L'effetto Pisapia si è già sgonfiato e la luna di miele tra i milanesi e la giunta di Palazzo Marino sta diventando un incubo. Tasse, tasse e ancora tasse è il mantra del guru della sinistra chic e milanese. Parlano chiaro i commenti dei lettori alla versione online del Giornale: rabbia, preoccupazione e tante storie di straordinario malcostume. Imposte e immigrazione sono i punti in cima all'agenda dei timori. Timori che si stanno solidificando in realtà: dalle moschee di quartiere al biglietto del bus, passando per la Tarsu, l'Ici e l'Irpef. Il lettore Grigioperla sintetizza lo stato d'animo dei cittadini: «Comincia la fase numero due. Dopo l'esaltazione collettiva per la vincita di Pisapia, ecco la fase nuova. I milanesi maledicono il momento in cui l'hanno votato». Sicuramente si fa strada un po di scetticismo nei confronti della nuova amministrazione e per alcuni -, di rimpianto per la vecchia: si fa strada lentamente il dubbio che in una legislatura la propria città possa uscire trasfigurata e la propria situazione patrimoniale anche.
Gli incubi che tormentano le notti agostane dei milanesi sono la sicurezza, i centri sociali e soprattutto le tasse. Il Pisapia che mette le mani nel borsellino dei milanesi è quello che si attira le antipatie più diffuse e trasversali. Passino le tirate sul multiculturalismo e la società aperta, ma sui soldi non si scherza. Il più sintetico è il lettore Pietro B.: «Se questo governo milanese pensa di durare a lungo aumentando le tasse ai cittadini si sbaglia di grosso e rischia di finrie commissariato». La profezia è alquanto azzardata, ma dimostra che il termometro del disagio popolare ha già raggiunto la soglia di allerta. A far imbizzarrire i cittadini è stato l'aumento del biglietto dei mezzi pubblici del 50 per cento. Un balzello odioso che ha scatenato i milanesi. Il refrain delle tantissime lettere che sono arrivate in redazione è sempre lo stesso: la casta pensi a sforbiciare le auto blu e i privilegi prima di accanirsi contro le fasce più deboli.
E la delusione è tanta, anche da parte di chi aveva creduto alle parole del «sindaco gentiluomo»: «Proprio vero che in campagna elettorale si fanno tante promesse! - scrive Umberto M. - Non è aumentando il costo dei biglietti Atm che si contribuisce a combattere l'inquinamento (
) l'aumento ricadrà sulle fasce di popolazione meno abbienti: studenti e pendolari. Per non parlare poi dell'addizionale Irpef». E invece parliamone: «Mettere l'addizionale retroattiva è una vigliaccata classista degna del binomio tra cattocomunisti e sinistra estrema», scrive un lettore inviperito. E la domanda che perseguita i cittadini è sempre la stessa: «Ma Pisapia non doveva essere dalla parte dei più deboli?»
E poi arriva anche la Tarsu: «Non è l'acronimo di Tassa Rifiuti Solidi Urbani ? Già è iniquo che, in contrasto con il primo comma dell'articolo 53 della Costituzione, si basi quasi essenzialmente sulla superficie dell'abitazione e non, essendo una tassa, sul reddito dei suoi abitanti o sul loro numero (cioè sulla quantità di rifiuti prodotti) ed ora la si vuole aumentare su quali basi? Sempre le stesse. Ridicolo», scrive Emilio Nobile. Tra rabbia e paura c'è anche chi decide di riderci su: «Speriamo che non decidano di tassare anche chi porta le mutande, commenta Paolo.
Il barometro dei lettori segna bassa pressione, quella che precede la pioggia. «Siamo passati dalla padella alla brace», scrive un lettore non certo in odor di berlusconismo. Forse Pisapia non ha visto le previsioni meteo, ma il vento pare proprio che stia cambiando di nuovo.
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