
Riccardo Illy è uno dei più prestigiosi imprenditori italiani, ha 69 anni. È stato lui a guidare la sua azienda nei mercati di tutto il mondo, rendendo celebre il caffè che produce. Oggi è presidente del Polo del Gusto. Ha fatto politica nel centrosinistra, è stato parlamentare, sindaco di Trieste e presidente del Friuli.
Illy, i dazi manderanno all'aria l'economia mondiale?
«Diciamo che ci sono precedenti, nella storia dell'economia, non incoraggianti. David Ricardo - grande economista di inizio Ottocento - aveva spiegato come in un regime di libertà economica tutti i paesi ci guadagnano. Diceva: Se ogni paese produce i beni che sa produrre, e li vende ad altri paesi dai quali comprerà i beni che quei paesi sanno produrre, è un vantaggio per tutti. E infatti nell'Ottocento ci fu un fenomeno di quasi-globalizzazione dei mercati che diede grande impulso allo sviluppo di molti paesi, in particolare dei paesi del cosiddetto Occidente.
Poi ci fu la crisi del 1929...
«Sì, la grande depressione. Impressionante il succedersi dei fatti: prima ci fu la pandemia, cioè l'influenza spagnola che uccise milioni di persone, e poi una guerra commerciale che seguì la scelta degli Stati Uniti di imporre i dazi. Le similitudini con oggi sono inquietanti».
Saranno davvero una tempesta questi dazi?
«Dal 20% in su diventa una situazione ardua da affrontare. Il crollo dei volumi di scambio è quasi certo. E che questo porti a una recessione mondiale è altamente probabile».
Il dollaro come ne uscirà?
«Il dollaro oggi è una valuta considerata di riserva, ed è quella principale negli scambi internazionali».
Diciamo nel mercato globale
«Non parliamo di scambi globali perché la globalizzazione è andata a farsi friggere dopo l'invasione russa dell'Ucraina».
Restiamo al dollaro.
«La perdita di fiducia nei confronti degli Stati Uniti, che è una conseguenza evidente dei dazi, rischia di mettere in discussione anche la funzione del dollaro. Ma se questo avvenisse, come è molto probabile, e il dollaro perdesse la sua funzione internazionale, poi sarebbe difficilissimo recuperarla. E allora ci troveremmo di fronte a quella che il professor Cipolla aveva definito la prima legge della stupidità: produrre un danno per gli altri e un danno molto superiore per se stessi. Cioè per gli Usa».
Gli effetti in Italia?
«Una riduzione significativa delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Ci sono imprese che esportano in America il 30, 40 per cento di quello che producono. Per loro sarà un tracollo».
Le dichiarazioni di Trump?
«Sono assolutamente inconsistenti».
Per esempio?
«Gliene cito due. Prima: "Con i dazi, ridurrò le tasse ai cittadini. Già, ma con i dazi i cittadini pagheranno più cari i prodotti. Gioco a somma zero».
Seconda citazione.
«Dice Trump: L'obiettivo è riportare le industrie manifatturiere negli Usa. E perché? Negli Stati Uniti la disoccupazione è al livello meno che fisiologico. Un tasso di disoccupazione che rende difficile trovare dipendenti. E allora dove andranno a cercare il personale per le nuove imprese manifatturiere?».
E allora qual è l'obiettivo di Trump?
«Devo sperare che il vero obiettivo non sia quello di mantenere a lungo questi dazi, ma di negoziare la riduzione dei dazi europei».
Come deve reagire l'Unione europea?
«Così: proponendo una rinegoziazione di tutti i dazi».
E poi?
«E poi misure per l'aumento della produttività. Ci vorrebbe il contributo dei sindacati. Poi ci sarà la rivalutazione del dollaro, che svantaggerà l'America».
La Illy valuta se spostare la produzione negli Stati Uniti?
«Suggerirei a tutte le imprese di verificare prima se troveranno sul territorio americano le risorse umane per produrre. E poi di ragionare sul fatto che i dazi di Trump non sono eterni. Tra quattro anni cambia il presidente».
Dice queste cose alla Illy?
«Lo dico a tutti».
Vedendo questo caos non le viene la tentazione di tornare in politica?
«Risponderei con il titolo di una vecchia canzone: non ho l'età»
Mi dice cosa pensa della sinistra di oggi?
«Il centrosinistra è affetto da spinte estremiste e dalla incapacità di
trovare la sintesi su valori e programmi. Questo è un male anche per la maggioranza; l'assenza di una vera opposizione unita in grado di sfidare la maggioranza lascia spazio all'opposizione interna, come quella della Lega».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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