L'estasi dura una decina di minuti. Inginocchiate a terra nella boscaglia di Zaro tra fiori e candele, circondate da centinaia di persone in attesa da ore, le veggenti guidano la recita del rosario davanti a una statuetta della Madonna collocata in una roccia. A metà della terza decina le due donne entrano in trance. Si irrigidiscono sulle ginocchia, fissano un punto tra gli alberi sopra il crocifisso piantato nella pietra. Simona sbatte le palpebre mentre Angela ogni tanto sorride, annuisce e muove lentamente le mani come se offrisse e ricevesse qualcosa. Il rosario si è ammutolito. Foto con i telefonini, una telecamerina riprende la scena, qualcuno si soffia il naso per liberarsi dalla commozione. Null'altro si muove nella fitta vegetazione.
A un certo momento Angela inizia un largo segno di croce. Due uomini si inginocchiano davanti a loro. Sanno che cosa sta per accadere: le veggenti si abbandonano faccia in giù e le braccia maschili impediscono che sbattano a terra. L'apparizione è finita, il rosario riprende, esse restano distese fino al termine della decina, poi si siedono, hanno il viso sudato e gli occhi lucidi di chi piange senza singhiozzi. Altre mani porgono due quadernoni di scuola dove le veggenti scrivono i messaggi consegnati dalla Madonna che verranno letti dopo l'ultima litania.
Loro la chiamano semplicemente «mamma». Dal 1994 la Vergine apparirebbe ad alcuni giovani di Lacco Ameno nel bosco di Zaro, di solito frequentato da appassionati di trekking e ischitani alla ricerca di ombra. Gli appuntamenti sono fissi: due volte ogni mese, il pomeriggio del 26 durante il rosario e la sera dell'8 al termine di una fiaccolata, oltre a Natale e Pasqua dopo una processione. Come a Medjugorje i fenomeni hanno cadenza regolare, sono pubblici, i veggenti sono rapiti in estasi e ricevono messaggi da diffondere ai fedeli.
In Bosnia-Erzegovina sono frasi quasi telegrafiche, qui invece lunghi testi che talvolta contengono profezie di sciagure e sempre raccomandano di recitare il rosario nelle famiglie, confessarsi una volta al mese, fare la comunione e pregare per il papa, l'unità della Chiesa e soprattutto per i sacerdoti. L'ultima volta la Madonna è apparsa a Simona vestita di bianco con un manto azzurro, mentre Angela l'ha vista con una tunica rosa pallido e un manto verde smeraldo, «felice ma molto preoccupata». Ha detto tra l'altro a Simona: «Dite sì in libertà. Il mondo è sotto il dominio del male. Confessatevi, fate la comunione, non c'è peccato che non possa essere perdonato».
Zaro non è una località sperduta in un Paese ex comunista. Si trova sulla punta nordoccidentale di Ischia a pochi passi dagli hotel a cinque stelle e dalla Colombaia che fu di Luchino Visconti, ora museo pignorato per debiti. Le pendici del promontorio sono punteggiate di ville lussuose mimetizzate nel verde. Spiagge, terme, mondanità. Ma questa mecca vacanziera non è diventata, come Medjugorje, una capitale del turismo religioso. Nel bosco tra Lacco Ameno e Forio è cambiato poco: la nicchia miracolosa, ceri e croci, immagini sacre, panche e sedie per i pellegrini, qualche aiuola coltivata. Non si è sviluppato un grande business: i volontari vendono candele e rosari, la Onlus costituita nel 2007 («su richiesta della Mamma celeste», dicono i responsabili) nel 2013 ha raccolto 3.390 euro dal 5 per mille di 232 contribuenti. Guadagnano di più i tassisti di Ischia nei giorni delle apparizioni.
Tutto qui è modesto, quasi dimesso. Per essere nel Napoletano, è il primo prodigio della Madonna. Il luogo delle apparizioni sembra l'Alto Adige: un'oasi di ordine e pulizia. A ogni ora si trovano fedeli in preghiera. I pellegrini accorrono da tutta Italia; all'ultima apparizione c'erano anche un prete belga di origini congolesi, don Célestin, parroco a Bruxelles, e due francesi legati al movimento L'appel du ciel (la chiamata del cielo) che pubblica una rivista mensile su apparizioni e messaggi mariani. Un anziano sacerdote napoletano, don Roberto, una corona del rosario in mano e una al collo, ogni mese guida gruppi di fedeli. «Sono edificato dalla preghiera e dal silenzio», confessa il prete belga. I due francesi preparano un pellegrinaggio nei santuari italiani a fine ottobre che il 26 farà tappa a Ischia.
La gente chiede grazie, segni, favori celesti. Cerca soprattutto salute, lavoro e solidità negli affetti familiari. Prima delle apparizioni un cesto accanto alla statuina si riempie di foglietti fitti di invocazioni. La Madonna avrebbe concesso guarigioni miracolose a persone uscite improvvisamente dal coma, gravidanze a lungo attese, adozioni ormai insperate. Tra le profezie ha fatto scalpore quella annunciata a Simona nel 1995, sei anni prima dell'11 settembre: la ragazza riferì di avere visto «dei grattacieli che venivano giù; poi ho visto la Statua della libertà in frantumi e ho capito che doveva essere New York».
Il primo veggente fu Paolo, un dodicenne di Barano: ebbe la visione nel 1993 a casa durante la recita del rosario in famiglia, mentre il fratello Luigi sentì la voce della Madonna. Si formò un gruppo di preghiera di coetanei e genitori. L'8 ottobre 1994 la Vergine apparve ai due ragazzini nel bosco dov'erano andati per una passeggiata con i familiari. I gruppi di preghiera si moltiplicarono e nei mesi successivi altri ragazzi ebbero visioni o messaggi. Ma il numero di veggenti era destinato ad assottigliarsi. Dal 1995 soltanto quattro ragazzi hanno avuto apparizioni regolari: Simona e Angela ancora oggi, Antonella fino al 2010 e Ciro Vespoli, oggi sacerdote, fino al 2005.
È don Ciro a fare da portavoce alle veggenti, invitate dal vescovo alla riservatezza da quando, il 15 agosto dell'anno scorso, è stata istituita una commissione di esperti per valutare i fenomeni. Ebbe le prime apparizioni a 13 anni; durarono un decennio. «Per due anni ebbi visioni ogni giorno», racconta. Maturò presto la decisione di farsi prete, ma dopo esserlo diventato ebbe una crisi: «Vedere la Madonna non ti risolve i drammi della vita». Fu durante un pellegrinaggio a Medjugorje che capì di aver scelto la strada giusta. Ora appartiene al movimento carismatico Nuovi orizzonti fondato da Chiara Amirante, vive nella casa madre di Piglio (Frosinone) ed è legato a don Davide Banzato, responsabile per l'evangelizzazione del movimento e presenza fissa in tv quando si parla di eventi misteriosi.
Ogni mese don Ciro torna a Lacco Ameno per le apparizioni e incontra le veggenti. Che vita fanno? «Una vita serena e ritirata. Hanno famiglia, tre figli ciascuna, i mariti lavorano, loro seguono la casa e tengono alcuni gruppi di preghiera, in particolare all'ospedale. Visitano tutti i malati che glielo domandano. Ricevono centinaia di richieste e le presentano alla Madonna: è successo che Maria abbia loro ricordato casi di cui si erano dimenticate. Nel 1998 l'apparizione incaricò Angela di consegnare un messaggio a un prete presente all'evento: lui era vestito in borghese e fu sconvolto dal fatto che la ragazza sapesse chi fosse».
E che dire delle recenti parole di papa Francesco che sono suonate come una presa di distanza da Medjugorje? «Non si riferiva a un fatto specifico - risponde don Ciro - ma al fanatismo di taluni per i quali le parole dei veggenti sono legge di Dio. Qui non c'è fanatismo ma obbedienza al vescovo e amore alla Vergine e alla Chiesa. La gente torna a messa, prega il rosario in famiglia, si confessa. È cambiata la vita di molti. C'è prudenza e fiducia in Dio.
Nel 2002 Giovanni Paolo II venne a Ischia. Prima di ogni viaggio incontrava il vescovo della diocesi: in quell'occasione, per quasi tutto il pranzo si informò dei fenomeni di Zaro. E apprezzò la discrezione in cui le cose si svolgevano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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