La situazione a Fukushima non si stabilizza. Oltre che nel reattore 4, infatti, c’è stato un incendio anche nel reattore 3. In entrambi i casi, come riferisce il Japan Atomic Industrial Forum (Jaif), a bruciare è la piscina di stoccaggio del combustibile che si trova al quarto piano degli edifici della centrale. Le fiamme sono state già spente, ma potrebbero aver rilasciato nell'aria sostanze radioattive. Nel frattempo nel reattore sale la temperatura e 180 tecnici stanno cercando in tutti i modi di raffreddarli. Si continua quindi a iniettare acqua di mare attraverso il sistema antincendio che è dentro il reattore ed è isolato da una struttura di contenimento in cemento armato e separato dalla piscina di stoccaggio del combustibile. Ora è arrivato anche un mega-idrante della polizia nazionale. Montato su un camion, il "cannone" è in grado di sparare tonnellate di liquido in un breve lasso di tempo. Poco prima l'esercito ha provato a versare acqua sui reattori con un elicottero, ma il livello di radiazioni al di sopra della centrale era troppo alto perché la si sorvolasse.
L'allarme degli Usa Il presidente dell’autorità americana che regola l’attività nucleare in Usa, Gregory Jaczko, ha dichiarato oggi nel corso di un’audizione al Congresso che il serbatoio di stoccaggio del reattore 4 della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, non contiene più acqua, il che potrebbe causare livelli "estremamente elevati" di radiazioni
Casa Bianca: stare a 80 km dalla centrale La Casa Bianca raccomanda agli americani in Giappone di rimanere a una distanza di sicurezza di 80 chilometri nel raggio della centrale nucleare in avaria, e non solo 32 chilometri come raccomandato dalle autorità giapponesi. L'ordine arriva dopo l'incontro del presidente americano Barack Obama con gli alti consiglieri e il presidente della Nrc (Nuclear Regulatory Commission, la Commissione di Regolamentazione Nucleare). Ieri gli Stati Uniti avevano detto di seguire le indicazioni per la sicurezza delle persone emesse dal Giappone. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney afferma che la decisione non dipende dalla mancanza di fiducia nei confronti dei giapponesi, specificando che le indicazioni date sarebbero le stesse emesse in caso si verificasse un simile incidente negli Usa
Radiazioni alte solo a Fukushima Del resto solo intorno alla centrale i livelli di radioattività hanno fluttuazioni significative. In corrispondenza di nuovi incendi, infatti, si sono all’improvviso impennati, ma una decina di minuti dopo sono calati altrettanto bruscamente, consentendo ai tecnici di tornare al lavoro. Il governo giapponese tranquillizza la popolazione assicurando che oltre i 20-30 km dalla centrale non c'è un "immediato rischio per la salute". La Croce Rossa internazionale ha inoltre assicurato che Tokyo è sicura e che gli stranieri possono recarsi. La sorpresa arriva dal team di esperti della Protezione civile italiana arrivato oggi in Giappone. I rilievi fatti dai tecnici danno una radioattività ambientale misurata sul tetto dell’ambasciata di 0,04 microsievert/ora, mentre il valore tipico della città di Roma è di 0,25 microsievert/ora. Entro una certa soglia, infatti, le radiazioni sono presenti naturalmente nell'ambiente. Una lastra al torace invece espone a 0,02 millisievert.
Tokyo chiede aiuto all'esercito Per scongiurare il rischio di un disastro come Chernobyl il governo giapponese ha chiesto aiuto all'esercito Usa. Lo ha detto il portavoce Yukio Edano sottolineando che il governo sta ancora valutando se accettare le varie offerte di aiuto da altri paesi e in tal caso le modalità d'azione. Sembra, però, che gli Stati Uniti abbiano già raccolto l'appello: tre navi militari americane - la Essex, la Harpers Ferry e la Germantown - sono in rotta verso la costa orientale del Giappone, dove sono attese domani. Lo ha indicato su Twitter un portavoce del Pentagono, il colonnello Dave Lapan. Intanto la portaerei Ronald Reagan, che si trova al largo del Giappone, ha già effettuato una trentina di missioni, consegnando 17 tonnellate di aiuti di emergenza, tra cui prodotti alimentari, acqua e coperte. Si aggrava di ora in ora il
bilancio del disastro. Secondo i dati diffusi oggi dal dipartimento di Polizia, tra morti e dispersi si è arrivati vicini a quota 12mila. Alle 16 locali (8 del mattino in Italia), erano registrati 3.771 morti tra Tokyo e altre 11 prefetture. I dispersi, in sei prefetture, erano 8.181. I feriti, tra Tokyo e altre 16 prefetture, 2.218.
Danni del 70% alle barre L'ambasciata italiana a Tokyo continua a chiedere ai connazionali che non hanno necessità di restare in Giappone di lasciare il Paese. Sul suo sito internet ammette che la situazione potrebbe peggiorare. "Dall'analisi delle radiazioni contenute nel liquido di raffreddamento dei reattori 1 e 2", spiega la comunicazione, "i tecnici hanno potuto stimare che la percentuale delle barre di combustibile contenute all'interno del reattore e lesionate dall'eccesso di calore di decadimento è aumentata al 70%, con progressivo aumento del rischio di emissione".
Preoccupato anche l'imperatore Per la prima volta dal sisma, l'imperatore giapponese Akihito è apparso in televisione e ha rivolto un messaggio alla nazione. "Provo grande tristezza, ha detto, per le vittime di sisma e tsunami: non si sa quanti saranno, ma spero che ne venga salvato anche uno solo in più. Adesso, il problema è il nucleare e spero si risolva. I soccorsi vanno avanti, nel freddo. Mancano cibo e carburante e tutti sono in condizioni d'emergenza". L'imperatore ha anche ringraziato gli stranieri, la gente del Giappone e "tutti quelli che continuano a impegnarsi nelle operazioni di soccorso".
L'accusa di Wikileaks Ma il governo giapponese ora deve difendersi anche dall'accusa di non aver fatto nulla per evitare il disastro. Secondo Wikileaks, infatti, già a dicembre 2008 un funzionario dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica informò Tokyo che le norme di sicurezza delle sue centrali erano obsolete e che un violento sisma avrebbe posto "problemi seri" agli impianti. Nel documento riportato oggi dal Telegraph si afferma inoltre che le autorità giapponese si opponevano alla sentenza emessa da
una corte per chiudere una centrale, perchè ritenuta insicura in caso di sisma. Nel 2009, Tokyo riuscì a far revocare la sentenza. Il cablogramma riporta anche la denuncia fatta nell’ottobre 2008 da un deputato giapponese ai diplomatici Usa, secondo cui il
governo stava "insabbiando" gli incidenti nucleari.
La Borsa si riprende Nonostante l'incubo nucleare non si allontani, la Borsa di Tokyo trova la forza per recuperare il -10, 55% di ieri. Il Nikkei ha guadagnato 488,57 punti, chiudendo con un +5,68% e attestandosi a quota 9.093,72. Il Topix, l’indice dei titoli della prima sezione, segna un rimbalzo del 6,64%, a quota 817,63, con un rialzo di 50,90 punti.
Già all'apertura l'indice aveva guadagnato 536 punti, o 6,2%, arrivando a 9.141,15. A inizio pomeriggio l'indice era sceso poi fino a 8.966,17 punti (+4,2%). La Banca centrale ha iniettato oggi altri 43 miliardi di dollari nel mercato per attenuare l'impatto del disastro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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