Ancelotti abolisce le 2 punte Nesta vuol lasciare l’azzurro

Dopo la sconfitta del Milan con la Roma, Silvio Berlusconi ammette: «Sono preoccupato». L’incontro a cena tra Paolo Berlusconi e Totti

Franco Ordine

«Sono preoccupato anch’io, come i tifosi». Le parole di Silvio Berlusconi, pronunciate nella lunga notte di Milan-Roma, incorniciano la grande crisi del Milan e ne segnalano tutti i tratti, che non sono tradizionali. Qui, ad esempio, nessuno discute il ruolo e il futuro di Carlo Ancelotti, l’allenatore: la sintonia con la società e in particolare col suo numero uno, è totale, assoluta. «Le voci sulla panchina disturbano» sostiene l’interessato ma il rilievo è rivolto al panorama mediatico, non al fronte interno.
«Adesso bisogna cominciare a fare qualche punto» è la seconda frase distribuita da Adriano Galliani reduce dal duello colmo di citazioni dotte con Borrelli. «Bisogna tenere i nervi saldi» è la riflessione di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, vice-presidente, protagonista sabato notte di un incontro ravvicinato con Francesco Totti (al tavolo con Ilary, la sorella, Vito Scala e un amico), in un ristorante in zona San Siro, reso ancor più simpatico dai complimenti al romanista e una battuta («e meno male che eri in cattiva salute!»).
«Una sola cosa voglio dirvi: smettiamola di prendere gol per distrazione». Persino un tipo pacifico come Carlo Ancelotti ha sentito il bisogno di anticipare il suo giudizio sulla truppa prima di chiudere la serata con l’ennesima spiacevole sconfitta.
Ecco cosa è cambiato, di sicuro, dentro le mura di Milanello, oltre alla posizione in classifica e al deficit di numeri, uno su tutti, 6 punti in 8 partite, ritmo da zona retrocessione, altro che quarto posto: è cambiato il clima. La società e l’allenatore hanno alzato la voce. E adottato già qualche provvedimento disciplinare (Kalac in tribuna). Tutti al pezzo, dunque, a lavorare sodo. Senza disperdere le positive indicazioni guadagnate col cambio di schieramento tattico, fatto apposta per valorizzare al meglio le qualità di Oliveira (in crescita). Ancelotti vuol andare avanti: il rombo finirà in soffitta. La disponibilità della truppa è garantita anche da parte di esponenti accusati in queste ultime settimane di pensare al rientro a casa, a Roma cioè. Alessandro Nesta ha confessato ad alcuni amici un progetto clamoroso: è pronto a rinunciare alla Nazionale (e ieri, a sorpresa, ne è stato infatti escluso) pur di concentrare le sue risorse sulla stagione milanista.
L’interesse del Milan, grazie all’Empoli, rimasto a galleggiare sopra il quart’ultimo posto, è attirato sempre dal mercato. E non tanto per le rivelazioni di Silvio Berlusconi sui sentimenti di Shevchenko («dipendesse da lui tornerebbe volentieri») o per i richiami di Bobo Maroni («metta mano al portafogli»). Le voci che continuano a circolare s’intrecciano con il viaggio di Braida in Sud America e raccolgono anche progetti irrealizzabili. Per esempio il ritorno di Sheva a gennaio: il Milan ha già cambiato il suo extra-comunitario ad agosto (Sheva con Oliveira), non può ripetere l’operazione.
E anche di una candidatura di Emerson, dato in rotta con il Real Madrid, non ci sono tracce consistenti in via Turati.

È possibile che a gennaio arrivino un paio di rinforzi per la rosa ma è inutile immaginare interventi economici di gran rilievo. «Per la prima volta stiamo chiudendo in attivo il bilancio» è la frase civetta lasciata da Silvio Berlusconi sui taccuini dei cronisti.

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