Arriva il caldo tropicale, la Asl lancia l’allarme: «2500 anziani a rischio»

Oggi e domani farà caldo, ma niente a che vedere con l’afa che soffocherà i milanesi giovedì quando la temperatura percepita raggiungerà i 36 gradi. Un’ondata di calore che farà passare dal livello 1 d’allerta al 2, che prevede rischi per la salute, e scattare il Piano Emergenza Caldo dell’Asl, ovvero il reperimento negli ospedali di un 10% dei posti letto dedicati ai ricoveri programmati. La strategia dell’Azienda Sanitaria Locale di difesa dal clima tropicale comprende anche l’assistenza a 2500 tra i 175mila ultrasettantacinquenni, censiti dalla Asl: si tratta di coloro che rientrano nel quarto strato dell’Anagrafe delle fragilità, quello a rischio molto alto. «Sono tutte persone sole - spiega Luigi Bisanti, direttore del Servizio di Epidemiologia dell’Asl - vengono censite facendo ricorso, oltre che ai medici di base, ad archivi sanitari ed amministrativi. Solitudine a parte, queste persone soffrono di patologie che predispongono a subire maggiormente le ondate di calore, sono state ricoverate nell’arco dell’anno precedente ed assumono farmaci che possono, deprimendo i centri nervosi, interferire con la normale risposta dell’organismo nei confronti del caldo e portare ad uno scompenso».
Dei 2500 milanesi a rischio la metà viene seguita dai servizi assistenziali del Comune tutto l’anno. «Gli altri - precisa il dottor Bisanti - li segnaliamo d’estate. Ciascun soggetto già in primavera viene assegnato ai servizi assistenziali e quando scatta il Piano caldo gli operatori vanno a visitarli, per esempio, per verificare che tengano i farmaci nel frigorifero, abbiano sufficienti scorte d’acqua e vivano in ambienti abbastanza aerati». Questo tipo di servizio è possibile grazie al costante rapporto tra Asl e medici di famiglia. L’Azienda ha inviato a ciascun dottore l’elenco dei propri assistiti anziani a rischio. I medici di base possono a loro volta segnalare all’Asl i pazienti non compresi nelle liste di rischio ma da loro ritenuti in tali condizioni. Una collaborazione che dimostra l’efficacia dell’Anagrafe delle fragilità, uno strumento quanto mai utile e che sta facendo scuola nel resto d’Italia, a partire dalla Capitale.


La nostra città è corsa ai ripari contro il clima torrido con il Piano Emergenza Caldo varato nel 2003. Quella fu davvero un’estate da dimenticare. «Allora - ricorda Luigi Bisanti - registrammo ben 600 decessi riconducibili all’eccezionale ondata di calore. Un’eventualità che quest’anno non si ripeterà».

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