Ama, un bilancio pieno di stranezze

Sul bilancio dell’Ama a nutrire dubbi è lo stesso consiglio d’amministrazione della società partecipata. È quanto si evince da una raccomandata inviata da Dario Ricciuto, nel cda dell’azienda dei rifiuti capitolina dalla scorsa estate, al sindaco Veltroni lo scorso 31 maggio. Ricciuto spiega infatti con una lettera al primo cittadino i motivi che lo hanno indotto a votare contro l’approvazione del progetto di bilancio dell’esercizio dell’Ama chiuso al 31 dicembre 2006.
Innanzitutto i cosiddetti «crediti dell’attivo immobilizzato». «Il credito nei confronti della controllante comune di Roma - si legge - ammontante a 821.202 euro e relativo a mutui contratti per il finanziamento di investimenti effettuati e conferiti all’azienda all’atto della sua costituzione nel 1985 avrebbe dovuto, da tempo, essere utilizzato per l’acquisto degli investimenti fissati». Eppure nel bilancio consolidato approvato da Ama al Campidoglio è stata richiesta una cifra molto più bassa, e precisamente 657.917 euro a fronte di investimenti già effettuati. «Ho inutilmente fatto presente che, per la parte residua, sarebbe opportuno rivedere tale voce».
Ama non ha ancora riscosso nemmeno il credito verso la presidenza del Consiglio dei ministri per il Giubileo 2000 pari a quasi 20mila euro. «È tuttora inserito tra i crediti esigibili entro l’anno - scrive ancora Ricciuto -. Sarebbe stato opportuno effettuare una ricognizione di tale credito presso la presidenza del Consiglio dei ministri e presso il ministero delle Infrastrutture e trasporti che, tramite una nota, si sarebbe dichiarato disposto a sottoporre la richiesta di pagamento a copertura finanziaria della commissione competente». I dubbi del consigliere riguardano anche il nuovo finanziamento, pari a 532mila euro, stanziato in favore della società Gloser spa. «Ho inutilmente chiesto di essere informato sui motivi di opportunità e, altrettanto inutilmente, ho fatto presente che l’importo di tale finanziamento, che troverà evidenza solo nel bilancio dell’esercizio 2007, è stato già inserito tra i fondi rischi nel bilancio 2006».
Altro problema quello dell’esternalizzazione dei servizi. «Ho presentato alcune interrogazioni al presidente del cda dell’Ama per chiedere che si accerti delle possibili ricadute negative sul bilancio della società in conseguenza delle eventuali sanzioni per il mancato rispetto della normativa europea in tema di affidamento dei servizi (affidamento diretto, senza gara di evidenza pubblica)».
Al di là delle singole questioni, comunque, è l’intera situazione di bilancio di Ama a preoccupare il consigliere. «Ho segnalato in consiglio di amministrazione - conclude la lettera a Veltroni - la difficile situazione finanziaria della società che si manifesta in una situazione patrimoniale non equilibrata, a causa della forte presenza di indebitamento a breve e di un rilevante rapporto tra mezzi di terzi e mezzi propri dal quale derivano ingenti oneri finanziari. Ho registrato, con piacere, che anche il collegio sindacale condivide, nella sua relazione al bilancio, tale mia preoccupazione e raccomanda alla società azioni incisive in merito».


Quasi superfluo precisare che il consigliere, prima di prendere carta e penna per scrivere al sindaco, abbia sottoposto le sue perplessità direttamente al presidente Hermanin e all’intero cda di Ama ottenendo solo una volta una risposta che suonava, parola più, parola meno: «Un consigliere ha solo il potere di rivolgere interrogazioni al presidente del cda». Come dire, non disturbare il manovratore.

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