Claudia Passa
Volano parole grosse, e cè mancato poco che non volasse pure qualche ceffone. Oggetto del contendere, la «caccia al narcotrafficante». Teatro di «guerra», laeroporto di Fiumicino. Parti in causa, da un lato i poliziotti della Polaria, dallaltro gli agenti dello Svad, ovvero il Servizio vigilanza antifrode della Dogana.
Il «blitz con sorpresa» è andato in scena nello scalo romano al momento di catturare un presunto trafficante di droga. Ci sono stati attimi di tensione, ma a rischiare di mettersi le mani addosso non sono stati gli uomini in divisa e il sospetto bandito, bensì gli agenti della Polaria e quelli dello Svad. E se da un lato questo è inequivocabile testimonianza di zelo nella caccia a chi infrange la legge, dallaltra la mancata scazzottata ha innescato una querelle sindacale senza fine.
Secondo Francesco Carta, segretario provinciale del Siulp (sindacato unitario dei lavoratori di Polizia), la rissa evitata per un soffio nei giorni scorsi nello scalo romano per un intervento in materia di traffico internazionale di stupefacenti non sarebbe il primo episodio di un «conflitto di competenze» che andrebbe avanti ormai da qualche tempo. Sottaccusa, una sorta di «tacito accordo» secondo il quale alcuni dirigenti - scrive Carta in un documento - avrebbero deciso, in passato, che «tutto ciò che riguardava gli stranieri e il falso documentale venisse gestito dalla Polaria, mentre gli stupefacenti andassero ad esclusivo appannaggio della Dogana e della Guardia di finanza». Un accordo non scritto, specifica il sindacalista, che sulla querelle infinita chiede lintervento della dirigenza paventando persino il ricorso alla procura di Civitavecchia sulla base della normativa che regola loperato della Polizia giudiziaria.
Il duro jaccuse sembra destinato a non restare senza risposta.
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