Arte e architettura: la severa Basilea museo open air

Dalla fontana di Tiguely alla Fondazione Beyeler, progettata da Piano. Fino alla Torre Roche, il più alto grattacielo svizzero

Anna Maria Catano

Ingranaggi fantasiosi, scarti di civiltà industriale, sculture in ferro che incredibilmente ispirano leggerezza e poesia. D'inverno sono statue di ghiaccio, d'estate installazioni semimoventi che allietano i passanti sollevando spruzzi d'acqua. E' proprio la fontana di Jean Tiguely, l'artista svizzero famoso per le sue macchine creative e surreali, il simbolo più calzante di Basilea perché ben ne rappresenta lo spirito irriverente e la passione artistica.

Basilea dell'arte sembra aver fatto un punto d'orgoglio.

Ve li immaginate gli algidi svizzeri manifestare pubblicamente parafrasando i Beatles e scandendo ad alta voce lo slogan «All you need is Pabl», dove per Pablo s'intende l'eccentrico Picasso?

Eppure l'evento è cronaca. Nel non troppo lontano 1967 i basilesi scesero in piazza per mantenere al Kunstmuseum due quadri di Picasso, «I due fratelli» e «Arlecchino seduto», che stavano per essere venduti.

Giovani e determinati i dimostranti riuscirono a convincere la cittadinanza a spendere più di sei milioni di franchi per l'acquisto dei due capolavori. Lo stesso Picasso rimase talmente colpito da questa «dichiarazione d'amore» da regalare alla città tre quadri e un suo disegno.

Da allora l'interesse per l'arte non ha fatto che crescere: ne è riprova l'alta densità di musei cittadini. Addirittura una quarantina.

Oltre al Kunstmuseum, appena riaperto dopo una ristrutturazione parziale che gli ha conferito nuovo smalto, c'è il museo di Tinguely e lo Spielzeug, che ospita orsacchiotti e bambole di tutto il mondo. E ancora l'Antikenmuseum che conserva collezioni egizie, greche, etrusche. Ma anche la Casa delle arti elettroniche inaugurata nel 2014: un centro culturale per le forme artistiche dell'era informatica.

Altro gioiello è la Fondazione Beyeler, progettata da Renzo Piano. Custodisce capolavori di artisti moderni, da Monet a Van Gogh, da Mondrian a Kandisky e mostre di grande richiamo. Dal 29 aprile: Bacon Giacometti.

Per non parlare poi di Art Basel, mercato d'arte contemporanea, che a giugno raduna collezionisti e galleristi di tutto il mondo. Durante Art Basel la città si trasforma in un museo a cielo aperto con istallazioni e performance di talenti emergenti e artisti affermati.

Ma l'estro svizzero s'esprime anche nelle tradizioni popolari. Il Carnevale di Basilea, il Fasnacht, è appena diventato patrimonio Unesco. Tre giorni di baldoria collettiva in cui 20mila figuranti invadono la città. Il clou della festa è la parata notturna inaugurale, Morgenstreich (letteralmente: scherzo all'alba), un momento di grande suggestione. Alle 4 del mattino l'illuminazione pubblica e privata viene spenta (anche l'uso del flash è vietato. I trasgressori vengono puniti con multe salate). S'accendono all'unisono migliaia di lanterne colorate mentre le maschere marciano compatte al ritmo di pifferi e tamburi. Un'ora dopo, con precisione svizzera, bar e locali servono, come tradizione vuole, la mehlsuppe: zuppa bollente a base di farina, burro e vino rosso.

Per tre giorni la severa città sul Reno si ferma: i visitatori sono benvenuti ma con abiti usuali. I costumi sono appannaggio dei soli basilesi - arrivano soprattutto dai Paesi limitrofi.

Costruita nel lembo più settentrionale della Confederazione elvetica, Basilea dista pochi chilometri da Francia e Germania. «E basta salire sul tram per arrivare alla frontiera».

Dall'arte all'architettura la ricerca del bello è nota costante. Palazzi signorili e chiese medievali si mescolano ad avveniristiche strutture a firma Richard Meier, Mario Botta, Renzo Piano o Herzog & de Meuron.

Un paio di anni fa è stata inaugurata la torre Roche, edificio triangolare a vela che con i suoi 178 metri detiene il primato del più alto grattacielo della Svizzera poiché supera anche la Prime Tower di Zurigo. Ma il progetto non è concluso: nel 2021 le sorgerà accanto una torre gemella che sfiorerà i 205 metri.

Anche Novartis sta costruendo un campus che vuol essere la mecca dell'architettura moderna: una città nella città con edifici funzionali ma stravaganti.

La progettazione è dell'architetto italiano Vittorio Magnago Lampugnani.

Informazioni sulla città, su mostre ed eventi e su pacchetti di soggiorno: www.svizzera.it; info@myswitzerland.com. Numero verde tel. 00800 100 200 30.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica