Arriva il sound contaminato di Lenine

A casa sua, in Brasile, Oswaldo Lenine Macedo Pimente, classe 1959, da Recife, stato di Pernanbuco, è una stella. Musicista a 360 gradi (cantautore, compositore, arrangiatore e produttore), l'ospite odierno del festival Latinoamericando (ad accompagnarlo il chitarrista Jr. Tostoi, il bassista Guila e il batterista Pantico Rocha) non ha niente da invidiare a illustri colleghi, suoi connazionali, che vanno per la maggiore, come i «tribalistas» Marisa Monte, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes. Tutto merito di un sound contaminato, diverso e sentimentalmente debordante, analogico e digitale, dove la tradizione e la contemporaneità vanno a braccetto a servizio della creazione. In altre parole, Lenine, che non senza un pizzico di sfacciataggine si cimenta con profitto tanto nella canzone d'autore quanto nelle colonne sonore delle telenovenas più popolari, abbina al maracatù, ascoltato sin da bambino, suoni e ritmi d'ogni tipo e provenienza: samba, rap, embolada, jungle, balada, funk, baião, rock, xaxado, techno ed elettronica. Un affascinante guazzabuglio, dunque, spesso e volentieri ballabile.


Qualche dritta sulla produzione discografica? «Na Pressão» (1999), tra i suoi album, forse, il più originale e meglio riuscito, e «Acústico» , un cd-dvd dal vivo registrato per MTV (2006).
Lenine
stasera ore 21.30
Festival Latinoamericando,
Forum di Assago
Ingresso 10 euro

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