Arriva il Papa e Pisapia: "Avanti sulle unioni di fatto"

Accusato dalla sinistra interna di essere troppo poco laico, il sindaco s’intesta il progetto del registro comunale delle coppie gay. Uno stop ai cattolici del Pd

«Se entro questo anno il consiglio comunale non deciderà, assumerò io personalmente con la mia giunta la decisione sul registro delle unioni civili». Così il sindaco Giuliano Pisapia in diretta a Radio Popolare ha voluto dare il benvenuto al Papa, atteso domani pomeriggio. Ma anche forzare la mano, bruciando sul tempo le resistenze - già venute allo scoperto - della sua maggioranza. Solo qualche mese fa si erano scatenate le polemiche più furibonde nel Pd (in primis tra Stefano Boeri e la capogruppo Carmela Rozza) sui temi dell’iter di approvazione della delibera consigliare. Un messaggio indiretto alla sua coalizione, che va dunque a colpire in due direzioni: i cattolici perché non tergiversino troppo in aula e i laici che non hanno apprezzato la partecipazione del Comune all’organizzazione dell Family Day. «Un vulnus alla laicità del Comune» per Anita Sonego, capogruppo della Lista Sinistra per Pisapia e presidente della commissione consigliare per le Pari opportunità, «non solo nella quantità del denaro profuso (si parla di 3 milioni e 100mila euro) ma anche nella trasparenza. Così nella riflessione mediatica sulla famiglia manca il peso forte dei punti di vista laici, quelli che considerano famiglie le coppie di fatto, etero ed omosessuali e chiedono come atto simbolico per il cambiamento legislativo un registro delle coppie di fatto in tutti i comuni».

«Dopo il Papa ci sarà il Dalai Lama e tanti altri, noi abbiamo attenzione per tanti mondi diversi e poi prendiamo le nostre decisioni - ha spiegato Pisapia - del registro poteva occuparsene la giunta o il consiglio, la coalizione ha scelto il consiglio. Se entro questo anno non deciderà, assumerò io personalmente con la mia giunta la decisione». «Il sindaco sa che siamo pronti sul registro delle unioni civili - ribatte Marilisa D’Amico (Pd), presidente Commissione Affari Istituzionali del Comune -. E sa che la delibera, dopo il necessario passaggio nelle commissioni, sarà il primo provvedimento discusso e approvato in Aula dopo il bilancio». Cavalca le parole del sindaco il consigliere radicale Marco Cappato che in mattinata ha annunciato le nuove iniziative della raccolta firme per le 5 proposte «per una Milano laica ed europea». «Pisapia è sindaco da un anno, non deve passare altro tempo perché Milano faccia spazio a libertà e diritti che ancora non esistono - pontifica Cappato - con 5mila firme si obbliga il consiglio comunale ad esprimersi entro l’anno senza rimandare “sine die”». Tra le proposte il registro delle unioni civili «perché i servizi comunali vengano depurati da discriminazioni verso le famiglie non matrimoniali» e l’attivazione di una agenzia comunale anti-discriminazione». Cappato per dev’essersi distratto - a differenza del vicepresidente del consiglio Riccardo De Corato, che l’aveva definito una provocazione - perché proprio domani apre il bando per il Fondo anticrisi accessibile anche alle coppie di fatto, quindi anche omosessuali.

Se per l’Arcigay le parole di Pisapia sono «l’espressione del metodo adottato da un’amministrazione consapevole che risponde dell’operato agli elettori e lavora nel bene di tutta la cittadinanza e non in funzione di dogmi o per l’arrivo di ospiti illustri», per Massimiliano Bastoni della Lega «Pisapia dimostra ancora una volta quanto poco gli interessi l’opinione del Consiglio, quindi

dei milanesi. Ricordiamo che su un tema così delicato ed eticamente importante sarebbe opportuno lasciare che il dibattito avvenga in aula, che rappresenta l’organo istituzionale più rappresentativo e vicino ai cittadini».

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