Scoperta nuova area archeologica di Claterna, definita la Pompei del Nord, un’area di 18 ettari nella regione Emilia-Romagna, nel territorio di Ozzano dell’Emilia (Bologna), ai due lati della via Emilia, tra la località Maggio e il torrente Quaderna. Il lavoro di archeologi insieme a specialisti dei vari settori hanno riportato alla luce solo un decimo del sito archeologico della città romana di duemila anni fa. Scoperte 3mila monete e 50 gemme dedicate a divinità.
Scavi recenti hanno portato al ritrovamento di frammenti di marmo colorato, di iscrizioni, in un corridoio della cavea del teatro una moneta d’argento della Repubblica Romana del 97 a.C., un Quinario del valore di ½ denario, ritrovamento importante in quanto si conferma al I secolo a.C. la costruzione del teatro, uno dei più antichi teatri romani in muratura conosciuto, e Claterna non una città di passaggio ma un grande centro di commercio con Roma, sorta nella prima metà del II secolo a.C. e scomparsa attorno al VI secolo d.C.
“Siamo davanti all’area archeologica non stratificata più grande del Nord Italia. Per importanza e quantità di reperti finora riportati alla luce probabilmente si può parlare di una Pompei del Nord”- ha affermato il Sottosegretario di Stato del Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni nel suo intervento durante la presentazione dei reperti riportati alla luce dai più recenti scavi, ribadendo l’intenzione da parte del Ministero di destinare ulteriori fondi agli interventi sul sito.
Dal 2005 un innovativo progetto di studio e valorizzazione ha interessato Claterna, scavi ancora in corso grazie alla collaborazione tra Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (SABAP-BO), Comune di Ozzano dell’Emilia, agli interventi sul sito finanziati dal MiC, all’associazione “Civitas Claterna” e alla nuova associazione, il “Centro Studi Claterna Giorgio Bardella – Aureliano Dondi”.
“C’è un aspetto molto importante da considerare e cioè – ha affermato la Soprintendente di Bologna Francesca Tomba – che gran parte dell’area resta da scoprire. Possiamo quindi progettare una grande fase di conoscenza e di valorizzazione ad ampio raggio di un sito che ha ancora tanto da raccontare. Un’area non compromessa, visto che siamo in piena campagna, altro aspetto da sottolineare che caratterizza il sito”.
Una visita al Museo della Città romana di Claterna a Ozzano offre la possibilità di visionare gli interessantissimi reperti e approfondire la conoscenza storica e geografica della città. Le diverse campagne di scavo, a partire dalle prime esplorazioni archeologiche sul finire dell’Ottocento, ad opera dell’archeologo bolognese Edoardo Brizio hanno riportato alla luce una parte della città con le sue case, le strade, il sistema fognario, oggetti di vario genere e il bellissimo Amorino in terracotta.
Negli anni Trenta del Novecento furono recuperati alcuni mosaici e negli anni Cinquanta e Sessanta portato alla luce un’altra domus; negli anni Ottanta e Novanta ritrovate anche altre costruzioni più modeste, testimoniate dai materiali più poveri utilizzati.
Le ricerche del 2018 nella Domus del fabbro e nel settore del Teatro, nonché le sistematiche esplorazioni che cura la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, stanno definendo l’architettura dei luoghi e l’evoluzione della città antica, l’arricchimento decorativo, come pavimenti a mosaico e cocciopesto, decorazioni ispirate a motivi vegetali oppure geometriche di una domus di età imperiale. Le recenti indagini hanno potuto beneficiare di riprese aeree e prospezioni magnetometriche, consentendoci di vedere l’area con maggiore chiarezza e definizione.
Claterna, come tutte le città romane accentrava nel foro le principali funzioni urbane e il mercato, lungo le vie di comunicazione, nelle aree suburbane troviamo le necropoli e vere e proprie aree di servizio per i viaggiatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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