Amadeus, partita persa. Stop a "Chissà chi è"

Gli ascolti al di sotto delle attese convincono Discovery a chiudere il programma il 21 dicembre

Amadeus, partita persa. Stop a "Chissà chi è"
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Amadeus non mangerà il panettone in onda. Il giochino Chissà chi è, motivo principale per cui è passato a Discovery, verrà chiuso prima di Natale. Ultima puntata il 21 dicembre. Motivazione, come già riportato altre volte, i bassi ascolti: gli spettatori non si soffermano sul quiz che il presentatore si è portato sul Nove e che in Rai si chiamava I soliti ignoti. La notizia, anticipata da FqMagazine, è stata ufficializzata da Warner Bros Discovery in una nota: «Il 21 dicembre andrà in onda l'ultima puntata della stagione di Chissà chi è che farà staffetta la settimana successiva con la finale de La Corrida, prima della pausa natalizia. Il network e il talent hanno le idee ben chiare sui progetti del 2025». Al posto del programma, che avrebbe dovuto costituire l'ossatura quotidiana del prime time del canale Nove, tornerà probabilmente Cash or Trash condotto da Paolo Conticini. Cioè lo show che c'era già prima e che, con molti meno soldi, riusciva a fare lo stesso livello di ascolti, che viaggiano tra il due e tre per cento.

L'obiettivo della dirigenza di Discovery con il «progetto Amadeus» era di alzare quella asticella in vista della trasformazione del Nove in una rete popolare e generalista sulla spinta di punte di diamante come Crozza e Fazio. Però l'operazione non ha funzionato: in quella fascia oraria il pubblico si concentra in stragrande maggioranza su Raiuno e su quell'Affari Tuoi lasciato da Amadeus medesimo e ora portato in trionfo da Stefano De Martino.

Per il presentatore la chiusura di Chissà chi è è da considerarsi un fallimento. Però non lo è tutto il progetto voluto dal broadcaster internazionale. Prima di tutto perché si può consolare con l'altro importante tassello: La Corrida, in onda al mercoledì sera, sta piacendo molto al pubblico per quel mix di ironia bonaria e di follia dei concorrenti allo sbaraglio (l'ultima puntata ha sfiorato il 6 per cento).

Insomma, ora Amedeo Sebastiani deve concentrarsi sul futuro e riuscire a realizzare quello che lui stesso ha raccontato quando si è trasferito a Milano e a Discovery: nuovi format, idee, esperimenti. «Quando sono arrivato qui - ha spiegato - non avevo molto tempo per testare format inediti, nel 2025 vorrei fare qualcosa di nuovo, ci sto lavorando».

Dunque in primavera ci si aspetta un nuovo game per l'access prime time che possa superare il muro del tre per cento e un altro show di prima serata che stavolta dovrebbero giustificare la scelta del conduttore di lasciare la televisione di Stato dove gli facevano i ponti d'oro. Anche se - come lui stesso ha avuto modo di sottolineare - «non trovavo più quel clima di affetto di una volta». Chissà se ora si pentirà di non aver accettato la contro-offerta di viale Mazzini identica nel cachet e negli spazi in palinsesto. Comunque lui non è uno che si scoraggia: già una volta ha lasciato la Rai sulla via di Mediaset dove non ha avuto il successo sperato e poi è tornato indietro e, piano piano, si è ripreso tutta la stima del pubblico. Ora vedremo come si riprenderà nel prossimo anno.

Nel frattempo, ha dato alle stampe un libro Ama.

La mia storia, i miei Sanremo, come il palcoscenico mi ha cambiato la vita nel quale, tra i tanti racconti della luminosa carriera, ha sottolineato che Fedez fece male ad andare al Festival quando sua moglie Chiara Ferragni era in veste di presentatrice e che con Morgan, che gli ha fatto una guerra spietata, non vuole più avere niente a che fare.

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