
Vedere dal vivo l’Arlesiana di Vincent Van Gogh è un’esperienza, il ritratto è famoso e non solo per il furto a mano armata dalla Gnac di Roma, del quale è stato uno dei protagonisti nel 1998 (fu poi ritrovato l’anno dopo). Se adesso è esposto a Palazzo Citterio (fino all’11 maggio, da giovedì a domenica dalle 14 alle 19) è grazie all’iniziativa «L’ospite», voluta dal direttore generale della Grande Brera, Angelo Crespi: «È la prima volta di Van Gogh con noi». Le fattezze e i colori risentono della particolare condizione dell’artista, oltre che della malinconia in cui era caduta anche Madame Ginoux, proprietaria insieme al marito del celebre caffè di Arles, dove spesso Van Gogh si trovava con Paul Gaugain.
Siamo nel 1890, Van Gogh è convalescente subito dopo l’automutilazione all’orecchio che l’artista si inflisse a seguito dei suoi disturbi nervosi e dopo una lite con Gaugain. Ma è proprio a alcuni schizzi di Gaugain che lui si ispira per ritrarre questa versione della sua Madame Ginoux, di due anni successiva (l’arlesiana più allegra del 1888) ma totalmente diversa, tanto che anche lei appare di colpo invecchiata dalla depressione, più materna, pacata e dolce nei tratti oltre che nelle letture: sul tavolo si vedono i libri "La capanna dello zio Tom" di Harriet Beecher Stowe e "I racconti di Natale" di Charles Dickens.
Accompagnano l’ora i blu e verde su un tenue sfondo rosa, valorizzato dall’esposizione del dipinto (olio su tela, 61x50 cm) al centro della sala che ospita le opere di fine Ottocento nella transizione al Novecento, tra Previati e Pellizza da Volpedo. «È un quadro che lei comprenderà, Lei, io e poche persone sappiamo come vorrebbe essere capito» scrive Van Gogh a Gaugain e in cambio ne riceve importanti complimenti.
La figura femminile spiegano durante la presentazione a Palazzo Citterio ha qui un valore metaforico, rappresenta la Malinconia: il rapporto tra Van Gogh e Madame Ginoux era diventato simbiotico e i coniugi Ginoux assistettero da vicino l’artista, osannato post mortem, e allora alle prese con tutte le proprie difficoltà, personali, familiari e finanziarie, e dalla relazione difficile con il padre.
Van Gogh è il primo ospite, nel senso duplice della parola, sia chi ospita che chi è ospitato, scelto da Crespi. A maggio, mese mariano, l’ospite darà in prestito una Madonna velata di Brera all’ospedale di Niguarda, dove sarà esposta per due mesi in teca in una grande sala, d’attesa per le prenotazioni. «Non rinunciamo al ruolo sociale del museo», spiega Crespi.
A confermarlo, l’iniziativa in collaborazione con il carcere di Opera, «Superfici dell’immaginazione»: Brera, con ArtAmica, sosterrà un’artista che dipingerà un murale optical ad Opera insieme ai detenuti, che ieri erano in visita al museo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.