«Fra un anno il nuovo Centro di produzione Rai»

Per gli spettacoli con ospiti illustri una sede ben servita dal trasporto aereo. Albertoni: «Finalmente si valorizza il Nord»

Marcello Chirico

Un anno, non di più. E già a luglio dovranno essere rese note le intenzioni della Rai. Oggetto: il centro di produzione di Milano, quello che tra non molto dovrà abbandonare gli attuali spazi della vecchia Fiera per far posto alle ruspe che costruiranno il nuovo, futuristico centro residenziale all’interno del vecchio recinto fieristico. Già, ma il Centro Rai dove andrà? Se lo domandano prima di tutto gli oltre 700 dipendenti milanesi di Mamma Rai, i quali non vorrebbero trovarsi presto senza una sede di lavoro.
Ecco perché ieri da Roma è salito il presidente Rai Claudio Petruccioli, proprio allo scopo di incontrare le organizzazioni sindacali e rassicurarle sul futuro, «in quanto - ha detto - quello del nuovo Centro di produzione di Milano è argomento strategico per l’attuale vertice Rai». Il quale, entro appunto luglio, renderà note le proprie intenzioni: utilizzo dei capannoni di viale Mecenate, «in modo da tamponare l’attuale situazione precaria», oppure «missione a lungo termine» che stabilisca dove realizzare il nuovo centro. «Ad esempio - ha proposto Petruccioli - le grandi produzioni e gli spettacoli di intrattenimento con ospiti illustri sarà opportuno collocarle in zone molto ben servite dal trasporto aereo e terrestre, mentre le produzioni culturali potrebbero essere collocate in zone più centrali, maggiormente urbanizzate».
Tra i motivi che rendono il Centro strategico c’è, secondo il presidente Rai, il riscontro di una certa attenuazione e logoramento del servizio pubblico al Nord. «Se non si ponesse il problema di fare i conti con questa attenuazione, essa potrebbe diventare un dato stabile che fa a pugni con il ruolo della Rai di servizio pubblico che è indiscutibilmente nazionale - ha aggiunto Petruccioli -. Dunque per noi affrontare il problema del nuovo Cp di Milano vuol dire farlo con attenzione e impegno non solo per Milano, capitale del nord, ma per tutto il Nord, nell'ottica di ridurre, eliminare questo gap».
«Finalmente, dopo anni, a Roma si rendono conto di quanto sia importante valorizzare le produzioni televisive al Nord, e in paricolar modo là dove la Rai è nata, cioè a Milano» sostiene l’assessore regionale alla Cultura Ettore Albertoni, ex consigliere d’amministrazione Rai, che ai tempi del proprio mandato si era battuto proprio a favore di un potenziamento della sede Rai milanese. «Perché - spiega - ritenevo che avrebbe potuto essere il trampolino di rilancio di Raidue.

Quando proposi il trasferimento dell’intera struttura a Milano e Torino, in modo da farne due pilastri dell’espressione culturale del Nord Italia, l’idea mi venne cassata: vennero indetti persino degli scioperi, proprio per bloccare la mia idea. Il risultato è che adesso il centro di produzione è di fatto obsoleto, abbandonato a se stesso e con impianti tecnologici modesti. La Regione? Non può farci nulla, perché non è compito suo».

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