Il Modì "autentico" trovato al mercatino e le croste "false" in mostra nei musei...

Il Modì "autentico" trovato al mercatino e le croste "false" in mostra nei musei...
00:00 00:00

Sulla «tangibilità» o «intangibilità» dell’arte sono stati scritti dotti saggi, e questi li lasciamo ai pochi studiosi in grado di capirli o apprezzarli. Noi, comuni mortali frequentatori del «Bar dell’Arte» (l’equivalente del «Bar Sport» nel calcio), ci limitiamo invece a un approccio decisamente più terra terra, ispirati dal recente caso di cronaca relativo a un ritratto dipinto da Modigliani scovato da un collezionista italiano a prezzo di saldo su una bancarella a Parigi e riconosciuto come «autentico» dagli esperti. Realizzando così il sogno eterno dei tanti rabdomanti di quadri che bazzicano i mercatini di antiquariato con la segreta speranza di comprare a pochi euro una crosta che poi si rivela un capolavoro; è accaduto raramente, ma è accaduto. Ma accade, molto più spesso, il contrario: cioè che nei musei vengano esposte croste spacciate (più o meno consapevolmente) per capolavori. Due anni fa un’inchiesta del «Giornale» verificò come sia altissima la percentuale di tele false in mostra nelle più importanti istituzioni internazionali. Insomma, spesso e (mal)volentieri, può capitarci di pagare un biglietto per ammirare opere che sono solo dei lavori «taroccati» (se pur a volte imitati tanto bene da ingannare l’occhio più attento).

E qui torna in campo il tema della «tangibilità» o «intangibilità» dell’arte che - rimanendo sul nostro celebre pittore maudit (uno dei maestri italiani più copiati e «riproducibili» del 900) - ci fa tornare in mente la celebre beffa del 1984 delle teste false di Modigliani che fece fare una figuraccia perfino a un caposaldo della storiografia artistica come Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi, convinti dell’autenticità dei tre volti scolpiti artigialmente con il trapano elettrico e poi fatte ritrovare in un canale da tre geniali ragazzacci livornesi. Chissà se anche a questo penserà ora Paolo Guzzini, cioè il fortunato imprenditore che ha acquistato il Modigliani nel mercatino di Le Mans, senza avere idea del suo valore ma solo incuriosito da un misterioso sigillo sul retro-tela. «Fui attratto da quel timbro che apparteneva a un negozio che riforniva artisti a Montmartre all’inizio del Novecento, e questo ha acceso una piccola luce - ha raccontato Guzzini, collezionista doc dall’occhio aguzzo -.

Montmartre, quartier generale di numerosi artisti tra cui Picasso e De Chirico, era infatti il centro pulsante della Parigi bohemienne». Frequentata ovviamente anche da Amedeo Modigliani e, sicuramente, chissà da quanti talentuosi suoi imitatori.
Ma questo non ditelo a Guzzini...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica