le analisi dei lettori

2 AL TEATRO DELLA GIOVENTÙ
Il popolo dei moderati

deve ripartire dal «basso»
Caro Massimiliano, il 28 Maggio si sta rapidamente avvicinando ed il «Popolo de il Giornale» si sta letteralmente mobilitando per essere presente e partecipe, nelle idee e nei contenuti, all’incontro da voi organizzato al Teatro della Gioventù. Era da tempo che non sentivo in giro uno spirito di tal fatta e forse mai ho ascoltato tesi e teorie così «cariche ed intense» per la valenza del popolo alla partecipazione e alla costruzione di un contenitore politico totalmente differente da quello che il Pdl genovese ci ha abituato fino ad oggi. L’aria che si respira è quella delle grandi occasioni, cioè a dire di un punto di non ritorno al passato prossimo e remoto.
Il mondo è cambiato, l’Italia è cambiata ed il popolo dei moderati è cambiato (anche a Genova!). Le vecchie forme mentali e formali stanno per lasciare spazio ad ipotesi di lavoro totalmente differenti. Se il nostro popolo vorrà restare unito per condividere un progetto politico in grado di esprimere e creare valore per la gente non potrà non passare attraverso la formula politica della partenza «dal basso». È finita l’epoca delle imposizioni ed impostazioni verticistiche. Come è sostenuto da molti politologi nostrani la borghesia oggi non esiste più. La classe media che una volta riusciva a pilotare e dettare i tempi alla società italiana ora è piegata su se stessa incapace di intendere e di volere. La crisi economica è fortissima, ma quella delle idee è bestiale!
Troppi anni di delega «in bianco» ad una classe dirigente che non ha saputo e voluto fare squadra e creare un sistema Italia forte e coeso. Oggi siamo tutti terribilmente divisi. Divisi su tutto e quindi incazzati con tutti. Ecco il fenomeno del Grillismo logico terminale politico dell’anti politica nelle istituzioni della Repubblica.
Ai soloni e vecchi sponsor della politica ligure e cittadina dico che la partenza di qualunque soggetto politico nato in antitesi al Grillismo e all’anti politica non può più nascere a Roma con le solite facce, ma solo ed eclusivamente dal locale. O meglio dal super locale e cioè dai comuni e dai municipi. Qualcuno dirà che sono matto e che sono impazzito improvvisamente. A questi signori rispondo che solo attraverso un «federazione» di nuove facce pulite sparse sul territorio cittadino e ligure si può pensare di ripartire.
La classe media per anni ha delegato in bianco ad altri i suoi interessi, ora se vuole uscire dalle secche deve riprendersi la sovranità popolare azzerando le deleghe. Solo così i partiti politici riusciranno a sopravvivere.
2 LA VITTORIA DI DORIA
I ricchi e gli affaristi fan festa

per i cattocomunisti al potere
La sinistra oggi fa festa/ non ha mollato l’osso (Genova s’è desta/ con il Marchese Rosso./ I ricchi e gli affaristi/ son contenti di sapere/ che i cattocomunisti/ gestiscono il potere/ e se i capitali fuggono/ a gran velocità/ e le poche imprese chiudono/ lasciando la città/ il popolo e i borghesi/ rinunciano alla scossa:/ in fondo ai Genovesi/ basta «bandiera rossa».
Antonio Urbano
2 IL COMPITO DEL CENTRODESTRA
E ora si analizzi la sconfitta

e si dia voce al territorio
Caro Massimiliano, e ora? Al di la dell’esito dei ballottaggi e di tutte le polemiche pre e post voto… questa è la domanda che sorge spontanea fra le «truppe» moderate. Quelle truppe che hanno difeso l’idea di un nuovo progetto di città impegnandosi in prima persona per convincere i «riottosi e i delusi» e garantire una presenza efficace sul territorio. Dire che «E ora?» vuole dire ripartire da loro sembra semplice demagogia ma non lo è. «E ora?» vuole dire fare un’analisi della sconfitta partendo dall’esame dei dati per approfondire gli errori politici, strategici e comunicativi. Certo questo porterà ad un dibattito giustamente aspro ma necessario per chiarire e chiarirsi. A questo aggiungiamo un investimento sul territorio riaprendo circoli e sezioni e coinvolgendo le nostre meravigliose truppe. Tutto questo per portare avanti un progetto di città e non semplicemente per garantire un piccolo bacino di voti al candidato di zona. A questo proposito è bene evidenziare che uno degli elementi da approfondire è la forte disaffezione al sistema delle preferenze. Disaffezione che forse testimonia un grave malessere di fronte alle centinaia di candidati e in definitiva alla classe politica. Abbiamo bisogno di dare respiro e sostegno a quei «Moderati da marciapiede» che testimoniano la parte buona del «fare politica» e che non sopportano più di dividersi per questioni di incomunicabilità fra un leader e un altro. Questo ragionamento non deve essere letto come un attacco a questo o quel leader Pdl ma deve essere ampliato fino a includere tutte le realtà di questo vero e proprio magma vulcanico che è il centrodestra. «E ora?» vuole dire quindi garantire una proposta di governo chiara ed efficace dando voce al territorio e ricordando che errare è umano ma perseverare è diabolico.
Enrico Cimaschi
2 SPESE ELETTORALI
I partiti dell’ortodossia politica

imparino dai grillini
Gentilissimo dottor Lussana, il nostro Giornale ci ha fornito notizie che meriterebbero di essere divulgate con la massima evidenza: si tratta delle spese della campagna elettorale del movimento Cinque Stelle, che ha conquistato Parma, il Comune di Comacchio (Ferrara), Mira (Venezia) ed il Comune di Sarego (Vicenza).
Le confesso che non mi sono mai interessato di questo movimento ma le notizie che il Giornale ci ha fornito, destano la meraviglia di tutti gli elettori. Il neo sindaco di Parma, Pizzarotti, ha dichiarato di aver speso per la propria campagna elettorale, 6 mila euro. Tale somma è stata pagata di tasca sua.
Del pari i neo sindaci di Comacchio, Mira e Sarego, hanno precisato che le loro spese elettorali, sono state contenute in poche centinaia di euro. La qual cosa deve essere posta a confronto con i partiti della cosiddetta ortodossia politica che, bontà loro, si dichiarano disposti a ricevere la metà di quanto in precedenza ricevuto a titolo di rimborso spese elettorali!!!
Questi partiti dovrebbero imparare dal Movimento Cinque Stelle oltre che dal Popolo della libertà che, a sua volta, si è dichiarato disposto a rinunciare al rimborso delle spese elettorali.
Agostino Alfredo Cella
2 BALLOTTAGGIO
Chi si è astenuto, in futuro

dovrà soltanto tacere
Doria sindaco di Genova, con la benedizione di Gallo e Farinella: «Ite, missa est!». Ma, dove andremo, sarà tutto da verificare.

Vorrei esprimere una preghiera: tutti coloro che si sono astenuti dal voto e, in futuro, si lagnassero dell'attività della neo amministrazione comunale dovranno soltanto tacere.
Buona fortuna a tutti!
Gian Giacobbi

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