Sembra strano ma dopo secoli di scavi effettuati per i fini più diversi, in quella che una volta era l'Etruria ancora si possono fare grandi scoperte archeologiche. Come la casa signorile perfettamente conservata, risalente a 2.400 anni fa, rinvenuta a Vetulonia (in provincia di Grosseto). Si tratta della prima «Domus etrusca» ritrovata in Italia, datata tra il III e il I secolo avanti Cristo. Grazie a sei monete romane ed etrusche, gli archeologi sono stati in grado anche di risalire alla data del crollo dell'edifici, il 79 avanti Cristo, durante le guerre civili che interessarono l'Italia romana all'epoca di Mario e Silla.
Gli archeologi hanno ritrovato una quantità enorme di reperti che permetteranno di acquisire una miriade di informazioni sulla vita nella «Domus» e sulle tecniche di costruzione. Dagli scavi è riemerso il seminterrato della villa, oggi si direbbe la cantina, edificato con pietra legata a secco; una specie di magazzino nel quale la famiglia etrusca conservava le derrate alimentari. Incredibile e bellissimo il grande orcio nell'angolo della stanza che serviva per ricoverare le granaglie e l'adiacente frantoio per le olive. È stato riportato alla luce anche il pavimento originale della casa fatto di coccio pesto.
Numerosissimi i frammenti di vasi, anfore, piatti di vernice nera che possono essere adesso perfettamente recuperati e messi in mostra. L'ampia presenza di chiodi ha fatto poi pensare a un piano superiore con travi di legno, e argilla nel soffitto, che può essere definito oggi come un antico «soppalco etrusco». Le mura sono composte da mattoni parallelepipedi fatti di argilla cruda seccata al sole. Questa scoperta ha permesso di mettere mano sui primi mattoni etruschi mai conosciuti fino ad oggi e su intonaci fatti di argilla. Fra le scoperte più particolari, e più preziose per gli studi archeologici e storici, la maniglia di una porta e alcuni resti di mobili in bronzo.
«Si tratta dei resti migliori che siano mai stati trovati in Italia - ha spiegato la direttrice del museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, Simona Rafanelli -, incredibilmente importanti perché ci permettono finalmente di venire a conoscenza di tecniche legate all'edilizia etrusca che fino ad oggi non conoscevamo. Oggi qui si riscrive la storia. È un caso unico in Italia anche perché con quello che abbiamo trovato fino ad oggi saremmo in grado di ricostruire tutta la casa per intero».
Gli archeologi hanno rinvenuto anche una specie di altarino, dove erano adagiate sei monete, un «piccolo tesoretto» per l'epoca, romane e etrusche. Vetulonia in quel periodo storico batteva infatti moneta per cui è possibile ipotizzare che fosse questa la ragione che permise a questa «Domus» di non essere ancora stata rasa al suolo dalle guerre sillane, che invece avevano già devastato parte dell'Etruria. L'edificio era senza dubbio la dimora di una famiglia facoltosa e potente, aveva un'ala adibita ad abitazione e una parte nella quale si svolgevano attività commerciali, e nel corso dei secoli ha subito modifiche e ingrandimenti.
«Siamo davanti a una parte della storia della città antica di Vetulonia, anteriore a quella sinora scoperta, assolutamente nuova e ricca di elementi di conoscenza utili a ricostruire le vicende storiche di una fra le principali città dell'antica Etruria», ha commentato ancora Rafanelli.
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