Gli archivi sono i custodi della nostra memoria collettiva, come le biblioteche. Sono anzi più antichi, si archiviavano documenti giuridici da ben prima che nascessero le biblioteche. È un documento d'archivio anche la più antica testimonianza della lingua italiana: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti». Sono però, rispetto alle biblioteche, nell'immaginario collettivo un po' più negletti. Metterli in una luce diversa è lo scopo di Archivissima. È stata presentata ieri l'ottava edizione di questo festival, che si svolgerà a Torino dal 5 all'8 giugno 2025.
Nato nel 2018 dalla precedente esperienza del format «La Notte degli Archivi», il festival accoglierà nel 2025 anche la decima edizione della «Notte» (venerdì 6 giugno). La manifestazione si concluderà domenica 8, conducendo idealmente gli archivi aderenti alla Giornata Internazionale degli Archivi che ricorre il giorno dopo. Nel 2024 Archivissima ha coinvolto più di 450 archivi, con oltre 190 iniziative in Italia, centinaia di contenuti digitali inediti tra video, podcast e racconti prodotti dagli archivi e oltre 10mila accessi mensili in media sul sito della manifestazione.
Tema della nuova edizione è «Dalla parte del futuro»: la suggestione parte dall'idea dei mondi possibili e impossibili, e dell'idea di futuro che l'uomo può costruire solo a partire dal passato. Gli archivi, anche se può sembrare controintuitivo, si prendono cura del futuro, custodendo il passato e immaginando nuovi modi e mondi. Ci dice la presidente e direttrice di Archivissima, Manuela Iannetti: «Come suggeriva Gianni Rodari nelle Istruzioni per l'uso di Tante storie per giocare, archiviare significa immaginare finali alternativi per le storie che abbiamo iniziato a narrare nel passato, ma anche inventarne di nuovi, accettando la varietà delle soluzioni e dei significati, dei cambi di rotta, del caso». Il tutto anche con focus sugli archivi aziendali che sono meno pensati e studiati.
In questo contesto Archivissima sta cercando di portare avanti anche una collaborazione con The European Heritage Label Bureau, emanazione dell'Ue che si occupa di tutelare i luoghi che conservano la memoria del continente.
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