Anzovino e il suo Atelier. "I colori del pianoforte"

Il virtuoso presenta i 21 brani del nuovo album. "Fusione tra generi al servizio di arti e cinema"

Anzovino e il suo Atelier. "I colori del pianoforte"
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Attenzione, guai a incasellarlo fra i musicisti (solo) jazz o giù di lì, come si legge da qualche parte. Di Renzo Anzovino, classe 1976, si può dire che è «un esploratore» della tastiera; fra l'altro del jazz frequenta meno il linguaggio non diatonico, su cui a volte indugia, una scelta. Il noto pianista - improvvisatore e compositore - è di scena oggi ai Filodrammatici (dalle ore 21). Terza tappa, questa, di una tournèe partita da Firenze venerdì scorso e che conta ancora otto fermate (dopo la serata milanese, per chi non ce la farà a vederlo, i teatri più vicini per recuperare, il san Leonardo di Bologna il 4 aprile e dei Giganti a Padova il 16). Date a parte, vediamo le novità, in musica.

Anzovino da Pordenone (genitori napoletani), durante questo tour presenta la sua nuova fatica discografica, nella formula del «piano solo». Ovvero l'album «Atelier», con cui tra l'altro festeggia i suoi primi venti anni di carriera. Un'occhiata a questo lavoro, anticipato con il lancio di tre brani, «Chaplin», «Istanbul» e «Galilei». Si tratta di «un viaggio tra le mille possibilità espressive e stilistiche del pianoforte - viene spiegato - in cui si fondono colori, timbri e registri musicali differenti». Curiosità: l'album è stato registrato con il pubblico, in alcuni casi mantenendo anche gli applausi. Seconda curiosità, «il disco è stato preparato nell'atelier del pittore e scultore Giorgio Celiberti, esponente dell'arte italiana e internazionale del Novecento e del nostro secolo». Risultato: al di là del pianoforte, che è la sua «astronave», l'incisione è pure un volo fra le sue passioni (ventuno tracce con i più diversi titoli), che si concretizza con la fusione di diversi generi, dalla classica al jazz al tango ai suoni latini, per citarne alcuni.

Per comprendere meglio la cifra attuale di questo artista, bisogna andare anche alle origini della storia: Anzovino ha iniziato la carriera scrivendo musiche per il teatro di burattini e accompagnando dal vivo i film muti; affermandosi poi come uno degli esponenti di spicco della scena musicale italiana, sia per il cinema sia per le arti visive, spaziando tra differenti linguaggi musicali. Sette album pubblicati, diverse dediche (musiche in onore di Frida Kahlo, Dante Alighieri e Pier Paolo Pasolini, per esempio). Adesso si accinge a celebrare il trasporto per le sue grandi passioni, appunto: l'arte e il cinema.

All'insegna dell'importanza del suono e della melodia, elementi che in questi decenni, oltre che da lui sono stati indagati nei modi più differenti e da altri artisti del pianofore, tra i quali le star italiane Roberto Cacciapaglia e Ludovico Einaudi.

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