Non ci sono vincitori, ma un solo sconfitto: la giustizia italiana. Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti dalla Corte d’assise d’appello di Perugia dall’accusa di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher nel 2007 a Perugia. La gioia e le lacrime degli imputati, arrivati in aula visibilmente tesi. In primo grado i due erano stati condannati a 26 e 25 anni di reclusione. Ora sono stati scarcerati, dopo quattro anni di detenzione.
Amanda Knox ha lasciato il carcere perugino di Capanne a bordo di una Mercedes di colore nero. La giovane americana ha passato la notte con la famiglia in un agriturismo e farà ritorno a casa a Seattle. Partirà stamani per gli Stati Uniti con un volo della British Airways. Raffaele Sollecito invece è tornato in Puglia, protetto da amici e parenti.
"Rispettiamo la decisione dei giudici ma non comprendiamo come sia stato possibile modificare completamente la decisione di primo grado". Così la famiglia di Meredith Kercher, in una nota diffusa subito dopo la sentenza. "Restiamo comunque fiduciosi nel sistema giudiziario italiano sperando che la verità possa finalmente essere accertata".
In carcere per il delitto, avvenuto quasi quattro anni fa, rimane quindi solo Rudy Guede, l’ivoriano che sta scontando 16 anni di reclusione. L’assoluzione degli ex "fidanzatini" era, in un certo senso, attesa, tanto che nel pomeriggio la famiglia Kercher ha tenuto una conferenza stampa in cui, pur ribadendo la propria fiducia nella magistratura italiana, ha lamentato il fatto che Meredith fosse stata "dimenticata" dai mass media.
La studentessa inglese era stata uccisa nel capoluogo umbro la notte del 1 novembre 2007. In primo grado Amanda e Raffale erano stati condannati rispettivamente a 26 e 25 anni. Nel dibattimento in appello, le prove fornite dall’accusa erano state giudicate in più occasioni imprecise e non decisive. La Knox (condannata a tre anni già scontati per il reato di calunnia) e Sollecito hanno assistito in aula alla lettura della sentenza.
La decisione dei giudici della corte d’Appello del tribunale di Perugia è arrivata dopo oltre 10 ore di camera di consiglio. Il presidente della Corte, Claudio Pratillo Hellmann aveva chiesto, prima di entrare in camera di consiglio, di evitare "fazioni" e "tifo da stadio".
Amanda, già tesissima all’inizio della lettura della sentenza, è scoppiata in lacrime. Alla lettura della sentenza l’aula è esplosa in un boato. Amanda ha pianto e ha abbracciato la sorella, presente in aula con gli altri familiari. Grande la gioia anche di Raffaele. Entrambi si svegliano da un incubo durato 1.448 giorni.
"Torniamo a casa, è finalmente finita...". Così Francesco Sollecito, il padre di Raffaele, alla domanda dell’Agi su quale sarà la prima cosa che la famiglia farà dopo questa sentenza assolutoria. "Lo ripeto, torniamo a casa. Raffaele è stato assolto per non aver commesso il fatto, non so se questo lo abbiate capito o meno. Voglio che sia chiaro, deve essere chiaro per tutti".
"Amanda ha sofferto per 3 anni per un crimine che non ha commesso. Siamo grati ai legali per la loro assistenza. Loro non hanno solo difeso Amanda, ma le hanno voluto bene. Grazie a tutte le persone che si sono prese del tempo per analizzare il caso. Li ringraziamo per avere avuto il coraggio di portare alla luce la verità. Ora chiediamo che ci venga concessa la privacy per riprenderci da questo periodo che per noi è stato un incubo", ha dichiarato la sorella di Amanda Knox, Deanna, all'uscita dal tribunale di Perugia.
"E' il verdetto che ci aspettavano, se la perizia fosse stata disposta anni fa non ci sarebbero stati anni di sofferenza e dolore". Così Giulia Bongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito commenta la sentenza che ha assolto con formula piena il suo assistito e Amanda Knox. "Voglio porre l’accento sul risultato estremamente positivo - ha aggiunto - Un sentenza che non si è fermata all’apparenza e ha tolto ogni dubbio. C’è stato in questo caso un pieno e assoluto riconoscimento dell’estraneità di Raffaele Sollecito".
"Gli Stati Uniti apprezzano lo scrupoloso riguardo con cui il caso (di Amanda Knox) è stato trattato dal sistema giudiziario italiano".
Così il portavoce del dipartimento di Stato, Victoria Nuland ha commentato la notizia dell’assoluzione in appello di Amanda dall’accusa di omicidio della britannica Meredith Kercher. Nuland ha aggiunto che l’ambasciata a Roma continuerà a fornire assistenza consolare ad Amanda e alla sua famiglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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