Gli Amparanoïa a Monluè: musicisti di strada in festa

Il leader del gruppo Mercedes Sánches: «Ho un’idea fissa: mescolare gli stili»

Luca Testoni

«La mia paranoia è la musica e l’idea di mescolare ritmi e stili». Questa, in estrema sintesi, la filosofia di Amparo Mercedes Sánchez, la cantante-chitarrista e leader degli Amparanoïa, di scena stasera alla Cascina Monluè (ore 22.30) per promuovere il nuovo album La vida te da, registrato nei Paesi Baschi.
Con una grinta da gitana, la musicista spagnola (andalusa di Granada), classe 1970, si è conquistata un posto di riguardo nella scena della world music internazionale grazie a un cocktail di flamenco, salsa, hip-hop, rock, ska, rumba, son, bolero e fanfare dell’Est Europa. Un universo sonoro meticcio spesso abbinato a forti contenuti sociali e a un instancabile impegno politico antiglobalizzazione.
«Combattente in lotta per il buonumore e guerrigliera contro le avversità della vita e le sue amarezze», la Sánchez si è sempre trovata a suo agio per la strada, che siano quelle del Chiapas in Messico o di un posto remoto della Spagna ha poca importanza.
Ed è «per la strada» che la carriera della Amparo ha avuto inizio e che ha lasciato a bocca aperta a suo tempo Joe Strummer - era il 1988 - quando lei, durante un festival estivo, si mise a cantare un Happy Birthday dal sapore soul per celebrare il quarantesimo compleanno del compianto cantante dei Clash.
Dal pubblico si alzò un grido: «Sei bianca, però hai una voce da nera, non smettere mai di cantare». E così ha fatto. Fondamentale l’incontro a metà anni Novanta a Madrid con il «clandestino» Manu Chao che con i Radiobemba faceva della «fiesta» la parola d’ordine, scambiando spesso la notte per la mattina e viceversa: «Io suonavo la chitarra nei bar della zona e ci incontrammo suonando in piazza - ha ricordato di recente la cantante, che non rinuncia mai a un elegante turbante colorato -. Quando arrivai a Madrid non avevo alcuna pretesa di registrare un disco, ma Manu mi mise in testa l’idea che dovevo registrare una demo, far sentire i miei pezzi alla gente. È dunque lui il responsabile dei miei primi passi, l’uomo determinante per la nascita degli Amparanoïa».


Quel che colpisce - da sempre - del gruppo di Amparo Sánchez, «capitana» di un ensemble eclettico di musicisti da strada che si è aggiudicato un anno fa il prestigioso BBC3 Music Award nella categoria Europa, è la dimensione di «festa»: «E che c’è di sorprendente? - chiosa la spagnola di casa sulle frequenze di RadioRai (un suo brano tormentone è battutissimo dia tipi del programma Catersport, ndr). Con la mia musica ho sempre voluto fare ballare parlando di vita e di allegria».

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