Gli animali hanno i tic È colpa degli uomini...

La "ticcosi" è una sindrome che colpisce cani, gatti e cavalli. Ma dovrebbero andare dallo psicologo anche mucche, vitelli e tori. L’esperto conferma: "Una patologia che colpisce nella stessa maniera persone e bestie"

Gli animali hanno i tic 
È colpa degli uomini...

Ci sono persone scodinzolanti. E ci sono cani che camminano fieri. A volte, in fatto di temperamento, noi umani abbiamo tutto da imparare dagli animali. Tic e manie umanamente bestiali o bestialmente umane? Fatto sta che anche cani, gatti e affini soffrono di stress. Debolezza comprensibile, considerando certi padroni.
Provate voi, ad esempio, ad essere il chihuahua di Paris Hilton senza finire sul lettino del bau-psicanalista; per non parlare dei carlini della contessa Ripa di Meana in analisi (i carlini, non la contessa) da anni presso il miglior studio psico-cinofilo della Capitale.

In un caso su due all’origine dei guai dei nostri amici pelosi (parliamo sempre di animali, s’intende) ci sono proprio i loro rapporti con gli umani: dal cane che gira a vortice per rincorrersi la coda al gatto che si lecca fino a perdere il pelo (ma non il vizio).

Insomma anche Fido e Fuffi soffrono di tic, movimenti involontari e ripetuti senza scopo che proprio dal mondo animale prendono il nome: «ticcosi». Un suono onomatopeico praticamente invariato in tutte le lingue europee, prestato alla medicina dell’uomo dalla scienza veterinaria. Già in trattati del ’600 lo si usava infatti per descrivere il colpo secco dato contro la mangiatoia dai cavalli, specie «ticcosa» per antonomasia. A spiegare l’etimologia di un problema che secondo le stime colpisce in Italia «circa 800-900 mila persone», e nell’universo dei quattrozampe «ha grosso modo le stesse dimensioni in termini percentuali», è Mauro Porta, direttore del Centro Tourette e Parkinson dell’Irccs Galeazzi di Milano.
«Se a caval donato non si guarda in bocca - scherza il professor Porta, intervistato dall’Adnkronos - si rischia grosso. La bocca del cavallo è infatti lo specchio del suo stato di salute. I denti consumati, infatti, tradiscono il tic più diffuso fra gli equini: appunto “battere“ in continuazione i denti sulla mangiatoia». «Un vizio - racconta l’esperto, autore anche del volumetto «Il manuale dei tic» - che può giustificare anche la restituzione del cavallo al venditore con obbligo di risarcimento, perché il cavallo “ticcoso“ può andare incontro a enfisema polmonare, denutrizione e altre patologie lo rendono “inutile“, in gergo tecnico “bolso“, per chi lo ha acquistato».
La «sindrome dell’animale ticcoso» è diffusissimo anche tra altre bestie di grossa taglia come mucche, vitelli o tori; ma gesti stereotipati e rituali ripetuti con una fedeltà ai limiti della compulsione non risparmiano nemmeno i canarini o i criceti, le fiere del circo o le cavie di laboratorio, i cani e i gatti.

«Anche gli uccellini, per esempio - evidenzia Porta - spesso si mettono a ticchettare in continuazione sulle barrette della gabbia». Nella voliera, poi, «si può osservare come traccino sempre lo stesso percorso». E ancora: «A volte gli equini calciano ripetutamente o si muovono sul posto senza sosta, oppure dondolano la testa o girano in circolo nei box in quello che classicamente si chiama il “ballo dell’orso“. Anche gli animali selvatici tenuti in cattività lo manifestano», mentre «negli animali da laboratorio (topi, ratti) prevale il movimento di andirivieni continuo o il saltare verticalmente nella gabbia».

Passando ai «pet» (e se invece continuassimo a chiamarli semplicemente animali? ndr) più casalinghi, la mente corre subito al povero criceto che corre affannato sulla ruota tutti i giorni e a volte tutto il giorno, fino a morirne per affaticamento cardiaco. Anche nel cane o nel gatto si possono osservare continui movimenti di giro in circolo, oppure Fido e Fuffi si rincorrono la coda, saltano sul posto, dondolano la testa o tremano.

Ma gli animali «ticcosi» sono malati o solo stressati dalla cattività e da padroni troppo ansiosi? «Il disturbo è multifattoriale, inoltre sia nell’uomo che nell’animale psiche e cervello sono un continuum - risponde Porta -.

Ogni problema psicologico può diventare organico e quasi sempre un problema organico ha un risvolto nella sfera psichica».

In altre parole: se il padrone è fuori di testa, ci sono ottime probabilità che lo sia anche il suo animale domestico. Cui non rimarrà che una soluzione: scappare di casa; a gambe (anzi, a zampe) levate.

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