da Milano
Si chiama Terapia durgenza e inaugura una serie di fiction a base di barelle, lastre e bisturi che stanno per invadere il nostro palinsesto, da Crimini bianchi a Chirurgia durgenza a Medici miei, parodia dei «medical drama» americani con Elisabetta Canalis. Mix di passioni da soap opera e operazioni al cardiopalma, Terapia durgenza è tratta dal format spagnolo targato Videomedia Hospital Central, campione di ascolti su Telecinco, e debutterà in prima serata su Raidue venerdì 29 agosto.
Lazione si svolge nel pronto soccorso di un immaginario ospedale pubblico milanese. Una caotica sinfonia di codici rossi, gialli e verdi, tra sale visita che accolgono ricchi industriali colti da un malore, incursioni di ambulanze che trasportano ragazzi rimasti coinvolti in disastrosi incidenti e anziani che fanno capolino, bisognosi solo di compagnia e conforto. Sullo sfondo sintrecciano i destini di medici, infermieri e altri paramedici. Tra un consulto e un intervento a cuore aperto, palpita la passione fra il cinico e affermato chirurgo, interpretato da Rodolfo Corsato, e la sua problematica collega, al secolo Antonella Fattori; si complica il triangolo amoroso fra tre capaci internisti alias Milena Miconi, Sergio Muniz e Marco Basile; sboccia un sentimento romantico fra lefficiente capo-infermiera e lintegerrimo primario, ruoli di Daniela Scarlatti e Cesare Bocci.
«Sarò il Montalbano di Terapia durgenza», scherza Bocci, «un uomo ombroso ma onesto, punto di riferimento dellospedale». In questi giorni, lattore è tornato a vestire anche i panni del vicecommissario Mimì Augello sul set siciliano dei quattro nuovi episodi del serial tratto dai fortunati gialli di Andrea Camilleri. «Anche Milano è una location affascinante - continua Bocci -: alcuni scorci ricordano New York». Terapia durgenza è la prima produzione Rai interamente girata nel capoluogo lombardo dai tempi di Storia di Anna, con Laura Lattuada, del 1981. Tuttavia, nei dialoghi non si colgono inflessioni dialettali: «Il milanese è ormai desueto», spiega la capo-sceneggiatrice Anna Mittone, che firma anche i copioni in napoletano de La nuova squadra. «Ma la città è stata dispirazione per le trame, che fanno spesso riferimento al mondo delle sfilate o dell'alta finanza», sottolinea.
Nella finzione lospedale sorge nel quartiere Bovisa, tra università, case di ringhiera e avanguardistici loft. Ma il set è allestito a due passi dagli studi Rai di via Mecenate: millecinquecento metri quadri fra sale dattesa, sale operatorie, stanze di terapia intensiva e sale chirurgia dotate di macchinari funzionanti, dove, insieme con i 15 attori principali, recitano 14 co-protagonisti e più di 300 comparse per ognuna delle 18 puntate da circa 100 minuti. Su questimpianto Raifiction ha deciso di scommettere per dare il via a una produzione di tipo industriale che combini bassi costi e alta qualità. «Ci siamo appoggiati a un format già sperimentato per realizzare un prodotto efficace nel più breve tempo possibile», spiega Claudia Aloisi, capostruttura di Raifiction. Gli attori hanno imparato a districarsi tra defibrillatori, flebo e complicate terminologie mediche anche grazie alla supervisione dei medici dellospedale Niguarda.
«Il realismo, la tensione e il ritmo incalzante di Terapia durgenza ricordano i migliori telefilm americani», commenta il direttore di Raidue Antonio Marano. «Sono convinto che il prodotto piacerà ai nostri telespettatori», conclude, «tanto che la seconda serie di Terapia durgenza è già in cantiere».
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