Show di Sgarbi al Maxxi. E l'opposizione insorge

Lo show di Vittorio Sgarbi all'esordio del programma estivo del museo Maxxi di Roma è diventato un caso politico nel giro di poche ore

Show di Sgarbi al Maxxi. E l'opposizione insorge
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Lo show di Vittorio Sgarbi all'esordio del programma estivo del museo Maxxi di Roma è diventato un caso politico nel giro di poche ore. Eppure sono passati dodici giorni dall'intervento del critico d'arte e Sottosegretario alla Cultura, che il 21 giugno scorso ha condiviso il palco con il cantautore Morgan e con il giornalista e scrittore Alessandro Giuli, presidente del Museo della Capitale da novembre 2022. Le opposizioni salgono sulle barricate e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano prende le distanze dalla esibizione sgarbiana: «Non ne so niente, devo acquisire informazioni. Ma questo posso già dirlo: io sono contro ogni forma di volgarità».

Difficile definire le frasi pronunciate da Sgarbi durante il lancio del palinsesto estivo del Maxxi. La miccia scoppia nel pomeriggio di ieri, quando cominciano a rimbalzare i video delle parole del sottosegretario alla Cultura. Filmati rintracciabili in versione tagliata su YouTube e nei reel di Instagram dello stesso Sgarbi. Quello che doveva essere un confronto, seppur frizzante, tra Morgan e il celebre critico d'arte sui rispettivi gusti culturali, diventa un'antologia delle esperienze sessuali del neo-sindaco di Arpino, provincia di Frosinone. Ecco Sgarbi: «Houellebecq dice che c'è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il c.». E ancora: «Il c. è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire». A quel punto Giuli prova a metterci una pezza: «Sta citando Moravia eh, non è una cosa volgare». Ma Sgarbi continua imperterrito: «Dopo i 60 anni conosci altri organi, come il colon, il pancreas, la prostata. Io non sapevo neanche cosa fosse la prostata, mai incontrata, a un certo punto sui 67 appare la prostata. A un certo punto tu devi fare i conti con questa t...a p..a di ma che non ha mai incontrato». Segue la parte che ha fatto arrabbiare di più le dipendenti e i dipendenti del Maxxi, che hanno scritto una lettera di protesta al presidente Giuli. Sgarbi passa a parlare di primati mondiali di conquiste femminili, tra le 12mila e 500 donne di Warren Beatty e le mille di John Fitzgerald Kennedy. Poi continua a esondare, parlando di se stesso: «Gli osservatori dell'Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche nove al mese». I siparietti proseguono con gli improperi rivolti a un anonimo telefonista che cerca Sgarbi al telefono.

Prevedibili le reazioni indignate. I dipendenti del Maxxi scrivono a Giuli una lettera che doveva rimanere riservata. Il Pd cavalca la vicenda e denuncia presunti «toni intimidatori» da parte del neodirettore, che avrebbe convocato ieri alcuni lavoratori. Subito arriva la precisazione dei dipendenti: «Esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Alessandro Giuli per la strumentalizzazione mediatica e politica di una lettera riservata e personale». Carlo Calenda twitta: «Che vergogna. Altro che cultura di destra». I dem chiedono che Sangiuliano riferisca in Parlamento. Il M5s in una nota parla di «laido show» e pressa: «Meloni intervenga e si scusi». La vicecapogruppo M5s al Senato Alessandra Maiorino insiste: «Spettacolo deprimente». Sandro Ruotolo, della segreteria Pd, si allarga: «È il governo dell'eccesso».

Angelo Bonelli dei Verdi è per il passo indietro: «Sgarbi si dimetta». Ma il critico rilancia: «Era uno spettacolo con due attori. Allora censuriamo Petrolio di Pasolini, Houellebecq e Dieci ragazze per me di Battisti?»

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