Pontida, Orban: "Migranti a Bruxelles se Ue ci punisce". Giorgetti rassicura: "So chi può fare sacrifici"

Il leader leghista e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, dà l'avvio a un intenso mese di ottobre politico: tra manovra, elezioni in Emilia-Romagna e sentenza sul caso Open Arms. Vannacci: "La prima lotta che facciamo è quella di difendere la patria"

Pontida, Orban: "Migranti a Bruxelles se Ue ci punisce". Giorgetti rassicura: "So chi può fare sacrifici"
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In un mese di ottobre complessivamente delicato - tra la conclusione in primo grado del processo per il caso Open Arms e il varo di un'importante legge di bilancio (senza dimenticare l'inizio delle trattative con le Regioni per l'Autonomia) - Matteo Salvini chiama a raccolta il popolo della Lega a Pontida per un'edizione del raduno annuale del partito che, quasi inevitabilmente, è diverso da altre feste del Carroccio. Sotto lo slogan "Difendere i confini non è un reato", il segretario federale ha organizzato la domenica sulle valli bergamasche preparando il terreno per un sostegno duraturo dei suoi militanti dopo la sentenza del tribunale di Palermo di fine mese: sia che arrivi una condanna sia invece che si tratti di un'assoluzione.

L'ospite d'onore odierno tanto atteso era sicuramente Viktor Orban, il quale afferma che il processo contro Salvini è "una vergogna della sinistra": anzi, "di tutta l'Europa". Il vicepremier, al contrario, meriterebbe "un'onorificenza". Una volta salutato il folto gruppo presente a Pontida, dal Pratone viene provocatoriamente urlato di riportarsi a casa Ilaria Salis. Secondo Orban l'Ungheria ha dimostrato che "i Patrioti europei sanno governare molto meglio della sinistra internazionale", che in terra magiara è stata "sconfitta cinque volte". E dall'Ungheria arriva una lezione sulla gestione dei migranti: "Chi oltrepassa i nostri confini senza permesso viene arrestato e se vuole ottenerlo, deve aspettarlo fuori dal Paese".

Sul palco allestito a Pontida sfilano naturalmente i ministri leghisti, come Alessandra Locatelli e Giuseppe Valditara. Giancarlo Giorgetti ripercorre la sua frase "i sacrifici devono farli tutti" pronunciata pochi giorni fa in un'intervista a Bloomberg e spiega: "Siamo sempre state, e saremo, dalla parte di chi lavora e produce", dichiara il ministro dell'Economia -. So distinguere chi fa sacrifici e chi li può fare" perché è giusto che i sacrifici "li faccia anche qualcun altro che i soldi ce li ha". Roberto Calderoli rammenta la sua promessa fatta un anno fa proprio nella kermesse nel Bergamasco: "Il 2024 sarà l'anno dell'Autonomia". E così è stato. Poi promette che indosserà la stessa maglia che aveva in occasione dell'altra inchiesta sempre sui migranti che aveva già coinvolto Salvini: ovvero quella in merito sul caso Gregoretti a Catania (in cui è stato archiviato): "Processate anche me".

I due capigruppo alla Camera e al Senato, rispettivamente Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, puntano molto sui temi dello storico passaggio parlamentare dell'Autonomia e sul ritorno dei decreti sicurezza per i quali Salvini è sotto accusa per sequestro di persone in un "processo politico" voluto "anche dai renziani", nonostante la "riduzione dell'arrivo e della morte dei migranti" rivendicando con orgoglio il lavoro fatto in questi anni di governo. Paolo Borchia, capo delegazione della Lega all'Europarlamento, indica come "vergognosa" l'inchiesta penale che sta affrontando il vicepremier e chiama a gran voce la platea presente a urlarlo a squarciagola, per poi aggiungere: "I Patrioti sono l'unica alternativa e l'ultima speranza in Europa: o cambiamo o l'Ue va a fondo".

Debutto assoluto a Pontida per Roberto Vannacci, acclamato con grande calore dai partecipanti. Il generale, ora parlamentare europeo eletto con un record di preferenze, arringa la folla e conferma l'impegno che aveva già preso ampiamente nelle scorse settimane, nonché nella giornata di ieri: non ha alcuna intenzione di lasciare la Lega. E lo ribadische forte e chiaro: "Io sono ancora qua e ci credo nella parola data e nell'onore". Lui non alcuna intenzione di usare la lega come un pullmino: Andremo avanti tutti insieme e non ci fermeranno" coloro che hanno "paura perchè il vento soffia in tutta Europa, in Germania, Francia, Austria e Repubblica Ceca, e sta scendendo verso sud. Siamo qua tutti insieme e non molleremo di un millimetro". La riforma dello ius scholae viene nuovamente respinta: "La cittadinanza se la sono guadagnata i nostri nonni sul Carso, questa è la nostra cittadinanza. Se andaste in Arabia dopo 5 anni di scuola non sareste arabi, non c'è reciprocità", avverte. "Così in Marocco, Tunisia...".

Tocca poi ai presidenti di Regioni che rappresentano la Lega. Massimiliano Fedriga ricorda le vittime del vile attentato di Hamas in Israele, a ormai a un anno esatto da quella immane tragedia, e desidera allo stesso tempo smentire "le falsità è menzogne" sull'Autonomia: "C'è chi racconta che il Sud non è all'altezza dell'autonomia, non è vero. Alcune classi dirigenti del Mezzogiorno non vogliono l'autonomia perché non gli piace la responsabilità - sostiene il governatore del Friuli Venezia Giulia -. Mi auguro che da questo prato possa emergere la voce della verità: dal territorio può cambiare il Paese. Se uno pensa che si possa fare dalle burocrazie di Roma, è un fallimento".

La solidarietà a Salvini sul banco degli imputati, in attesa dell'arringa difensiva che terrà il 18 ottobre l'avvocato Giulia Bongiorno a Palermo, è totale. Un elemento che viene sottolineato anche dai suoi omologhi della Lombardia e del Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, che definisce questa la "Pontida delle Pontide" e che ricorda che il 22 ottobre 2017 più di due milioni di veneti hanno votato Sì al referendum per l'Autonomia.

Donatella Tesei, presidente dell'Umbria, si sta preparando alla fase finale della campagna elettorale delle regionali che sono previste per il 17-18 novembre per una sua riconferma, ricordando che è stata lei a far sloggiare la sinistra dal potere regionale dopo cinquant'anni ininterrotti.

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