Arriva il fondo anti-globalizzazione

È destinato ai lavoratori dei settori in crisi come tessile e auto

da Bruxelles

Delocalizzazioni, massiccio aumento delle importazioni, calo consistente della presenza nei mercati internazionali dei prodotti Ue: sono alcuni degli spiacevoli effetti della globalizzazione, spesso targata Cina, India, Brasile, che l’Europa prova a fronteggiare con un fondo a favore dei singoli lavoratori più colpiti da un commercio mondiale sempre più aggressivo.
È l’idea chiave attorno alla quale ruota il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), sul quale i leader europei hanno trovato un accordo lo scorso dicembre nel summit centrato sul bilancio 2007-2013, e che sarà presentato oggi dal presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e dal responsabile per il Lavoro e affari sociali, Vladimir Spidla.
«Si tratta di un fondo che permetterà di aiutare su scala europea chi deve adeguarsi alle conseguenze della globalizzazione» si legge nella comunicazione preparata da Barroso-Spidla, anticipata dall’Ansa.
L’obiettivo del Feg, che potrà elargire al massimo 500 milioni di euro per anno a partire dal 2007, è finanziare «un ventaglio di aiuti personalizzati, ritagliati su misura per rispondere ai bisogni specifici di lavoratori vittime di licenziamenti». I finanziamenti potranno essere distribuiti nel caso del licenziamento di almeno 1.000 lavoratori di un’impresa oppure nel caso di licenziamento di almeno 1.000 lavoratori in un periodo di sei mesi in un settore specifico che rappresenta almeno l’1% della forza lavoro di una regione europea.
Del nuovo strumento dovrebbero usufruire 35-50mila lavoratori l’anno, con allocazioni tra i 10.000 e i 20.000 euro a testa (dotazione personale massima). Il sostegno sarà focalizzato sul reinserimento dei lavoratori nel mercato attraverso misure attive (aiuto alla ricerca di un nuovo impiego, formazione professionale, supporto per l’avvio di una nuova impresa) e tramite veri e propri sussidi della durata massima di 18 mesi.


Bruxelles precisa che gli aiuti riguarderanno solo gli aggiustamenti dovuti al commercio mondiale che, sulla base dei dati a disposizione, si concentrano particolarmente in alcuni settori: «Il commercio internazionale provoca perdite di lavori nel settore manifatturiero più spesso che in altri, e in particolare i tassi di licenziamento tendono a essere più alti in settori in cui la competizione è più intensa, come il tessile, l’abbigliamento e l’industria dell’auto».
Il Fed sarà finanziato dalle risorse provenienti dalle somme non spese dei bilanci dei due anni precedenti.

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