"Anche le case invecchiano. Presto e male"

Paolo Stefanelli, presidente dell’Ordine: "Deformazioni e crepe sono segnali precisi. A volte è meglio ricostruire"

"Anche le case invecchiano. Presto e male"

Roma - La metafora usata da Paolo Stefanelli, presidente dell’ordine ingegneri, è cruda ma calza a pennello: «Gli edifici sono come delle persone anziane: magari in apparente forma smagliante ma che il più delle volte hanno bisogno di un approfondito check up».

Presidente Stefanelli, si dice che un analogo terremoto in California non avrebbe provocato un’ecatombe simile: è corretto?
«Sì, è vero. Negli Stati Uniti ma anche in Germania ci sono edifici mediamente più moderni e c’è l’abitudine a considerare esaurita la vita di una casa in tempi più brevi».

Perché, una casa invecchia?
«Certo che sì. I materiali si deteriorano e gli edifici, in fondo, sono come le persone: anziani in apparente forma smagliante ma che il più delle volte necessitano di un profondo check up».

In Abruzzo sono crollati edifici giovani però.
«Se si riferisce all’ospedale dico subito che la struttura, in fondo, ha retto. Se fosse imploso sarebbe stato anormale».

Quindi tutto normale?
«La normativa antisismica non garantisce l’integrità di una casa ma la sua sicurezza. Pensi a una macchina di Formula 1».

Cioè?
«Un edificio deve deformarsi in presenza di un terremoto così come una vettura si accartoccia in caso di incidente. L’importante è l’incolumità del pilota che deve uscire illeso dall’abitacolo».

Lei ha detto che tutti gli edifici costruiti negli anni ’50 e ’60 sono a rischio. Conferma?
«Lungi da me generare inutili allarmismi: ma è evidente che il calcestruzzo utilizzato perde progressivamente elasticità; che con il passare degli anni pure il ferro si ossida».

Come ci si accorge che la propria casa è a rischio?
«Ci sono segnali evidenti: deformazioni, fessure».

Cui spesso si interviene con colpi di cazzuola, giusto?
«Interventi tesi a occultare rughe inevitabili: non sono altro che colpi di cipria».

Occorre quindi fare un check up generalizzato. Ma è fattibile?
«Certo: bisogna verificare lo stato di tutti gli edifici, testare la qualità del calcestruzzo, verificarne l’alterazione e analizzare la possibilità di un consolidamento».

Non costa troppo?
«Un’analisi dei costi benefici è essenziale: solo così si può capire se vale la pena la ristrutturazione oppure no».

E se no, che si fa? Si rade al suolo?
«In alcuni casi può esser conveniente ricostruire tutto ex novo».

Il piano casa ventilato dal governo può essere un buon pretesto per metter mano a immobili obsoleti?
«Nella sua semplicità è un geniale incentivo per svecchiare un patrimonio immobiliare troppo vetusto. In questo momento storico, poi, mi sembra una misura più che efficace».

Gli architetti dicono che le attuali norme antisismiche sarebbero sufficienti, se rispettate. Concorda?
«Sì e la normativa è continuamente aggiornata».

Con continue proroghe, tuttavia.

Perché secondo lei?
«La materia è molto complicata e occorrono ulteriori normative che riguardino i dettagli. Le norme, comunque, riguarderanno gli edifici prossimi venturi. La legislazione è talmente complessa che non abbiamo ancora a disposizione software collaudati».

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