Jalen Hurts, che mette un lancio pazzesco trovando DeVonta Smith nella end zone: Philadelphia avanti 34-0 in una partita praticamente perfetta. Gli ultimi secondi del terzo quarto vedono un lampo del campione, con Mahomes che riesce finalmente a mettere un lancio lungo e la ricezione in tuffo del rookie Xavier Worthy. La conversione da due punti non va, fissando il punteggio su un eloquente 34-6.

4Q: apoteosi Eagles, Philly è campione

Dopo essere arrivati a soli 15 minuti da un trionfo storico, gli Eagles provano a mettere in ghiacciaia il risultato. Nel giro di pochi minuti, le corse di Barkley e Hurts portano Philadelphia di nuovo nella metà campo dei Chiefs, con l’obiettivo di consumare quanto più tempo possibile. Alla fine, sono costretti a cercare i pali dalla lunga distanza ma un terzo dell’ultimo quarto se n’è già andato. Kansas City spende il suo primo time out prima che Elliott metta un perfetto field goal, portando il punteggio sul 37-6. Nonostante Mahomes e compagni abbiano messo rimonte clamorose in passato, il mismatch con la difesa di Philadelphia è imbarazzante. Il sesto sack nei confronti del Qb dei Chiefs costa carissimo, visto che l’ovale esce ed è recuperato dalla difesa. Gli Eagles ormai hanno messo il pilota automatico e avanzano una corsa dopo l’altra, riducendo al lumicino le speranze del terzo titolo consecutivo per Kansas City. Alla fine Philadelphia sceglie di non rischiare, cercando di nuovo i pali: Elliott è ancora implacabile, portando a 34 punti il vantaggio sui campioni in carica.

Super Bowl LIX Worthy touchdown

Questa partita ha già detto tutto quel che doveva dire, ovvero che la difesa migliore della lega è riuscita ad annullare quasi del tutto l’attacco dei Chiefs. Mahomes lancia un altro intercetto, ma è annullato da un fuorigioco della difesa. Ora che si è entrati nel cosiddetto garbage time, i minuti finali di una partita già decisa, Philly toglie il piede dell’acceleratore, consentendo a DeVonte Hopkins di trovare il secondo touchdown per i Chiefs. La cosa non disturba gli Eagles, che non aspettano nemmeno il triplice fischio per scaricare su coach Nick Sirianni il tradizionale barile di Gatorade. Mahomes lotta ancora e mette un lancio profondo dei suoi che finisce ancora nelle mani del giovane Worthy: gran bel lancio e conversione da due punti che rende il punteggio finale meno devastante.

In questo caso, però, il 40-22 finale non racconta quanto la gara sia stata dominata in maniera assoluta dagli Eagles. Tempo di victory formation, Philadelphia è campione Nfl per la seconda volta. Che la festa abbia inizio.

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