Anche Milano fa la guerra ai lockbox, Fi contraria

Nel regolamento di Polizia urbana alt alle cassette con le chiavi per i turisti

Anche Milano fa la guerra ai lockbox, Fi contraria
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Stop all'invasione di lockbox (o keybox), le cassettine di sicurezza in cui i proprietari di alloggi affittati AirBnb e altre piattaforme lasciano le chiavi a disposizione dei turisti. Non serve incontrarsi per lo scambio delle chiavi, basta fornire un codice e l'affittuario le trova autonomamente nella cassetta e le ripone a fine permanenza. Peccato che ormai spuntino lockbox in ogni dove, dai pali della luce ai cancelli dei parchi, appesi a cestini e panchine. Il Comune di Firenze nei giorni scorsi è stato il primo ad annunciare il divieto dal 2025 nel centro storico, è uno dei dieci punti approvati dalla giunta nel piano per un turismo più sostenibile. Roma dovrebbe inserirlo nel nuovo Pgt. A Milano il consigliere Pd Michele Albiani aveva lanciato per primo la protesta a febbraio e aveva depositato un ordine del giorno da discutere in consiglio comunale ma due settimane fa l'ha ritirato. «Sarà inserito nel nuovo regolamento della Polizia locale che sarà approvato entro fine anno, la giunta ha dato parere positivo» spiega. Da febbraio «ho ricevuto sollecitazioni continue dai cittadini - spiega -, il fenomeno crea problemi anche nei palazzi privati, vengono appesi lockbox senza accordo nelle assemblee condominiali». Sicuramente «il Comune potrà iniziare a vietarli sugli spazi pubblici».

Affitti brevi e non solo. A Como una settimana fa la polizia ha scoperto che un pusher aveva disseminato la città di lockbox, invece delle chiavi lasciava dosi di droga pronte per essere acquistate senza il pericolo dello scambio diretto con i clienti. E sembra che anche a Milano ci siano state segnalazioni in questo senso, sono all'attenzione dell'assessore alla Sicurezza Marco Granelli.

Il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico protesta: «Con la scusa del decoro il Pd vuole bandire l'uso dei locker ma il vero obiettivo è arrivare a un divieto di affittare le case per affitti brevi. Come se essere proprietari di immobili fosse un reato. Eppure i b&b, solo in fatto di tassa di soggiorno, a Milano con l'aumento di 1,5 euro a notte valgono circa 9 milioni all'anno. Cifra che aumenterà ancora nel 2025.

Un anno fa la riscossione diretta della tassa di soggiorno tramite Airbnb fruttava oltre 500mila euro al mese al Comune. Sarebbe il caso di avere un occhio di riguardo e non invece demonizzare e penalizzare una categoria che porta indotto alla città e ha contribuito a farla diventare meta turistica».

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