Altro che turisti a cinque stelle: a Cortina rubano pure le panchine

Un giorno forse scopriremo che in Paradiso rubano le nuvole. Gli uomini rubano tutto, ovunque. In attesa di mettere mano alle pregiate nubi celestiali, rubano nei piccoli paradisi terrestri di questo mondo.
A Cortina si prendono le panchine. Pare sia la vera tendenza dell'estate, più dei pantaloni alati con il cavallo alle ginocchia, più del gelato alla caponata.
Come racconta Il Gazzettino, l'imbarazzatissima proprietà del Golf ampezzano ammette la sparizione notturna di due pregiate sedute in legno, 500 euro il valore del singolo pezzo, costruite artigianalmente con legno dei boschi locali. Non un impegno da ridere: 150 chili cadauna.
Come evidenziano le prime indagini, servono più persone e adeguati mezzi di trasporto. Per capirci: non siamo nel campo metropolitano del vandalismo giovanile o del teppismo borgataro. I ladri sono di tutt'altra specie, di tutt'altro reddito. Ladri che non agiscono in stato di bisogno. Agiscono in stato di vanità.
Risulta ormai acclarato che portarsi a casa la panchina di Cortina sia un vero e proprio cult italiano. Sembra uscire dai film di De Sica, ma è nuda cronaca: oltre alle due ambitissime del golf, vero salto di qualità nel demenziale traffico, durante l'ultimo anno ne è sparita anche una quantità spropositata della dotazione comunale. Un saccheggio. Delle 110 piazzate in giro per la località montana-mondana, ne sono tornate in magazzino soltanto 10. Bisogna specificare che questo modello è meno artistico, classici listelli in legno su basi in ghisa, ma ha impressa a fuoco la griffe irresistibile di «Cortina».
C'è gente che darebbe l'anima per portarsene una nel giardino o nella taverna di casa. C'è gente che fa pure peggio: se la carica sulla Mercedes station-wagon prima di tornare a valle. È così terribilmente trendy.
Che non siano le solite basse insinuazioni sui ceti benestanti d'Italia lo rivela la polizia locale. Il comandante in persona, Nicola Salvato, ha interrogato l'unico ladro colto finora in flagranza di reato, con la panchina sottobraccio. L'uomo, un signore perbene di Mira, nel Veneziano, ha mestamente ammesso che sì, la panchina di Cortina gli sembrava perfetta come souvenir per il suo giardino… Poi saranno entrati in azione anche i soliti rumeni, come escluderlo: ma intanto il primo reo confesso è nostro, e neppure sbandato, alle volte le combinazioni.
Certo qualcuno troverà incredibile che Cortina abbia gli stessi problemi del Bronx e di Scampia. Almeno a livello di tutela del patrimonio pubblico. Tu pensa, persino a Cortina. Ma la sorpresa è solo emotiva e superficiale. Non ha alcuna ragione fondata. Credere che le bomboniere della nostra vipperia siano esenti da deviazioni e debolezze umane suona quanto meno ingenuo.
È magnifico illudersi che Capri e Cortina, Portofino e Taormina, siano perfetti Eden senza macchie, zone franche di idilliaca ascesi, ma è anche infantile. A Capri come a Cortina, l'umanità concede immancabilmente il suo grandioso spettacolo. Bene e male avvinghiati l'uno all'altro, senza possibilità di separazione. Citando le cronache.
A Capri, tanto bella e poetica, ci stupiamo che comunque qualche ragazza venga violentata, che gruppi di giovinastri bevuti si prendano a randellate in piazzetta, che il depuratore comunale scarichi in mare l'80 per cento dei liquami estivi (prego salire in barca per la visita alla romantica Grotta Marrone).
A Cortina spariscono le panchine, si fanno i colpi in villa. Ma non è colpa di Capri e di Cortina, di Punta Ala e di Forte dei Marmi: è colpa degli uomini.
Gli esodi estivi, popolari e altolocati senza differenza, si portano dietro il bagaglio completo dei pregi e delle vergogne connaturate. Sui lungomare svaccati di certe aree geografiche si rapina la dignità a ragazze nigeriane o moldave, si spaccia roba pesante e magari si scommette sui cani che si sbranano. A Cortina e a Capri, all'Argentario e a Maratea questo no, forse no, ma tutti sanno che anche in questi luoghi tanto ameni, in queste atmosfere tanto chic, stimati individui concludono comunque affari sporchi, consumano sesso umiliante, fanno il pieno di eterea polvere bianca.


Bando alle leggiadre fantasie e mettiamoci il cuore in pace: dove arriva l'uomo, arriva l'umanità. Se spariscono anche le panchine, è solo una nota di colore in più. Eventualmente, è la folkloristica conferma che il paradiso in terra non esiste.
Quando c'è, ci pensiamo noi a smantellarlo.

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