Ampolle, vasi, flaconi: il Vate e la sua essenza

Con qualche modifica «sincera e agrumata» riecco il profumo di Gabriele D'Annunzio

Angelo Ruggeri

«Mescola, et farai opera perfetta». Proprio con queste parole, Gabriele D'Annunzio completava la ricetta della sua Aqua Nuntia, annotata di proprio pugno a margine di un ricettario galante del XVI secolo, ritrovato nella sua casa di Gardone Riviera. Una fragranza creata per sé e imbottigliata in un flacone realizzato da Napoleone Martinuzzi, scultore e imprenditore dei primi del Novecento, famoso per le collaborazioni con Venini. A ottant'anni dalla morte del Vate (1938), nel D'Annunzio Segreto, lo spazio espositivo ricreato nel sottoteatro de Il Vittoriale degli italiani, apre al pubblico la mostra «D'Annunzio e l'Arte del Profumo. Odorarius Mirabilis», che sarà visitabile fino al 27 gennaio del prossimo anno. Promossa da Marco Vidal, direttore commerciale di Mavive e amministratore delegato di The Merchant of Venice, sostenuta da Mavive spa e fortemente voluta da Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, vuole raccontare il rapporto biunivoco tra il Vate e il profumo, sul piano culturale con l'esposizione, sul piano commerciale con la ricreazione della fragranza Aqua Nuntia («Con qualche modifica sincera e agrumata rispetto alla ricetta tradizionale, per renderla più adatta ai nostri tempi», spiega Vidal) e l'ideazione di una linea di profumi ispirata agli altri universi dannunziani legati alle sue molteplici personalità.

«Si trattava di far vivere un'immagine particolare di D'Annunzio legata al concetto di profumo», racconta Pier Luigi Pizzi, scenografo di fama mondiale che ha progettato la mostra e che ha curato anche l'allestimento del favoloso Palazzo Mocenigo a Venezia con annesso museo del profumo, oltre alla boutique The Merchant of Venice in via Brera a Milano e le future aperture a Roma e Dubai, il 26 giugno prossimo. «Bisognava visualizzare il mondo dannunziano passando attraverso il suo gusto per il profumo. Così ho realizzato un contenitore decò e, visitando la Prioria (nome con cui il Vate definiva la sua residenza privata presso Il Vittoriale, ndr), ho selezionato ampolle, flaconi e vasi, per creare una specie di sacrario, un tempio del profumo, a metà tra sacro e profano, dove si mescolano i ricordi di Venere e di Maria Maddalena». Il percorso si conclude con la collezione privata dei profumi di D'Annunzio (tra i molti, Chanel, Worth e Coty) e la scritta a lettere cubitali «e chiedo profumi, profumi, profumi» sopra la riproduzione del famoso quadro «The Roses of Heliogabalus» di Sir Lawrence Alma-Tadema con l'aggiunta divertente di D'Annunzio che nudo, con i suoi baffi a manubrio, prende il sole beato nella sua Pescara. «Sembra un grido di battaglia», racconta la curatrice della mostra Paola Goretti, studiosa del Rinascimento. «Invece, deriva da un lunghissimo carteggio che il Vate intrattiene dal 1920 al 1930 circa con il suo maggior fornitore di profumi e mediatore con le case di profumo francesi, il dottor Cavalier Mario Ferrari, farmacista di Gardone Riviera. Lui stesso ha inventato l'attributo di Odorarius Magister dedicato a D'Annunzio».

Per celebrare il concetto «il profumo è tutto e tutto è nel profumo», lo scorso anno Mavive spa aveva presentato la linea Odorarius Mirabilis: quattro fragranze (Aqua Nuntia, Ermione, Divina Musa e Il Piacere), ispirate alle numerose personalità del Vate.

Oggi, a queste, si aggiungono il Notturno, omaggio alla bellezza della notte (con zagara, pitosforo e ylang-ylang, impreziositi dal legno di cedro, patchouli e ambra) e la fragranza maschile Il Fuoco dal carattere forte, con note gourmand come il rum.

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