GLI ANONIMI NEL CESTINO

Caro Max, con la stessa sincerità con la quale ti confermo la mia larga e affettuosa stima per l’entusiasmo, l’onestà e lo spirito autenticamente democratico che poni al servizio della nostra delicata professione, ti confesso di non condividere assolutamente la tua autoscarnificante e diseducativa iniziativa di pubblicare scritti anonimi. Noi, caro Max, siamo gente abituata a metterci la firma e la faccia; e il minimo che dobbiamo chiedere a chi pretende o anche soltanto spera gli si faccia da cassa di risonanza è che abbia la dignità di fare altrettanto. Personalmente nutro una tale disistima di chi si nasconde dietro l’anonimato che lo ignorerei persino se anziché sassi lanciasse fiori.

Il vivere civile è già a tal punto deteriorato, al giorno d’oggi, che è pericoloso aggiungervi anche soltanto le poche gocce di veleno di un miserabile mascherato. Caro Max, sapendoti «democratico» nel senso più compiuto del termine, ti abbraccio con sempre più convinta stima, mentre mi permetto di ricordarti che siamo nati per soffrire sì, ma con moderazione. Tuo.

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