Amt mette una croce anche sui milioni che deve allo Stato

Amt mette una croce anche sui milioni che deve allo Stato

Altro che «X» gigantesche sulle fiancate degli autobus, scioperi e accuse al governo per i tagli anticrisi anche al settore dei trasporti pubblici; altro che biglietti più cari, linee soppresse ed esuberi di personale. Basterebbe guardare sotto il tappeto di Amt per trovare un mucchio di denaro in mezzo alla polvere degli sprechi e della mala gestione. E far ingrassare di molto il maialino del Giornale. La vicenda è quella di Ami (Azienda Mobilità ed Infrastrutture), nata nel 2004 da una costola di Amt con la benedizione dell'allora sindaco di Genova Giuseppe Pericu e smantellata in tempo record dalla giunta Vincenzi per manifesta insostenibilità economica.
Un'operazione non solo discutibile ma che si scopre essere costata alla cittadinanza 9 milioni e 400mila euro e per la quale ora la Corte dei Conti, concluse tutte le opportune indagini, è pronta a batter cassa. Mentre ufficialmente Ami era stata creata per occuparsi della manutenzione dei veicoli dell'azienda, in realtà era infatti destinata principalmente ad accollarsi tutti i debiti del trasporto pubblico cittadino per rendere possibile la fusione di Amt con i privati francesi di Transdev: una bad company a tutti gli effetti insomma con un passivo talmente grande da portare a liquidazione obbligata dopo un brevissimo periodo in cui cospicue perdite di esercizio avevano addirittura aggravato la situazione. «Sembra che la società venne sostanzialmente creata in disavanzo, avendo come mission unicamente la ricerca di una progressiva riduzione del disavanzo - si legge nell'ultima relazione annuale del Procuratore Regionale Luciano Coccoli, oggi sostituito da Ermete Bogetti; dopo appena un mese di esercizio la nuova società non era in grado di sostenersi con mezzi propri e il Comune di Genova sarebbe intervenuto con cospicue ricapitalizzazioni». Appurato ciò la Corte dei Conti, che ha il compito di tutelare l'erario dai danni causati dai pubblici amministratori, non poteva esimersi dall'intervenire e dopo molti mesi d'indagine è giunta oggi a quantificare un danno rilevante causato dall'«irrazionalità ed abnormità» - sono parole della Procura - delle scelte prese dall'amministrazione ovvero dal sindaco, dal suo entourage e dai dirigenti dell'azienda. È sempre la relazione annuale di Coccoli a fornire un quadro sconsolante della gestione della vicenda: a essere palesemente infranto è stato non solo l'interesse pubblico - vi viene sottolineato - ma ogni ben che minimo canone di economicità e di convenienza economica, cosa che diventa ancora più grave se si considera che Ami era totalmente partecipata dal Comune mentre Amt era partecipata al 41% da privati. Altro che utile regressione del disavanzo, quindi, come sbandierato per anni da Pericu: lo scorporo di Ami da Amt è stato irragionevole, ha causato un enorme danno e ora qualcuno dovrà pagare per essersene reso responsabile. Ma sarà davvero così o finirà a tarallucci e vino? Se Amt non fosse un’azienda (per di più a maggioranza pubblica) ma un cittadino qualsiasi potremmo già iniziare a riempire ancora un po' il nostro salvadanaio rosa, custode del denaro pubblico sperperato. Per restare nel settore, se un genovese sfiora le strisce gialle, Amt non esita a recapitargli a casa una bella multa, il cui importo verrebbe messo a bilancio e recuperato quanto prima. Ma se a sbagliare è Amt?
Dipende. La Corte dei Conti ha ritenuto opportuno citare in giudizio tutti gli accusati per danni da oltre 9 milioni di euro, e la prima udienza è fissata per l'ottobre prossimo: bisognerà vedere che cosa ne penserà il giudice di primo grado, quello di secondo e poi, magari, pure la Cassazione. Dopodiché, anche se la somma fosse confermata, non è assolutamente scontato che si riesca a recuperare tutto fino all'ultimo euro, rivalendosi sul patrimonio dei condannati. Accade non di rado infatti, in questi casi, che il danno superi di molto le possibilità economiche di chi l'ha cagionato.

Ma lo spirito del maialino è proprio questo: dimostrare che le amministrazioni pubbliche che piangono miseria per i tagli, in realtà dovrebbero già dare soldi allo Stato. Amt avrebbe già preso 9 milioni e 400mila euro di troppo. Il governo potrebbe già iniziare a scalare quelli. A un cittadino gli avrebbero già pignorato la casa, no?

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