Ancelotti sfida i suoi attaccanti: «Tutti contenti? Ora vediamo...»

Contro la Samp il Milan scopre l’abbondanza: i sei davanti sono disponibili. «Adesso scoprirò se quello che hanno detto è vero»

da Milano

«Il campionato entra nel vivo»: Carlo Ancelotti suona la carica a modo suo. Niente proclami nè squilli di tromba, è la chiamata alle armi per il Milan che non può regalarsi altre distrazioni di qui alla sosta invernale, 16 partite in 62 giorni sono una striscia decisiva e stressante al termine della quale poter guadagnare il primato della classifica. «Ci darebbe molta forza e tanta convinzione» sostiene sempre Ancelotti convinto di rappresentare il ruolo pro-tempore di anti-Inter a causa «delle attuali difficoltà tradite da Roma e Juventus». Perciò è bene mettersi subito al lavoro, a cominciare dalla Samp, da affrontare di pomeriggio dopo la sequenza felice vissuta di notte (dalla Lazio a Cagliari, 3 successi e 1 pari). «Non mi fido di nessuno, e in particolare delle squadre in difficoltà» teorizza sempre Ancelotti nel frattempo pronto ad accogliere nell’elenco dei disponibili un paio di attaccanti (Borriello e Inzaghi) e un difensore (Nesta) del quale si avverte il bisogno assoluto (Kaladze e Senderos sono ancora ai box) e a lucidare il talento di Ronaldinho, rimasto a casa per due settimane. L’effetto della presenza dell’ex Pallone d’oro sulle vicende milaniste è vistoso: 60 mila i biglietti venduti (tra abbonati e tagliandi al botteghino), sponsor più interessati al marchio rossonero, per trascurare delle accoglienze in Albania.
«Dinho lavora con piacere, è dotato di personalità oltre che di classe, ha solo bisogno di entrare in sintonia con l’ambiente, è partito molto indietro, ha fatto passi da gigante» il bilancio confezionato dal tecnico per la prima volta col sestetto completo degli attaccanti in dotazione a disposizione. Qualche piccolo accidente (leggere l’indisponibilità di Gattuso) gli risolve un bel problema: non dovrà fare a meno di uno dei 3 da spedire in tribuna. «Decidere di mandare qualcuno in tribuna per me è operazione semplice, posso commentare come faceva il mio maestro Liedholm, “così ti prepari alla prossima”, oppure andare a recuperare i ritagli dei giornali nei quali promettevano di essere a disposizione e rispettare le scelte dell’allenatore» così l’Ancelotti pensiero prima di andare sul tappeto erboso di San Siro appena rizollato e prender nota dell’assenza di Gattuso che di fatto gli impone di convocare tutti gli attaccanti a disposizione, utilizzandone 3 subito (Dinho, Kakà e Borriello) e dirottando gli altri tre in panchina, a disposizione per i cambi.
È vero, Kakà è tornato dal sud-America «stanco morto» ed è questo il vero, grande dubbio che tormenta il Milan. «Sarà lui a decidere se giocare dall’inizio» sentenzia Ancelotti deciso a reclamare dal suo Milan una qualità concreta, «mi aspetto che giochi bene e che vinca» spiega e nel frattempo pronto a valutare la candidatura di Pato che ha giocato meno rispetto al Pallone d’oro con il Brasile. I contrattempi in questo caso possono fare rima con Cassano, un tempo abbinato al Milan, «ma il suo acquisto non fu bocciato dallo spogliatoio, anzi è molto amico di Gattuso» riferisce da cronista Ancelotti interessato a un altro record che gli sta davanti nei prossimi 18 mesi.

«Voglio raggiungere il record di presenze che appartiene a Rocco, mi mancano 70 partite» chiarisce Carlo mentre Galliani conferma. E dopo? «Mi piacerebbe fare l’esperienza da Ct e non c’è bisogno dell’Italia, anche in qualche nazionale africana andrebbe bene, Nigeria o Camerun per esempio» la risposta.

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